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I Prigionieri Palestinesi

I Prigionieri Palestinesi

(11 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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Clamori dalla Colombia!

(20 Settembre 2009)

17/09 - L´AMBASCIATORE USA IN COLOMBIA MENTE SPUDORATAMENTE: "CON L´ACCORDO MILITARE NIENTE CAMBIERÁ"
Intervistato recentemente da una delle due agenzie (dis)informative piú importanti dell´oligarchia colombiana (Caracol), l´ambasciatore statunitense a Bogotá, William Brownfield, ha rilasciato dichiarazioni quantomeno sconcertanti.
Secondo questo losco personaggio, giá ambasciatore a stelle e strisce a Caracas tra il 2004 e il 2007, dove appoggió in modo risoluto e contribuí a riorganizzare la traballante `opposizione´ golpista, con l´accordo sulle basi "sostanzialmente non cambierá nulla".
Brownfield ha anche affermato che il suddetto accordo "ha il fine di aggiornare gli accordi del 1952, 1962 e 1974, e si vedranno le stesse missioni, lo stesso numero di partecipanti, lo stesso equipaggiamento, lo stesso numero di aerei".
`Ambasciator non porta pena´, ma nel caso di questo texano ultra-reazionario, neanche memoria: non una menzione al Plan Colombia, che viene ignorato nelle suddette dichiarazioni, né al fatto che con esso la Colombia sia diventata all´inizio del nuovo millennio il terzo ricettore di aiuti militari statunitensi al mondo, dopo Israele ed Egitto.
Difficile immaginare un accordo-quadro di questa portata, che non solo garantirá il controllo di 7 basi militari ed immunitá agli effettivi USA, ma che in aggiunta consentirá loro di usare a proprio piacimento tutte le altre infrastrutture militari colombiane, pensando che nulla cambierá. In gioco c´é la sovranitá del popolo colombiano, la sicurezza e l´autodeterminazione dei paesi limitrofi (Venezuela bolivariano su tutti) ed il diritto alla pace con giustizia sociale per i popoli dell´intera America Latina. E, per Washington ed il regime narco-terrorista di Bogotá, la trasformazione definitiva della Colombia in portaerei USA nell´America centro-meridionale, nonché l´ulteriore puntellamento della sgangherata oligarchia colombiana.
Nonostante gli sforzi dell´amministrazione Obama e del governo colombiano di minimizzare la gravitá dell´accordo militare, il mondo intero sta aprendo gli occhi e si prepara a mobilitarsi contro quest´ennesimo attentato neo-colonialista.

15/09 - IL VENEZUELA ACCUSA LA POLIZIA POLITICA COLOMBIANA DI ESSERE UN CARTELLO DEL NARCOTRAFFICO
Sabato 12 settembre il ministro degli Interni e della Giustizia del Venezuela, Tareck El Aissam, ha dichiarato che il DAS, la polizia politica colombiana, direttamente agli ordini della Presidenza della Repubblica, e l'agenzia antidroga statunitense (DEA) sono "importanti cartelli del narcotraffico".
Il funzionario venezuelano ha fatto queste dichiarazioni in un'intervista, rilasciata in seguito ad un maxi sequestro di marijuana proveniente dalla Colombia, sottolineando che "le autorità colombiane non collaborano alla lotta contro il traffico illecito di droga" e che "la droga esce dal territorio colombiano con la massima impunità".
Il ministro ha poi fatto riferimento alle denunce dell'ex direttore del settore informatico del DAS, Rafael García, in merito alla pianificazione da parte del DAS stesso di "rotte di narcotraffico" verso il Nordamerica utilizzando il territorio venezuelano.
Bogotá in una nota definisce "inaccettabili" queste accuse e afferma che sono "un'offesa alle istituzioni colombiane"; quelle stesse istituzioni colombiane piene zeppe di senatori, congressisti, ex ministri amici personali di Uribe o suoi parenti inquisiti per reati connessi al narcotraffico.
La verità è che il DAS è stato lo strumento del narcopresidente e della sua cricca per garantire libertà di movimento ai corrieri utilizzati per il trasporto di droga e denaro, infiltrare paramilitari in Venezuela, spiare le associazioni per i diritti umani o l'opposizione. E poi, é inutile nascondere il fatto che per un´economia capitalista in crisi strutturale (come quella USA e quella colombiana, che ne é dipendente) il business delle droghe serve a iniettare grosse somme di capitali utili a doparne l´andamento ciclico.

12/09 - PIEDAD CÓRDOBA: "URIBE VIOLA SISTEMATICAMENTE I DIRITTI UMANI"
In seguito all'annuncio di alcuni funzionari del governo di voler denunciare le FARC davanti alla CPI (Corte Penale Internazionale), la senatrice Piedad Córdoba, coordinatrice dei "Colombiani per la Pace" nonché facilitatrice nel processo di interscambio umanitario di prigionieri di guerra fra le FARC ed il governo, ha dichiarato che il presidente Uribe sarà giudicato da quella corte ben prima dei guerriglieri, poiché il suo governo ha violato sistematicamente i diritti umani.
Al Forum Nazionale per i Diritti Umani e la Pace, la battagliera Piedad ha inoltre affermato che secondo le dichiarazioni di ex capi paramilitari, le autorità sono state loro complici in numerosi crimini, ed ha accusato il mandatario colombiano di perpetuare il dolore dei prigionieri e dei loro familiari col negare di sottoscrivere un accordo umanitario poiché, per il suo governo, la vita di poliziotti e militari "non ha lo stesso valore di quella di Ingrid (Betancourt) e di tre statunitensi".
"Uribe viola il Diritto Internazionale Umanitario e viola i protocolli che ne fanno parte e non permette la libertà delle persone che sono in potere delle FARC" ha aggiunto la parlamentare.
L'impossibilità dello scambio e persino della consegna unilaterale di alcuni prigionieri da parte delle FARC dipende integralmente da Uribe, che vivrebbe la vittoria di una soluzione umanitaria come una sua personale sconfitta politico-mediatica. Ecco perché si è mosso con i mezzi militari che gli ha messo a disposizione il Pentagono per riscattare con la forza alcuni prigionieri (anche commettendo dei crimini di guerra), e perché continua a boicottare la liberazione di altri, considerati meno preziosi. Del resto il narcopresidente ha molte volte dimostrato il suo totale disprezzo per la vita umana, preoccupandosi solo di restare al potere e garantirsi l'impunità per i suoi crimini. Uribe boicotta una soluzione non cruenta di questo problema, e continuerá a farlo ancora, a maggior ragione in questa fase di furibonda campagna rielezionista.

09/09 - IL GOVERNO COLOMBIANO CONTINUA AD OSTACOLARE LE LIBERAZIONI UNILATERALI DI PRIGIONIERI DI GUERRA!
L'arresto da parte dell'esercito colombiano di Ramiro Valbuena, che presumibilmente era il messaggero incaricato di portare a Piedad Córdoba le prove di
vita di alcuni prigionieri di guerra in potere delle FARC, ha causato grande disappunto tra i familiari dei prigionieri stessi. In un'intervista rilasciata all'emittente Telesur José Uriel Pérez, zio del sergente Luis Alfonso Beltrán Franco, detenuto dalla guerriglia, ha affermato che "lo Stato non avrebbe dovuto mettersi di traverso nella consegna le FARC hanno dichiarato la volontà di consegnarli unilateralmente ed è lo Stato quello che si oppone, il governo, il capo dello Stato, mentre io credo che dovrebbe piuttosto dare tutte le garanzie affinché questi ragazzi tornino alla vita".
Uriel Pérez ha inoltre dichiarato che il Governo "non si è solo opposto alla consegna , ma ha ostacolato sistematicamente la liberazione dei nostri amati parenti", sottolinenado che anche i prigionieri sono servitori pubblici, e che l'esecutivo ha "il cinismo e la sfacciataggine di lasciarli vivere sui monti".
Ramiro Valbuena, che conservava in una memoria USB le prove di vita di 4 militari e sei poliziotti, è stato successivamente liberato per via delle gravi irregolarità dell'arresto: il suo avvocato riferisce che "non gli è stato manifestato il motivo della detenzione, non gli è stato garantito il diritto ad una telefonata, è stato interrogato tutta la notte in un hotel senza la presenza dell'avvocato difensore, sono stati violati i suoi diritti umani".
Nella sua personale partita mediatica il narcopresidente Uribe non ha minimamente a cuore la sorte dei prigionieri; questo cinico individuo si preoccupa solo del danno di immagine che gli provocherebbe una liberazione unilaterale da parte delle FARC, e per evitarlo ha già dimostrato di essere disposto a commettere qualunque tipo di crimine, persino bombardare le coordinate dei luoghi prescelti per le liberazioni.

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Associazione nazionale Nuova Colombia

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