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(26 Agosto 2010) Enzo Apicella
"The Negro Motorist Green Book" era la guida che permetteva ai Neri di viaggiare negli Usa segregazionisti utilizzando le poche strutture (mezzi di trasporto, alberghi, ristoranti, negozi...) che non negavano loro l'accesso.

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Clamori dalla Colombia

(29 Ottobre 2009)

28/10 - CONGRESSO USA DESTINA 46 MILIONI DI DOLLARI PER LA BASE DI PALANQUERO IN COLOMBIA

Gli Stati Uniti destineranno 46 milioni di dollari per potenziare la base militare di Palanquero in Colombia (a circa 200 km a Nord Ovest di Bogotá), confermando quanto stabilito il 7 maggio 2009; il Congresso statunitense ha infatti approvato il preventivo del 2010 del Dipartimento della Difesa, che arriva alla cifra stratosferica di 680 miliardi di dollari.

Secondo il sito internet del Senato USA, questo provvedimento (che deve ancora essere firmato da Obama) sarà operativo 15 giorni dopo "la data in cui il segretario della Difesa, Robert Gates, avrà certificato che si è raggiunto un accordo con il governo della Colombia che garantisca l'accesso e l'uso delle infrastrutture della base aerea".

Il ministro della Difesa colombiano, Gabriel Silva, è stato a Washington il 26 ottobre in visita ufficiale per trattare alcuni aspetti di questo accordo.

Il Comando Sud degli USA stabilisce in tal mondo una base che gli garantisce la mobilità aerea in tutto il continente sudamericano, poiché dalla base di Palenquero, con un aereo C-17 e avendo a disposizione del carburante nell'aeroporto di destinazione, si potrebbe coprire l'intero continente (esclusa la Terra del Fuoco).

Al di là delle vaghe promesse e rassicurazioni, come hanno spiegato i presidenti Correa e Morales quando gli Stati Uniti si trovano in una base militare utilizzano le loro forze in molti aspetti ben oltre qualunque impegno originale.

L'imperialismo militarizza la regione, come dimostrato dallo spiegamento della IV flotta, dal Carrier Strike Group (la nuova e potentissima task-force aeronavale per il presidio dei mari latinoamericani, il cui comando operativo sarà attivato a San Diego, in California), e dalle nuove basi in Colombia e Panama. Tuttavia, esso non si limita alla sfera prettamente militare: tramite operazioni d'intelligence cerca di destabilizzare i governi progressisti dell'area (infiltrazioni del Das e dei paramilitari in Venezuela, moti "secessionisti" in Bolivia, il tentativo di delegittimare il presidente Correa in Ecuador grazie a campagne di terrorismo mediatico). Impiega cioè tutti i mezzi di cui dispone per non perdere quello che, illusoriamente, continua a considerare come proprio "cortile di casa".

Dal canto suo, il narco-presidente colombiano Uribe non cessa di perseguire impunità ed immunità con il disegno rielezionista e con la totale subordinazione geopolitica e militare della Colombia agli interessi strategici del Pentagono. Per questo, ma non solo, verrà giudicato e condannato dalla storia e dai popoli latinoamericani.

26/10 - IL VENEZUELA DENUNCIA UN MACABRO PIANO DI DESTABILIZZAZIONE DA PARTE DELLA COLOMBIA

Il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha denunciato, in un messaggio di protesta indirizzato al Ministero degli Esteri colombiano, "la reiterata presenza di funzionari del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza - DAS (la polizia politica colombiana agli ordini di Uribe, N.d.T.) in territorio venezuelano, scoperti a realizzare attività di spionaggio e tentativi di corruzione..."

La denuncia, formulata nello specifico dal Ministero del Potere Popolare per le Relazioni Estere, precisa che nelle investigazioni realizzate sono stati sequestrati abbondante materiale e documenti relativi ad un "gran piano di cospirazione e destabilizzazione ai danni del Venezuela, con ripercussioni nella regione, cosa che contravviene i principi del Diritto Internazionale che reggono le relazioni tra stati sovrani."

La Repubblica Bolivariana del Venezuela esige alla Colombia la cessazione immediata delle attività spionistiche e terroristiche del DAS nel proprio territorio, così come "la sospensione di qualsiasi attività che attenti alla sovranità, all'integrità territoriale ed alla stabilità democratica del Venezuela."

Lunedì scorso il Vicepresidente venezuelano Ramón Carrizáles ha affermato che la Colombia deve porre fine all'infiltrazione di paramilitari ed agenti statali in territorio venezuelano, e che gli otto colombiani uccisi nello stato del Táchira nei giorni scorsi sarebbero legati al para-militarismo.

Domenica 25 ottobre, invece, il giornalista ed ex Vicepresidente José Vicente Rangel aveva denunciato che il suddetto piano si chiama "Falcón", e che i documenti interni del DAS rinvenuti dalle autorità venezuelane dimostrano che ne sono al corrente Alvaro Uribe, il cancelliere Jaime Bermúdez, l´ex ministro della difesa Juan Manuel Santos, il generale Freddy Padilla ed il comandante dell´intelligence delle forze militari colombiane, ammiraglio Alvaro Echandía.

Come reso pubblico da Rangel, il DAS poggia su finanziamenti e strumenti messi a disposizione dalla CIA e dall'ambasciata USA a Caracas, e piani analoghi sono stati messi in moto anche in altri paesi: "Il nome del piano contro il Venezuela é `Falcón´, quello in Ecuador `Salomón´ e quello contro Cuba `Fénix´, ha spiegato Rangel nel corso del suo programma domenicale televisivo "José Vicente Hoy". Un dato di fatto è incontrovertibile: lo Stato colombiano ed il regime uribista sono una minaccia e rappresentano un fattore permanente di destabilizzazione nei confronti dei paesi bolivariani ed antimperialisti dell'America Latina, e come tali vanno affrontati e combattuti.

23/10 - L'ONU CHIEDE A URIBE DI NON STIGMATIZZARE LE ASSOCIAZIONI PER I DIRITTI UMANI

In un' udienza al Congresso statunitense, la Relatrice Speciale dell´Onu Margaret Sekaggya ha chiesto al governo colombiano di smettere di stigmatizzare gli attivisti per i Diritti Umani, e di indagare sulle loro denunce in merito alle minacce che subiscono continuamente.

"Il governo dovrebbe indagare e processare quelli che fanno queste minacce", ha affermato Sekaggya, ricordando che "esiste ancora un livello di impunità molto alto".

A titolo esemplificativo, ricordiamo che nel 2004, davanti al Parlamento Europeo di Strasburgo, il presidente Uribe aveva duramente criticato il lavoro di queste organizzazioni affermando che "non si può utilizzare il tema dei Diritti Umani come scusa per dare copertura ai terroristi".

Nel settembre scorso, durante la sua visita in Colombia, la relatrice aveva già chiesto al governo di cessare "la stigmatizzazione e le dichiarazioni pubbliche contro le associazioni per i Diritti Umani", ottenendo la promessa di un impegno in questo senso.

"Un impegno che ora il governo deve mantenere", ha dichiarato Sekaggya, che ha inoltre richiesto la distruzione degli archivi con le informazioni ottenute illegalmente su attivisti e oppositori politici dal DAS (la polizia politica) e da altre emanazioni del governo.

Il congressista statunitense James McGovern, che presiedeva l´udienza, ha sottolineato che la Colombia ha fornito il contenuto di questi archivi agli USA e ad altri paesi: "Occorre sopprimere questi archivi. E´ una questione internazionale". McGovern ha inoltre rilasciato dichiarazioni alla stampa secondo le quali gli Stati Uniti non ratificheranno il Trattato di Libero Commercio con la Colombia "a meno che non migliori la situazione dei Diritti Umani in questo paese".

L´ambasciatrice colombiana negli USA ha provato vanamente a difendere il proprio governo, ed ha sfiorato il ridicolo affermando che "ci sono stati alcuni passi nella direzione del dialogo" con le associazioni in difesa dei Diritti Umani. Il che, tradotto, vuol dire: continueremo a fare la guerra a queste associazioni con tutti i mezzi possibili (legali e soprattutto illegali), ma cercheremo di avviare dei "dialoghi" con loro.

Che il governo colombiano mantenga una promessa di questo tipo è impensabile, visto che è il promotore della campagna di discredito delle ONG che si occupano di Diritti Umani, costantemente minacciate e spiate da agenzie governative.

Finché la Colombia sarà governata da un regime narco-paramilitare, che viola costantemente i diritti umani e che accusa di "terrorismo"quanti si oppongono al vero terrorismo, quello di Stato, gli attivisti di ONG, gli oppositori politici e sociali, gli studenti, i contadini, i sindacalisti e gli indigeni saranno visti come il "nemico interno" da sterminare.

E gli Stati Uniti, dal canto loro, continuano a presentare una doppia facciata: da un lato "tirano le orecchie" a Uribe, e dall'altro, di fatto, ne sostengono costantemente l´immunità per neocolonizzare meglio la Colombia, la cui sovranità viene svenduta agli interessi delle multinazionali e dell'imperialismo.

21/10 – IN AUMENTO LE PROTESTE IN COLOMBIA

Sempre più grande il dissenso popolare nei confronti della politica di Uribe, espresso nelle ultime settimane attraverso numerose manifestazioni di massa realizzate in tutto il paese.

Le mobilitazioni convocate dalla Gran Coalición Democrática (GCD) e dai movimenti sociali rappresentano una degna risposta popolare alle politiche uribiste di totale cecità verso le reali necessità del paese, a fronte degli interessi personali e privati del narco-presidente come la legge incostituzionale e fraudolenta per la rielezione e la svendita della sovranità nazionale attraverso l'ennesimo accordo-capestro relativo all'installazione di svariate basi militari statunitensi.

Il movimento popolare rappresentato da indigeni, afrocolombiani, contadini, sindacati, universitari, studenti medi e organizzazioni di difesa dei diritti umani ha invaso strade e piazze in tutto il paese; la risposta del governo al sentimento della maggioranza dei colombiani è stata quella di scatenare una violenta repressione attraverso le forze di polizia, con pestaggi e incarcerazioni.

Tarcisio Mora, presidente della confederazione sindacale della Central Unitaria de Trabajadores (CUT) ha dichiarato nella Plaza de Bolívar (Bogotá), di fronte a migliaia di colombiani e colombiane, che il potere di Uribe sta per essere abbattuto dalle mobilitazioni di massa, mentre Guillermo Baquero, presidente dell'Associazione Colombiana degli Studenti Universitari (ACEU) è intervenuto sostenendo che con Uribe al governo è impossibile risolvere la grave crisi che imperversa nelle università pubbliche colombiane e che la ACEU manterrà alto il livello di lotta al fianco di tutte quelle organizzazioni che cercano soluzioni reali ai gravi problemi del paese, denunciando l'incarcerazione di 7 studenti, il ferimento di altri 7, ed oltre 100 studenti dispersi con la forza da un presidio.

Le dinamiche di questi eventi mettono in evidenza la piena sfiducia che il popolo colombiano nutre nei confronti di questo governo illegittimo, che dal canto suo mette in campo una spietata repressione per cercare di imporre il silenzio a quei settori che manifestano il proprio dissenso, ricorrendo ad un autoritarismo sfacciato (la cosiddetta "Sicurezza Democratica"!) per colpire l'opposizione sociale con la violenza, con il compiaciuto appoggio di oligarchie, multinazionali e banche addette al riciclaggio dei proventi del narcotraffico in USA ed Europa, con il complice silenzio della comunità internazionale.

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Associazione nazionale Nuova Colombia
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