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Esperti militari italiani in Libia

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(21 Aprile 2011) Enzo Apicella
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Clamori dalla Colombia! 06/09

(10 Aprile 2009)

31/03 - I FAMILIARI DI RAUL REYES SMENTISCONO IL BUGIARDO GENERALE NARANJO, CAPO DELLA POLIZIA COLOMBIANA

Attraverso una lettera del Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP, firmata lo scorso 28 marzo ed indirizzata alla senatrice Piedad Córdoba e ai "Colombiani per la Pace", questa organizzazione belligerante aveva sollecitato la restituzione ai rispettivi familiari dei cadaveri dei Comandanti Raúl Reyes ed Iván Rios, assassinati in diverse circostanze dal regime colombiano nel marzo 2008.
Immediatamente, il Generale Oscar Naranjo, capo della Polizia colombiana, aveva dichiarato alla stampa: "Queste spoglie mortali sono state consegnate ai parenti nel momento opportuno. Io, almeno, lo posso certificare nel caso di Raúl Reyes. Abbiamo un certificato firmato dai parenti di Raúl Reyes."
Ma la smentita categorica delle bugiarde affermazioni di Naranjo non si è fatta attendere. In una lettera diretta a Piedad Córdoba ed ai "Colombiani per la Pace", i figli e parenti del Comandante fariano chiariscono che "sfortunatamente il governo non consegnò allora il corpo di nostro padre, fratello e zio Raúl Reyes alla madre dei suoi figli, quando questa lo aveva reclamato a nome della famiglia, e quando i primi giorni del marzo dell'anno scorso lo tenevano ancora a Medicina Legale, non vollero consegnarlo nemmeno ai suoi fratelli; le autorità hanno tirato fuori ogni tipo di scusa per non consegnarne il corpo alla famiglia, ed alla fine hanno detto che `avevano preso la decisione di seppellirlo in un luogo segreto senza la presenza di parente alcuno'. Ricordiamo che Naranjo è stato inquisito nel 2004 per legami col narcotraffico, per via della protezione data al noto capo del Cartello del Valle Wilber Varela, alias "Jabón", ex sargente della polizia. Il giudice antimafia che avviò l'indagine, neanche a dirlo, venne immediatamente silurato. Inoltre, è ben noto lo stretto legame tra il generale Naranjo e suo fratello, Juan David, arrestato per
narcotraffico in Germania. Il regime fascista di Uribe e dei suoi guerrafondai, questa volta per bocca di un generale narcotrafficante e menzognero, dimostra per l'ennesima volta di non essere credibile. Che in questa circostanza ci sia un cadavere di mezzo, è un'aggravante che non fa che evidenziare la bassezza etica di un governo putrefatto.
E' evidente che, anche da morti, Raúl Reyes ed Iván Ríos sono estremamente pericolosi per la narco-dittatura colombiana. Uribe e soci hanno paura che, eventuali tombe accessibili a tutti, diventino mausolei in cui si renda il giusto onore a due dirigenti bolivariani e comandanti rivoluzionari, che hanno dato tutto -compresa la loro vita- per la causa della pace con giustizia sociale.

01/04 - I "GUERRIERI ED AMANTI" DANESI CONTINUERANNO A COSTRUIRE SOLIDARIETA' CON LE FARC

Nei giorni scorsi (25/3) la Corte Suprema Danese ha emesso una sentenza definitiva contro diversi esponenti del movimento danese "Fighters and Lovers", conosciuto internazionalmente per la solidarietà (anche economica) che in tutti questi anni ha
portato alla lotta della resistenza colombiana.
Assolti da quella che in Danimarca é conosciuta come Corte di Prima Istanza, che aveva riconosciuto che le FARC non sono terroriste, questa volta gli imputati sono stati condannati a pene che vanno dai due ai sei mesi, tutte con la sospensione condizionale delle stesse. Alla luce delle pene previste dai capi d'imputazione (anche 10-15 anni), queste condanne sono evidentemente simboliche: da una parte, il fine è stato quello di dare un contentino al governo colombiano, autore di una campagna martellante non priva di minacce dirette ai danni degli attivisti danesi, e dall'altra sono il riflesso del rifiuto, in tutte le istanze del processo, di considerare come attendibili le "prove" presentate dallo Stato colombiano, perché come affermato da Katrine Willumsen (condannata a 60 giorni), "si basano su confessioni ottenute mediante l'applicazione della tortura".
Ulrik Hohl, condannato a sei mesi, ha dichiarato: "continueremo a ricorrere alla Corte Europea affinché si legalizzi la solidarietà con le FARC", aggiungendo che lotteranno "fino a quando la solidarietà con le FARC non sarà rispettata anche in Danimarca, come invece succede in Norvegia e Svezia dove questo diritto è già stato conquistato". Durante il processo è emerso che in Svezia l'iniziativa "Appello alla democrazia", portata avanti da riconosciuti politici ed artisti di quel paese scandinavo, aveva dichiarato alle autorità di aver fatto una sottoscrizione economica alle FARC, cosa che non ha portato a procedimento penale alcuno. In Norvegia, parimenti, il governo aveva già nel 2006 escluso dal proprio sistema giudiziario la lista UE delle cosiddette "organizzazioni terroriste", e diverse sono state le donazioni economiche alle FARC da parte di molteplici organizzazioni. All'uscita dal tribunale, i giovani danesi sono stati accolti da una folla con applausi, fiori e musica. Presente anche l'Associazione dei Combattenti Veterani Anti-nazisti, che recentemente ha reso pubblica una nuova donazione economica alle FARC. Sempre secondo Ulrik Kohl, "tutto ciò dimostra la solidarietà del popolo danese nei confronti di quello colombiano, e il sostegno alla nostra lotta affinché le FARC ottengano il riconoscimento politico necessario a conseguire una soluzione politica del conflitto colombiano".

03/04 - CALI SI MOBILITA CONTRO LE PRIVATIZZAZIONI DEL GOVERNO URIBE

Lo scorso 31 marzo, oltre cinquantamila persone sono scese in piazza a Cali, capitale dello strategico dipartimento sud-occidentale del Valle del Cauca e terza città più abitata ed importante della Colombia. La manifestazione, cui hanno partecipato lavoratori del settore pubblico e di quello privato, studenti, intellettuali, abitanti di diversi quartieri e le più diverse anime del movimento popolare, era stata indetta dal Sindacato dei Lavoratori dell'Azienda Municipale di Cali, SINTRAEMCALI, per esigere la fine dell'intervento della Sovraintendenza governativa nella stessa. In corso da nove anni, infatti, essa non potrebbe avere all'attivo (anzi, al passivo) un bilancio più negativo: smantellamento dei sussidi, incrementi tariffari per la popolazione di
oltre il 400%, accesso all'acqua potabile non garantito al 65% dei caleños, licenziamenti a ripetizione. La mobilitazione di massa ha anche dichiarato battaglia al governo Uribe, reo di aver ordinato la liquidazione definitiva dell'Azienda del Servizio Pubblico di Pulizia di Cali, EMSIRVA, per imporre la quale ha mandato gli squadroni della famigerata ed assassina Esmad (polizia antisommossa), che ne hanno
bloccato l'accesso aggredendo i lavoratori ed un consigliere municipale accorso sul posto per via dell'emergenza.
Nonostante la crisi economica mondiale stia spazzando via i residuali ed inesistenti elementi di credibilità del neoliberismo, il governo del macellaio Uribe continua ad applicarne le ricette in modo integralista: commissariamenti e liquidazioni prima, e passaggio al privato tramite scandalose svendite e gare d'appalto poi, con il pretesto della "inviabilità economico-finanziaria dell'azienda causata dagli alti costi amministrativi e di gestione".
Ancora una volta, le organizzazioni sindacali sono state ignorate attraverso un'imposizione autoritaria degna della repubblica delle banane governata dal dittatore Uribe. Tuttavia, un dato positivo c'è e risiede nella determinazione e compattezza dimostrate dalla popolazione di Cali, che con la manifestazione del 31/3 ha dichiarato di non essere disposta a farsi schiacciare da un governo asservito all'imperialismo ed al gran capitale nazionale.

05/04- TRUFFATORI DELLE "PIRAMIDI" FINANZIARIE HANNO SOVVENZIONATO LA RIELEZIONE DI URIBE

Gustavo Salazar Pineda, avvocato difensore di David Murcia Guzmán, massimo dirigente della più grande "piramide" finanziaria colombiana, la società DMG, ha affermato che questa impresa ha finanziato con oltre 2 milioni di dollari la campagna per rielezione (2006) del presidente Álvaro Uribe. Lo scandalo delle "piramidi" era scoppiato alla fine dello scorso anno, quando le gigantesche truffe ai danni di piccoli risparmiatori, cui erano stati promessi interessi in misura variabile fra il 40% ed il 70%, si conclusero con la fuga dei titolari con le valigie piene di soldi. Il padrone della DMG ha chiarito che aveva contribuito inizialmente alla raccolta delle firme: "E' stato necessario utilizzare aerei, elicotteri, autotrasporti blindati [...] Il problema è che in politica cominciano con una sciocchezza e poi chiedono sempre di più". I promotori del referendum, fra cui l'ex ministro Luis Guillermo Giraldo, si sono limitati a rispondere che ignoravano che la finanziaria DMG fosse un'organizzazione coinvolta nel riciclaggio di denaro sporco. Murcia non ha pronunciato i nomi delle persone che hanno fatto parte della campagna; "se mi metto a fare nomi metto a rischio la sicurezza della mia famiglia", ha affermato. Tuttavia, nel dicembre scorso David Murcia aveva pubblicamente rivendicato la sua amicizia ed i suoi rapporti d'affari con uno dei figli di Uribe, Jerónimo. Nonostante gli slalom e le improvvise amnesie di Uribe e dell'oligarchia colombiana, viene inevitabilmente alla luce la rete di complicità fra il governo e le imprese impegnate in diverse attività criminali; quando si accorgerà la comunità internazionale del marciume sempre più inoccultabile dell'amministrazione uribista?

05/04 - UCCISO DAL TERRORISMO DI STATO UN SINDACALISTA DEGLI EDUCATORI DEL DIPARTIMENTO DEL VALLE

Il giorno 24 marzo è stato assassinato da alcuni sicari a Tuluá, nel dipartimento del Valle del Cauca, l'insegnante Ramiro Cuadros Roballo. Impegnato nella lotta sindacale e militante del SUTEV (Sindacato Unitario dei Lavoratori dell'Educazione
del Valle), è stato trucidato per la sua attività in difesa degli interessi dei docenti, diventando così l'ennesima vittima del terrorismo di uno Stato che applica da sempre una politica di terra bruciata contro il sindacalismo. Dal 1986 al 2008 sono stati uccisi in Colombia 2693 sindacalisti, 310 dei quali erano insegnanti, e tutti questi omicidi sono rimasti impuniti. Questo gesto efferato, che va a sommarsi agli oltre 560 omicidi di sindacalisti sotto la presidenza di Uribe, mette a nudo ancora una volta le menzogne del regime sulla cosiddetta politica di "protezione dei rappresentanti dei lavoratori minacciati". Di fronte a questa mattanza, il vicepresidente Francisco Santos ha il coraggio di affermare che il numero dei sindacalisti assassinati in Colombia è una mezza verità, e che le cifre sono state "gonfiate"! Non la pensano così i sindacati che rappresentano la classe operaia statunitense, né i congressisti di entrambi i partiti che nel non firmare il TLC adducono come principale motivazione proprio la mancanza dei diritti sindacali in questo paese andino-amazzonico, né quanti hanno denunciato all'opinione pubblica internazionale i genocidi ed i massacri perpetrati dal governo colombiano, i "falsi positivi", le persecuzioni dei militanti e degli attivisti di sinistra. Il governo colombiano ci ha abituato alla pratica politica quotidiana della menzogna; ma questa, per quanto ripetuta mille volte dai media dell'oligarchia, non diventerà mai verità!

08/04 - PROSEGUE LA MATTANZA: UCCISO UN ALTRO DIRIGENTE SINDACALE

La mattina di sabato 5 aprile alcuni sicari hanno assassinato Hernán Polo Barrera, presidente del Sindacato dei Lavoratori e Impiegati dell'Educazione (Sitraenal) di fronte alla sua casa, sotto gli occhi della figlia Liseth Polo Melo, di sedici anni, che è rimasta ferita da un colpo di proiettile. Polo Barrera ha ricevuto sei colpi di armi da
fuoco, tre dei quali alla testa. Il colonnello Sergio López Miranda, comandante della polizia di Córdoba, si è affrettato ad affermare che la sua morte "non ha a che fare con la sua attività sindacale". Un altro assassinio di un sindacalista in Colombia, nella costante indifferenza/complicità degli sbirri di regime, che evidenzia l'emergenza delle attività antisindacali in questo paese, a dispetto delle chiacchiere del regime sulla millantata politica di "protezione dei sindacalisti minacciati". Non stupisce che un narco-regime, diretta espressione degli interessi dell'oligarchia, delle multinazionali e dell'imperialismo, promuova questo stillicidio quotidiano ai danni dei rappresentanti dei lavoratori; e nel promuoverlo, combina la criminale eliminazione fisica con la fallace costruzione mediatica di cortine fumogene, al fine di occultare la verità. Verità che è sotto gli occhi di tutti: in Colombia agiscono impunemente, con la complicità dei più alti gradi della politica, fino alla presidenza della Repubblica, squadracce fasciste che trucidano sistematicamente i difensori degli
interessi dei lavoratori.

09/04 - CONTADINI DI ARAUCA DENUNCIANO BOMBARDAMENTI INDISCRIMINATI DEI MILITARI DI URIBE

Come denunciato dalla Associazione Contadina di Arauca (l'omonimo dipartimento ubicato alla frontiera col Venezuela), gli ultimi giorni di marzo ed i primi di aprile sono stati caratterizzati da un'escalation di attacchi ed azioni ostili, da parte delle forze militari, contro la popolazione civile ed i contadini. Tra il 28/3 ed il 2/4 ci sono stati permanenti raffiche di mitraglia e bombardamenti indiscriminati sui villaggi di Puente Tubo e delle aree rurali limitrofe al municipio di Arauquita.
Tra il 27/3 ed il 1/4 dieci persone sono state assassinate nei municipi di Arauca, Saravena e Tame. Oltre ad esigere all'esercito la cessazione immediata di questi attacchi terroristici, ed alle autorità competenti un intervento tempestivo, l'Associazione Contadina di Arauca chiede alla solidarietà internazionale un ulteriore sforzo nel dare risonanza alle denunce e nel condannare quest'ennesimo crimine di Stato contro la popolazione di questo martoriato dipartimento, militarizzato e paramilitarizzato per garantire il saccheggio del petrolio e la blindatura (anche coi marines USA) degli strategici pozzi di Caño Limón, da cui parte il più importante oleodotto colombiano (il Caño Limón-Coveñas).

nuovacolombia
www.nuovacolombia.net

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