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per Vittorio Arrigoni

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(15 Aprile 2011) Enzo Apicella
Rapito e ucciso a Gaza Vittorio Arrigoni, militante dell'International Solidarity Movement

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Clamori dalla Colombia!

(25 Aprile 2009)

15/04 - URIBE RIVENDICA IL GENOCIDIO DELL'UNIÓN PATRIOTICA

Nel quadro dell'incontro tra il presidente paramilitare della Colombia ed il presidente Hugo Chávez, tenutosi a Caracas martedì scorso (14/4) ed in cui sono stati siglati accordi in materia economica e commerciale tra i due paesi andino-amazzonici, Uribe ha ribadito la propria essenza fascista ed antidemocratica. Durante la conferenza stampa di routine, questo criminale ha dichiarato che le oltre 5000 vittime dell'UP, tra cui due candidati alla presidenza, senatori e deputati, governatori e sindaci, sono stati trucidate perché "combinavano le forme di lotta". Il suo cinismo, poi, é emerso alla massima potenza quando ha assicurato alla stampa che in Colombia non solo la sinistra non é perseguitata, ma che gode pure della protezione dello Stato (sic!)
L'Unión Patriotica, nata dagli accordi di pace del 1984 tra l'allora presidente conservatore Belisario Betancourt e le FARC, quale movimento deputato a veicolare l'opposizione politica attraverso forme di lotta non armate, é stata eliminata dal regime colombiano attraverso un'incessante campagna di persecuzione, sparizioni, assassinii e distruzioni delle sue sedi; in poche parole, attraverso quello che la stessa Corte Interamericana dei Diritti Umani ha definito come "genocidio politico", riconoscendo la responsabilità dello Stato colombiano in questo sterminio scientifico.
In ultima istanza, la sorte che spetta al paramilitare Uribe non può che essere quella che, con una sentenza esemplare, é toccata ad un altro criminale della stessa pasta: Alberto Fujimori.

18/04 - ASSASSINATA DA SICARI UN'ALTRA LEADER CONTADINA

La contadina colombiana Ana Isabel Gómez Pérez, leader di un movimento che lavora per il recupero delle terre usurpate con la violenza dai paramilitari, è stata assassinata da sicari mentre si trovava nella zona nord del dipartimento di Córdoba.
Secondo quanto riferisce la versione on-line del quotidiano El Tiempo, Gómez Pérez, di 46 anni, è stata colpita a morte in presenza della figlia, di sedici anni, che fortunatamente è rimasta illesa; gli assassini sono fuggiti in motocicletta.
Gómez apparteneva al consiglio direttivo del Comitato dei Familiari delle Vittime della Violenza a Córdoba, che riunisce oltre 4.000 persone che, in quanto vittime dei paramilitari, reclamano i propri diritti ed un risarcimento giusto.
La donna aveva denunciato, all'inizio del mese, di aver subito minacce di morte; sei anni fa aveva già dovuto abbandonare la sua città natale, Unguía, nel dipartimento del Chocó, per le minacce del blocco "Elmer Cárdenas" delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia, i paramilitari colombiani).
Da allora viveva a Los Córdobas, dove aveva cominciato la sua lotta affinché le AUC restituissero ai contadini della zona circa 300 ettari di terra di cui si erano impossessati. Fino a quando la comunità internazionale potrà ignorare la sistematica
eliminazione degli oppositori e degli attivisti sociali che si battono per i diritti del popolo colombiano?
Fino a quando verranno mantenute le migliori relazioni diplomatiche con un governo ed uno Stato che hanno fatto del paramilitarismo uno strumento essenziale al mantenimento del potere?

20/04 - LA POLIZIA DI URIBE REPRIME LO SCIOPERO DEI LAVORATORI DEL CARBONE NEL NORD DELLA COLOMBIA

In lotta da quasi un mese contro le politiche di fame della compagnia Fenoco, i lavoratori delle ferrovie sono in sciopero da quasi un mese. I lavoratori, impossibilitati ad una vertenza con la compagnia che si è dimostrata sorda alle loro
richieste, hanno sospeso ogni attività e bloccato i binari, occupando diverse infrastrutture, quando il Ministero della Protezione Sociale ha decretato che l'ultima parola sarebbe spettata ai giudici del lavoro. La protesta, che in 26 giorni ha impedito la circolazione e l'esportazione di oltre 2,7 milioni di tonnellate del carbone estratto
nelle miniere del dipartimento del Cesar, si era estesa anche al Magdalena ed all'importante città caraibica di Santa Marta. Domenica 19/4, alle 4.00 del mattino, la famigerata polizia antisommossa Esmad, resasi protagonista in passato di omicidi di manifestanti e di innumerevoli episodi di brutale repressione di piazza, è intervenuta in forze nell'area urbana di Bosconia, sgomberando il blocco dei binari al chilometro 800. I lavoratori, rispondendo con determinazione, hanno lanciato pietre ed altri oggetti ripiegando compattamente. Alla fine dei violenti scontri ne sono stati arrestati 18, che passano ad ingrossare le fila delle migliaia e migliaia di prigionieri politici ed
oppositori detenuti, in condizioni di disumano sovraffollamento, nelle carceri del regime.
La ricetta di Uribe di fronte al clamore dei lavoratori colombiani, sempre più bastonati dal peso della crisi di un paese ormai in recessione (checché ne dica l'esecutivo), è fatta di ordini giudiziari che violano i più elementari diritti sindacali, squadroni antisommossa che reprimono ogni forma di rivendicazione e dissenso, incarcerazioni arbitrarie di chi protesta ed uccisioni dei dirigenti sindacali che continuano ad organizzare, nonostante il terrorismo di Stato, la resistenza e la lotta per i diritti del proletariato colombiano. Bella "democrazia", non c'è che dire!

25/04 - ASSASSINATO IL PARAMILITARE CHE AVEVA ACCUSATO URIBE DI ESSERE COINVOLTO NEL MASSACRO DI EL ARO

Francisco Villalba, detto "il professore degli squartatori" delle AUC, è stato assassinato la notte fra il 22 ed il 23 aprile, a casa sua, nel municipio di La Estrella, nei dintorni di Medellín. Questo paramilitare, condannato a 33 anni di carcere, era uscito di prigione da qualche settimana per "ragioni di salute", e si trovava agli arresti domiciliari. L'anno scorso aveva accusato il presidente Uribe di complicità nel massacro di El Aro, per poi ritrattare sotto pressioni di diverso tipo. Come riconosciuto dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani, nel suddetto massacro, compiuto nel 1997, 15 contadini indifesi erano stati trucidati ed
altrettanti erano stati rapinati dei propri beni e cacciati dal loro territorio.
L'ex leader delle AUC Salvatore Mancuso aveva confessato in tribunale di aver ordinato l'incursione con la complicità del generale dell'Esercito Alfonso Manosalva, morto nel 2006. Dagli atti del processo emerge che nell'incursione è stato utilizzato un elicottero di proprietà del Governo del Dipartimento di Antioquia. All'epoca dei
fatti il Governatore di Antioquia era l'attuale presidente colombiano, Álvaro Uribe Vélez.
Qualcuno ha voluto tappare definitivamente la bocca a questo criminale, per timore delle sue rivelazioni! Le verità che avrebbe potuto rendere pubbliche davano molto fastidio all'oligarchia colombiana. Ma in questo martoriato paese governa la menzogna, e il silenzio si ottiene con la morte e la violenza.

Associazione Nuova Colombia
www.nuovacolombia.net

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