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Il progresso della pace

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(8 Luglio 2010) Enzo Apicella
Di accordo in accordo... il muro della vergogna avanza nel territorio palestinese

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Clamori dalla Colombia

(21 Novembre 2009)

20/11 - LE FARC CHIAMANO GLI ABITANTI DELLA FRONTIERA COLOMBO-VENEZUELANA A FORMARE COMITATI ANTIMPERIALISTI

Attraverso un comunicato del Segretariato dello Stato Maggiore Centrale, datato 13 novembre 2009 e diffuso in questi giorni dall'Agenzia di Notizie ANNCOL
(http://anncol.eu/), la più importante organizzazione guerrigliera dell'America Latina torna a pronunciarsi con forza contro lo sciagurato accordo militare Obama-Uribe: "Si tratta di trasformare la Colombia nella testa di ponte della strategia del padrone del nord, per impedire che processi sociali come quello venezuelano proseguano verso la realizzazione del progetto bolivariano di sovranità ed integrazione latinoamericana, garantiscano ai nostri popoli la maggior quantità di felicità possibile, diventino realtà."

Sottolineando i pericoli del quadro che si è venuto a creare, l´insorgenza rivoluzionaria afferma che "la situazione è grave", precisando che "l´obiettivo è evitare che la dirigenza ed il popolo venezuelani continuino a percorrere il sentiero che i nostri Libertadores hanno tracciato". Gli sciacalli locali, le oligarchie, "sono terrorizzate dalla possibilità di perdere i loro privilegi e che quest'esempio s'irradi, come sta accadendo, in tutta la nostra America".

Contrariamente alla propaganda martellante e pneumatica dei media capitalisti di tutto il mondo, che sventolano lo spauracchio del conflitto tra Colombia e Venezuela, secondo le FARC "lo scontro è tra le oligarchie che detengono il potere, facendo l´impossibile per mantenerlo, ed i popoli della nostra America", allertando che "siamo tutti obbligati a dare una giusta risposta, fraterna, internazionalista e priva d'ingannevoli nazionalismi".

In tal senso, la guerriglia bolivariana "convoca gli abitanti di entrambi i versanti della frontiera a formare comitati antimperialisti che diventino muraglie insuperabili contro le quali si schiantino le ambizioni imperiali ed intorno a cui si consolidino i vincoli fraterni e bolivariani tra i nostri popoli".

18/11 - GRAVE PROVOCAZIONE DEL DAS ALL´INCONTRO INTERNAZIONALE SULL'ACCORDO UMANITARIO E LA PACE

Sabato 14 novembre, durante l'Incontro Internazionale e Nazionale per l'Interscambio Umanitario e la Pace, che si è tenuto nella città di Cali (dipartimento del
Valle del Cauca), tre agenti del DAS (la polizia politica colombiana), identificati a posteriori, hanno cercato di sequestrare uno dei partecipanti all'incontro introducendolo a forza in un taxi; gli agenti non avevano mostrato alcun distintivo né esibito un ordine di cattura.

Centinaia di delegati hanno reagito immediatamente, ritenendo si trattasse di una azione illegale per fare sparire o assassinare l'attivista, secondo modalità purtroppo molto frequenti nel paese; la Guardia Indigena ha successivamente detenuto i tre agenti, verificandone l'identità e sequestrando le loro armi.

L'incontro, nato su iniziativa di diverse organizzazioni popolari, sindacali e politiche, si proponeva l'obiettivo di ratificare l'impegno dei partecipanti per l'accordo umanitario e per il raggiungimento della pace con giustizia sociale, e di rifiutare categoricamente il terrorismo di stato di Uribe Vélez e la sua cosiddetta "Sicurezza Democratica".

Il direttore del DAS, Felipe Muñoz, invece di insultare la senatrice Piedad Córdoba (fra le prime ad avvertire media e difensori dei diritti umani sul tentato sequestro) farebbe bene a spiegare i motivi di questa grave provocazione; di certo non è la prima volta che questa istituzione corrotta, mandante operativa del paramilitarismo e coinvolta nel narcotraffico, alle dirette dipendenze del narcopresidente Uribe, compie intimidazioni ed attentati per sabotare incontri umanitari e democratici, seguendo le indicazione del mafioso a capo del governo colombiano che non ha mai nascosto il suo odio per le associazioni che si battono per i diritti umani, e per chiunque si opponga alla sua politica guerrafondaia.

15/11 - CHÁVEZ: "URIBE È UN MAFIOSO, NON C'E' POSSIBILITÀ DI DIALOGO COL GOVERNO COLOMBIANO!"

Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez, ha dichiarato sabato 14 novembre scorso che non è possibile alcuna conversazione

con il suo omologo colombiano, Álvaro Uribe. In una cerimonia al Teatro Municipale di Caracas in onore dei 5 eroi cubani (ingiustamente detenuti nelle carceri statunitensi per le loro attività anti-terroriste contro la mafia cubano-americana di Miami), Chávez ha dichiarato che Uribe è l'agente "dell'impero con lo scopo di porre fine alla Rivoluzione Bolivariana, e di frenare ed ostacolare l'unità sudamericana". "Non ho nulla da dire a quel mafioso di Uribe", ha aggiunto.

"L'intento di Uribe", ha proseguito, "è quello di trasformare la Colombia in una grande base militare statunitense; questo è quel che sta realmente accadendo, perché i militari yankees avranno libertà di movimento e di fare il bello e il cattivo tempo in tutta la Colombia, e non solo nelle sette basi, senza alcuna restrizione, comprese le frontiere con Venezuela, Brasile ed Ecuador".

Chávez ha poi ribadito che con le nuove basi gli Stati Uniti "potranno muoversi per aria e per terra. Ora la Colombia non è sovrana, ma un giorno la Colombia sarà veramente libera!".

"Non c'è niente da dire ad un governo come questo. Se qualcuno vuole parlare con il vero governo della Colombia, questo è a Washington", ha concluso.

I tentativi del narcopresidente Uribe di riconquistare un po' di credibilità nella regione sono vani quanto affannosi; del resto cercare un dialogo quando le decisioni sono già state prese e gli accordi firmati è puerile, oltre che ridicolo; circostanza che non ignora affatto il Presidente Chávez, che ha ben chiaro il pericolo per il suo paese e per tutto il Cono Sud rappresentato da queste basi, un vero insulto alla sovranità colombiana (svenduta da Uribe in cambio della impunità che gli Usa gli garantiscono) ed alla pace con giustizia sociale a cui i popoli latinoamericani legittimamente aspirano.

10/11 - ASSOCIAZIONE CONTADINA DI ARAUCA DENUNCIA L'OMICIDIO DI UN SUO ATTIVISTA

L'ACA (Associazione Contadina del dipartimento di Arauca) denuncia l'ennesimo omicidio di un proprio militante, nella fattispecie Raúl Medina Díaz, abitante
di Arauquita, avvenuto nel quartiere di San Isidro del municipio stesso la mattina di giovedì 5 novembre, alle 6.30.

L' ACA, nata nel 2000 per contribuire a risolvere gli squilibri economici e sociali del dipartimento di Arauca e con l'obiettivo di raggiungere una reale riforma agraria, denuncia pubblicamente gli omicidi selettivi verso i contadini militanti dell'associazione.

Poiché in maggio la polizia aveva compiuto arresti indiscriminati in questa zona, fermando decine di persone con la solita accusa di "terrorismo", viene da chiedersi se tutto l'interesse del regime colombiano per questo martoriato dipartimento di frontiera non sia "per caso" legato alla presenza del più lungo ed importante oleodotto colombiano (il Caño Limón-Coveñas, con una portata di circa 96.000 barili al giorno), presidiato con centinaia di marines e di mercenari USA dislocati lungo il percorso a protezione di uno strumento formidabile per il saccheggio delle risorse colombiane da parte di multinazionali straniere.
E' evidente la strategia per cui le associazioni che si battono per i diritti dei contadini della zona sono prese di mira dal narco-governo colombiano e dai suoi sicari paramilitari, due facce della stessa medaglia, disposti a tutto pur di salvaguardare i privilegi dell'oligarchia e delle multinazionali.

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Associazione nazionale Nuova Colombia
http://www.nuovacolombia.net

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