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(11 Settembre 2010) Enzo Apicella
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(5 Settembre 2009)

26/08 - MANIFESTAZIONE IN VENEZUELA PER LA LEGGE SULL'EDUCAZIONE E CONTRO LE BASI STATUNITENSI IN COLOMBIA

Durante il corteo che si è svolto in Venezuela a favore delle Legge Organica sull'Educazione e contro le basi statunitensi in Colombia, diverse voci si sono

alzate a favore della pace con giustizia sociale e dell´integrazione latinoamericana, manifestando il totale rifiuto all'istallazione delle basi militari dei gringos nel paese confinante. Una manifestazione vivace e colorata, cui si sono aggiunti artisti, musicisti, bambini, giovani e politici che, nonostante i diversi ruoli nella società, concordano sulla necessità di difendere il Latinoamerica da qualunque minaccia imperialista.

Isaías Rodríguez, ambasciatore del Venezuela in Spagna, ha affermato che c'è una relazione diretta fra il golpe in Houndars e le basi yankees in Colombia, che "sono una chiara espressione del fatto che il colpo di stato in Honduras ha rappresentato una prima fase per colpire l'integrazione latinoamericana, e la seconda fase è proprio l'istallazione di queste basi militari con l'obiettivo di completare le minacce con le quali gli Stati Uniti vogliono tornare all'epoca di Bush, ora che è evidente che non esistono differenze sostanziali fra Obama e Bush".

"Noi condanniamo con forza queste istallazioni perché sono un invito alla guerra e noi vogliamo la pace", ha affermato Américo Díaz Núñez, ambasciatore venezuelano in Bielorussia, che aggiunge che esse "sono una minaccia a Unasur e soprattutto a Venezuela ed Ecuador".

Semplice e chiara l'opinione di Martín Sánchez, di nazionalità colombiana e membro del gruppo Expresión Vallenata: "siamo persone che lavorano qui in un paese fratello, che ci ha accolto a braccia aperte e non siamo affatto d'accordo con le basi militari straniere in Colombia".

La profonda condanna espressa in questa manifestazione è perfettamente in linea con l'opinione dei popoli latinoamericani ed anche di svariati governi progressisti: basti pensare che il ministro per la Sicurezza dell'Ecuador, Miguel Carvajal, ha dichiarato che l'accordo militare fra Colombia e Stati Uniti per l'uso di basi militari è contrario alla volontà di pace che l'America Latina vuole consolidare.

Dal canto suo il governo argentino ha ratificato il suo rifiuto rispetto a questa decisione dell'esecutivo colombiano, con le parole del segretario generale della presidenza argentina, Oscar Parrilli: "Noi non condividiamo la decisione del governo della Colombia di facilitare l´istallazione di basi militari".
Da tutto il cono sud si levano dunque voci contro questa manovra voluta dagli Stati Uniti allo scopo di garantirsi una testa di ponte militare nell'ex cortile di casa, supinamente accettata dal narcopresidente fantoccio Alvaro Uribe Vélez, che è disposto a qualunque svendita di sovranità territoriale pur di mantere gli ottimi rapporti col suo potente alleato imperialista e garantirsi così l'impunità.

23/08 - DENUNCIATI NUOVI BROGLI NELL'APPROVAZIONE AL SENATO DEL REFEREDUM SULLA RIELEZIONE DI URIBE

Il 20 agosto l'assemblea plenaria del Senato colombiano ha approvato il testo del referendum sulla modifica della costituzione che permetterebbe al

presidente Uribe di ricandidarsi alle elezioni del 2010. Il dibattito alla Camera è previsto per il 25 agosto; se la proposta fosse approvata, al referendum mancherebbe solo l'esame della Corte Costituzionale (giá puntualmente cooptata da Uribe) per arrivare alle urne. Il candidato presidenziale Germán Vargas ha denunciato che il governo ha avvicinato diversi congressisti per indurli a votare a favore del progetto di legge, dichiarando che adirà alle vie legali se riuscirà a provare una comprovendita di voti; il presidente narco-paramilitare Uribe aveva già ottenuto in modo fraudolento la rielezione nel 2006, come dimostra la sentenza di condanna della Corte Suprema di Giustizia della Colombia verso Teodolindo Avendaño e Iván Díaz Mateus, corrotti dal governo per favorire l'approvazione della riforma costituzionale che ha reso possibile la rielezione, nell'ambito dello scandalo della "Yidispolitica"( che prende il nome dalla ex congressista Yidis Medina, anch'essa condannata nello stesso processo).

Il tentativo di ottenere per la terza volta consecutiva la poltrona presidenziale si scontra con l'opposizione di diverse organizzazioni: il vertice sociale e politico che si riunisce in questi giorni nella capitale colombiana, con la partecipazione di organizzazioni sindacali, comunitarie, indigene, giovanili, culturali, ambientaliste e politiche di opposizione al regime uribista, approverà nei prossimi giorni la realizzazione di grandi mobilitazioni contro la rielezione e le politiche antisociali del governo.
Il narco-presidente, protagonista con la sua cricca di continui scandali, prosegue nella sua strada per ottenere l'ennesima elezione truccata, grazie all'appoggio dell'oligarchia, dei paramilitari e di Washington; e per ottenere l'impunità non esita a svendere la sovranità nazionale (cedendo agli USA il controllo di sette basi militari) e a continuare i suoi loschi traffici coi narcotrafficanti che finanziano le sue campagne elettorali e con i paramilitari che minacciano interi villaggi per estorcere un voto a lui favorevole.

20/08 - CORREA: "SPERIAMO CHE LA COLOMBIA NON DEBBA CHIEDERE PERDONO A TUTTA L'AMERICA LATINA PER LE PROPRIE BASI CONSEGNATE AGLI USA!"

Il presidente colombiano Alvaro Uribe è tornato a chiedere perdono all'Ecuador per il bombardamento che le sue truppe realizzarono il 1 marzo 2008 nella
regione di Sucumbíos, senza tuttavia impegnarsi a collaborare con le autorità ecuadoriane nella ricerca e condanna dei responsabili di tale gesto di pirateria internazionale, che ha condotto alla rottura da parte dell'Ecuador delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. In tale operativo fu ucciso il capo della diplomazia delle FARC-EP Raúl Reyes, insieme ad una ventina di guerriglieri, ad un cittadino ecuadoriano e a quattro studenti messicani che si trovavano nell'accampamento temporaneo delle FARC-EP per ragioni accademiche.

L'impegno concreto nella collaborazione per fare luce su tale delitto rimane, per il presidente Correa, conditio sine qua non ai fini del ristabilimento delle relazioni diplomatiche con la Colombia. Dopo aver ricevuto, per l´ennesima volta, soltanto parole da parte colombiana, alle quali non si può attribuire alcun valore (come la storia recente ha ampiamente dimostrato), il presidente Correa ha ironizzato dicendo che "si spera che la Colombia non debba chiedere perdono non solo all'Ecuador, ma a tutta l'America Latina per il nuovo accordo di concessione di basi militari all'esercito USA". Tale accordo va nella direzione opposta a quella di un riavvicinamento tra la Colombia ed i suoi vicini, specialmente Venezuela ed Ecuador, poiché, proprio come il bombardamento in terra ecuatoriana, mira a coinvolgere i paesi limitrofi nel conflitto interno colombiano, estendendo la guerra oltre le frontiere neogranadine, e rappresenta un incredibile atto di destabilizzazione regionale, chiaramente minaccioso nei confronti dell'indipendenza di tutta l'America Latina.

Il Presidente Rafael Correa, da parte sua, esige risolutamente che la Colombia abbandoni senza ambiguitá la dottrina della "extraterritorialitá", facendo appello alla quale lo Stato colombiano ha bombardato e fatto incursione in Ecuador, sotto direzione della CIA, nella cosiddetta "lotta al terrorismo".
Tuttavia, il popolo colombiano sa che lottare contro il terrorismo vuol dire combattere il regime narco-fascista cappeggiato da Uribe e dal suo governo paramilitare.

17/08 - CHÁVEZ: UNASUR COSTITUIRA' UN GRAN MOVIMENTO CONTRO L'INSTALLAZIONE DI BASI USA IN COLOMBIA

L'Unione delle Nazioni Sudamericane si riunirà il prossimo 28 agosto a Buenos Aires ed in quella data, ha affermato il presidente venezuelano, sarà
discussa la pericolosa situazione creatasi in tutta la regione per la decisione del governo colombiano di concedere, per operazioni militari, sette basi aeree e/o navali colombiane all'esercito USA, nel quadro della strategia guerrafondaia e neo-coloniale portata avanti dal SouthCom del Pentagono.

Chávez ha inoltre dichiarato che nella suddetta riunione si getteranno le basi per un grande movimento continentale di rifiuto della presenza statunitense in America Latina, in difesa della dignità, della sovranità e della pace nella regione.

L'accordo, ancora oscuro in molti aspetti, stipulato tra il narcogoverno di Uribe e l´imperialismo USA, ha generato preoccupazione in tutto il Latinoamerica perché rappresenta un salto di qualità nella politica interventista degli Stati Uniti e minaccia, direttamente e militarmente, i processi progressisti portati avanti da molteplici governi latinoamericani.

D'altra parte, perfino nel congresso colombiano tale accordo viene percepito come una grave violazione della sovranità colombiana, non solo per la presenza stabile di truppe straniere ma anche per la totale impunità di cui godrebbero i soldati gringos nel loro operare in Colombia. Eclatanti rimangono i casi d´impunità di cui godono i soldati Usa dislocati in Colombia, che nel recente passato si sono macchiati di efferati delitti, come lo stupro di minorenni, senza che fosse possibile sottoporli a giudizio. Con questo accordo tali situazioni sono destinate a perpetuarsi, così come l'incremento del traffico di cocaina colombiana, nello stesso modo in cui l´occupazione USA in Afganistan ha scatenato il traffico di oppiacei.

La crescita esponenziale della presenza nordamericana sullo scenario di guerra civile della Colombia, delinea la volontà di Washington e Bogotá di coinvolgere i paesi vicini nel conflitto, creando le condizioni per un intervento militare contro la rivoluzione bolivariana.
Il disperato isolamento di Uribe e la spada di Damocle che pende sulla sua testa (ci riferiamo ad un futuribile processo davanti alla Corte Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità che hanno caratterizzato il suo governo), hanno fatto sì che per ottenere ulteriori appoggio e clemenza venisse perpetrato questo nuovo atto di servilismo e di offesa alla dignità del popolo colombiano, la cui unica possibilitá di difendere la propria sovranitá risiede nella lotta incessante e senza quartiere contro le truppe d´invasione a stelle e strisce.

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Associazione nazionale Nuova Colombia

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