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Morire in Afghanistan

Morire in Afghanistan

(29 Luglio 2010) Enzo Apicella
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(21 Ottobre 2009)

19/10 - LA RIELEZIONE DI URIBE ATTRAVERSO LA CORRUZIONE

Violando ogni procedura legale, Álvaro Uribe Vélez sta cercando in tutti i modi di far passare una legge che gli permetterebbe di restare a capo del governo
fino al 2014.

In vista delle prossime elezioni presidenziali del 2010 in Colombia, il presidente Uribe, spalleggiato dalla sua cricca di corrotti e corruttori, si è dedicato anima (da anni venduta al diavolo) e corpo (grondante del sangue delle vittime del terrorismo di Stato) a far passare ulteriori modifiche alla costituzione, poiché quelle effettuate col ricatto e la compravendita di voti nel 2003 non sono sufficienti a consentirne una seconda -e consecutiva- rielezione.

Il 28 aprile scorso, un gruppo di sostenitori della legge rielezionista ha iniziato a raccogliere firme; in teoria ne sarebbero state raccolte circa 5 milioni, frettolosamente recapitate al ministero in furgoni blindati (pagati dai contribuenti ma anche dalla DMG, la più grande piramide finanziaria colombiana collassata fraudolentemente). Della raccolta delle firme si è occupato un comitato promotore riunito in una associazione "senza fini di lucro", chiamata `Primero Colombia´ ed il cui presidente è Luis Guillermo Giraldo, attualmente indagato dalla magistratura per frode processuale, il quale avrebbe incassato diverse centinaia di migliaia di dollari per la raccolta firme (alla faccia del no profit!) senza peraltro chiarire i metodi usati da questa associazione per "convincere" la gente a firmare.

Il risultato attuale della convalida delle firme è di 3.909.825 dichiarate accettabili sulle 5.021.873 presentate.

Altre denunce hanno smascherato il fenomeno "Feria de Notaria", che consiste nell'elargizione di favori in cambio di firme; un esempio concreto è il senatore uribista Alirio Villamizar, indagato per aver assegnato con questo sistema diversi incarichi nell'amministrazione pubblica, nella cui abitazione (durante la perquisizione ordinata dalla Corte Suprema di Giustizia ai primi di settembre) sono stati ritrovati 730 milioni di dollari.

Il narco-paramilitare Uribe è impegnato a fare politica esclusivamente per il suo tornaconto, dell'oligarchia e di paramilitari e narcotrafficanti, spalleggiato dagli Stati Uniti che in cambio della sua impunità fanno della Colombia la testa di ponte dell'imperialismo in Sudamerica.

La Colombia ha bisogno di un governo democratico e patriottico che lavori per rimuovere le cause che hanno generato il conflitto armato che il paese vive da decenni, e non di criminali arrivisti come il narco-presidente Uribe, che quando non è impegnato a farsi promulgare leggi ad personam riceve da USA e Israele forniture di armi e consulenza militare per formare reparti dell'esercito e paramilitari da usare nella guerra sporca contro il popolo colombiano.

Il governo, invece di occuparsi degli interessi personalistici dei delinquenti che lo compongono, dovrebbe preoccuparsi di dare risposte costruttive e garanzie alla proposta di scambio di prigionieri avanzata dalle FARC, quale passaggio importantissimo nel percorso che dovrebbe portare ad una soluzione politica del conflitto sociale ed armato colombiano.

16/10 - MARCIA INDIGENA CONTRO IL GOVERNO COLOMBIANO

Domenica 11 ottobre circa 10.000 indigeni hanno iniziato una marcia di 40 km per protestare contro il mancato rispetto, da parte del governo Uribe, degli
accordi firmati nel 2008 dopo una lunga marcia in cui la repressione di esercito e polizia aveva provocato due morti e centinaia di feriti.

Elides Pechené, massima autorità dei popoli indigeni del dipartimento del Cauca, ha detto che la marcia, partita da Santander de Quilicha, si concluderà venerdì 16 nella città di Cali, a circa 300 km a sud ovest di Bogotá; ha aggiunto che da pochi giorni le comunità indigene si sono riunite con diversi ministri, che "continuano imperterriti a dire che realizzeranno le promesse, ma lentamente, il che per noi è esasperante".

Un'altra importante leader indigena del Cauca, attualmente candidata al Senato della Repubblica, Aida Quilcué, ha spiegato che le marce sono state convocate anche contro "l'installazione in Colombia di basi militari statunitensi e l'eventuale rielezione" di Álvaro Uribe. Gli organizzatori prevedono un affluenza di 30.000 persone.

Un anno fa le comunità indigene colombiane avevano compiuto una lunga marcia nel paese, esigendo la fine della violazione dei diritti umani nei loro confronti, dell'aggressione e dell'occupazione del territorio, e modifiche legislative per impedirne il saccheggio, nonché l'adozione della dichiarazione dell'Onu sui popoli indigeni.

Il governo, quando è messo alle strette, fa le sue promesse, salvo poi non comportarsi di conseguenza; del resto, il narco-presidente Uribe è un bugiardo matricolato. In occasione della manifestazione dell'ottobre 2008, in seguito alla morte di due nativi, aveva dichiarato che la polizia non aveva sparato sui manifestanti; salvo poi ammettere il contrario quando un video della CNN lo ha smentito clamorosamente. Di fatto Uribe rappresenta quella oligarchia che da secoli rapina il territorio colombiano ai danni di indigeni, afrodiscendenti, lavoratori e contadini, e non può e non vuole fare nulla per modificare questa situazione, salvo promesse che non ha alcuna intenzione di mantenere.

14/10 - PROGRAMMA DEL MINISTERO ASSEGNA 694 MILIONI DI PESOS A NARCOTRAFFICANTE

Il programma del Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, l'Agro Ingreso Seguro (AIS), che nelle dichiarazioni del governo dovrebbe rappresentare il
programma per i sussidi ai contadini col pomposo obiettivo di "ridurre la diseguaglianza nel settore agricolo" e favorire il ritorno dei contadini poveri alle terre coltivabili usurpate dal paramilitarismo di Stato, ha assegnato un sussidio pari a 194 milioni di pesos (77.600 $) ed un credito preferenziale (senza obbligo di garanzia) pari a 500 milioni di pesos (200.000 $) a Ismael Augusto Pantoja Carrillo, alias 'El Negro', narcotrafficante estradato negli Stati Uniti attualmente detenuto in un carcere del New Jersey.

Questo mafioso avrebbe ricevuto il credito nel gennaio del 2008, all'interno della piattaforma per le micro, piccole e medie imprese rurali.

Oltre allo scandalo connesso all'assegnazione di fondi pubblici ad un mafioso, salta agli occhi in generale il carattere classista della politica economica del narco-presidente Álvaro Uribe Vélez, che permea tutte le istituzioni del paese e si concretizza, fra l'altro, nei considerevoli regali fatti ad un gruppo di famiglie di politici e latifondisti, soprattutto in alcuni dipartimenti della costa Atlantica; la stessa oligarchia che, guarda caso, ha sostenuto la campagna elettorale di Uribe ed i gruppi paramilitari del paese, amici del presidente.

In proposito, il fraudolento programma Agro Ingreso Seguro é servito in particolar modo a elargire soldi che sono finiti sui conti bancari di parenti stretti di quei parlamentari colombiani che, maggiormente, si erano spesi in fase di promozione/approvazione del referendum rielezionista al Congresso della Repubblica.

Il suo immediato responsabile, il ministro dell'agricoltura Felipe Arias (detto "Uribito", poiché sembra un giovane clone di Uribe), non solo non ha avuto la decenza di dimettersi e di rinunciare alla prospettiva di candidarsi alle elezioni presidenziali nel 2010 (qualora Uribe non si potesse ripresentare), ma ha anche avuto la sfacciataggine di affermare che "per diminuire la disuguaglianza era necessario dare più soldi ai ricchi" (sic!)

Questi politici mafiosi non possono e non devono continuare ad opprimere il popolo colombiano nella più totale impunità, forti del silenzio complice della cosiddetta "comunità internazionale".

11/10 - CONDANNATO EX PARAMILITARE PER L'ASSASSINIO DI MEMBRI DELL'UNION PATRIOTICA

La corte di appello di Cundinamarca ha condannato Narciso Fajardo Manrique, alias "Rasguño", a 16 anni e 8 mesi di carcere per l'assassinio di due leader comunali della Unión Patriótica, il movimento politico di opposizione sterminato da esercito e narco-paramilitari nel corso degli anni ottanta.

In una precedente sentenza, di fronte a un giudice per i diritti umani, Rasguño aveva riconosciuto la propria responsabilità in crimini quali il sequestro, la tortura e l'omicidio aggravato.

Questo duplice omicidio è stato commesso il 31 marzo 2001, nella zona rurale del municipio Caparrapí, nel dipartimento di Cundinamarca, dove i paramilitari delle AUC hanno sequestrato dalle proprie case Romero Montero e José Manuel Mahecha, successivamente torturati e uccisi; questo delinquente è attualmente detenuto presso il carcere La Picota di Bogotá.

La strategia dell'oligarchia colombiana di eliminare sistematicamente qualsiasi voce di dissenso attraverso il paramilitarismo di Stato è una realtà confermata, oltre che dalle innumerevoli testimonianze di leader popolari e sindacali, anche da quei segmenti della magistratura non totalmente cooptati dall'uribismo, e la pratica di "chiudere la bocca" attraverso la violenza indiscriminata contro il popolo è nota ai colombiani da decenni; invece di aprire una seria discussione sul tema di una soluzione politica del conflitto, il governo fascista e terrorista della Colombia minimizza questi orrendi crimini, di fronte ai quali il narco-presidente Uribe ha la sfacciataggine di parlare ancora di "Sicurezza Democratica".

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