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(30 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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(30 Gennaio 2010)

28/01 - IL DELIRIO DI URIBE E’ SENZA FINE: ORA ANCHE GLI STUDENTI DEVONO ESSERE INFORMANTI DELL’ESERCITO!

Anche se la putrefazione morale e la sfacciataggine politica del governo colombiano, a cui ci ha abituati, sono cosa risaputa, non per questo cessano di provocare nausea e vomito le sue guerrafondaie “sortite”, sempre agli antipodi
di quella che dovrebbe essere un’amministrazione etica e democratica della res publica.
L’ultimo delirio -in ordine di tempo- della saga del paramilitare Uribe e dell’esecutivo mafioso e terrorista che presiede, si è manifestato in questi giorni a Medellín, dove il narco-presidente ha annunciato che gli studenti passeranno a formar parte delle famigerate reti dei “sapos”, gli informanti prezzolati dal regime per denunciare alle altrettanto putrefatte autorità i presunti “guerriglieri che si annidano nelle università” e nei quartieri.
La ricompensa come specchietto per le allodole, centomila pesos colombiani, sarà l’ennesimo spreco di denaro pubblico che darà luogo a fiumi di denunce infondate, ma utili a migliaia di giovani senza mezzi e prospettive economici a raccattare le briciole del gigantesco apparato bellico messo in piedi da Uribe.
Il sottobosco di questa scapestrata intenzione è bicefalo: da una parte, assoldare giovani per limare gli inarrestabili aumenti della delinquenza a Medellín e nelle principali città, a dimostrazione dell’essenza perdente della “Seguridad Democrática” del governo, che reprime e militarizza alla follia invece di dare risposte e soluzioni al disagio sociale ed alla mancanza di opportunità; dall’altra, la logica fascista e neo-corporativa del regime che pretende di coinvolgere nel conflitto armato gli studenti, all’insegna del motto “chi non sta con me è un nemico interno”, e del cittadino-soldato difensore della “patria” (della borghesia e dell’oligarchia, non certo del popolo!)
Sull’altare dei sacrificati in nome della “guerra al terrorismo”, ancora una volta l’educazione: a questa va appena il 0,5% del PIL, mentre per la prima viene sperperato (con risultati disastrosi su tutti i fronti) oltre il 7%, una delle percentuali più alte al mondo.
Uribe vuol mandare al massacro gli studenti mentre le scuole si trovano in uno stato di totale abbandono, la mortalità scolare è alle stelle, l’accesso alle università è sempre più ristretto, i docenti delle scuole pubbliche guadagnano salari da fame, il materiale didattico è appannaggio di pochi privilegiati ed il Paese va in rovina, con un tessuto sociale devastato. Più che una prova di forza, quest’ennesima manovra del figlioccio di Pablo Escobar è un tentativo disperato di rammendare una ormai irrimediabilmente lacerata “Seguridad Democrática”. E, naturalmente, di disarticolare la crescente mobilitazione di studenti medi ed universitari colombiani, in lotta per la Nuova Colombia.

25/01 - DENUNCIATI ALLA PROCURA GLI EX MINISTRI DELLA DIFESA SANTOS E OSPINA

Il giornalista Felipe Zuleta Lleras, candidato al senato per il Partito Liberale, ha denunciato alla Procura Generale della nazione gli ex ministri della difesa Juan Manuel Santos e Camilo Ospina, affinché venga aperta una indagine formale sul caso dei “falsos positivos” nel paese, eufemismo di comodo per descrivere la barbara pratica dei sequestri, effettuati con l’inganno (ad esempio con la promessa di un posto di lavoro) o con la forza, di giovani colombiani dei quartieri più poveri che poi vengono assassinati, vestiti con uniformi militari e presentati alla stampa ed all’opinione pubblica come guerriglieri “abbattuti in combattimento”.
L'accusa si basa sull'assassinio di 1700 giovani contadini; Zuleta sostiene che il delitto rischia di restare impunito, perché i militari che il governo colombiano ha destituito (nell’ambito di una manovra demagogica e di facciata) non avevano niente a che fare con questi crimini.
Si consideri comunque che nell'ultimo mese sono stati rilasciati oltre 30 militari, che erano stati accusati di sparizione forzata aggravata, omicidio aggravato ed associazione a delinquere aggravata, in conseguenza della scadenza dei termini di custodia cautelare.
Il giornalista ha segnalato inoltre che si assume di persona la responsabilità della denuncia poiché vuole evitare che i familiari delle vittime siano minacciati (pratica sistematica per inibirne le testimonianze oculari), e conclude affermando che il suo unico desiderio è che siano la giustizia e la procura stesse a tirare le conclusioni dopo aver disposto le indagini contro i due ex ministri della Difesa.
Indipendentemente dalle conclusioni della magistratura, la responsabilità di questi crimini di lesa umanità non può che risalire fino ai più alti vertici militari e politici del Paese, visto il muro di omertà e coperture che essi hanno disposto, nonché il concretizzarsi di atti che li hanno obiettivamente favoriti, come il meccanismo delle ricompense (in premi economici e licenze) nei confronti dei militari che riportano “successi militari” contro la guerriglia: e il comandante in capo delle Forze Armate colombiane, il narcopresidente Álvaro Uribe Vélez, poiché i “falsi positivi” sono più che funzionali alla sua politica criminale e terrorista, resta comunque il primo anello della lunga catena di queste responsabilità.

22/01 - ARRESTATO L'EX PRESIDENTE DEL CONGRESSO PER VINCOLI COL PARAMILITARISMO

La procura colombiana ha arrestato venerdì 22 gennaio l'ex senatore Luis Humberto Gómez, già presidente del Congresso colombiano, con l'accusa di essere vincolato ai gruppi paramilitari.
Gómez, il quale appartiene al partito Conservatore che fa parte della coalizione di governo di Uribe, era già stato in prigione nel 2007 per i suoi nessi con alcuni capi degli squadroni paramilitari nel suo dipartimento, ma i testimoni che lo avevano segnalato come alleato dei paramilitari avevano ritrattato, e perciò la Procura aveva ordinato la chiusura del caso.
Ora pesano contro di lui le testimonianze di diversi ex paramilitari, fra i quali José Wilton Bedoya Rayo, alias “Moisés”, del Blocco Tolima delle AUC, che accusa l'ex senatore di aver pagato 300 milioni di pesos ai paramilitari affinché uccidessero il rappresentante alla Camera Pompilio de Jesús Avendaño, nel 2001.
Secondo Moisés, fra giugno e luglio di quell'anno, il congressista si era riunito in tre occasioni con il capo paramilitare “Elías” per sollecitare la morte di Avendaño; alla terza di queste riunioni avrebbe partecipato anche Eduardo Restrepo, “El socio”, capo paramilitare, narcotrafficante e fondatore del Blocco Tolima delle AUC.
Gómez è anche accusato di avere ricevuto circa 150.000 dollari per finanziare la sua campagna elettorale da “El socio”, pratica questa piuttosto diffusa nel Congresso colombiano, e a cui è tutt'altro che estraneo il narcopresidente Uribe, circondato dalla sua cricca di narco-paramilitari in giacca e cravatta; basti pensare che solo negli ultimi anni, 10 dirigenti politici sono stati condannati, 14 chiamati a giudizio e almeno 70 (inclusi molti congressisti ancora in carica) inquisiti per vincoli col paramilitarismo, corruzione e narcotraffico.

19/01 - COLPI D'ARMA DA FUOCO E LICENZIAMENTI PER 185 LAVORATORI ISCRITTI AL SINDACATO

Il Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Industria Agricola (Sintrainagro) ha reso noto che denuncerà di fronte all'Organizzazione Internazionale del Lavoro il licenziamento di 185 lavoratori agrari, che sono stati espulsi a colpi d'arma da fuoco dalla proprietà dove lavoravano per il fatto di essersi uniti a questo sindacato colombiano.
Uno dei lavoratori, Miguel Augusto Cuenca, è rimasto ferito, colpito dagli “sconosciuti” che si sono presentati armati sul luogo di lavoro.
Il presidente ad interim del Sintrainagro, Hernán Correa, ha dichiarato che i fatti si sono prodotti giovedì 14 gennaio nella tenuta Palo Alto, presso Ciénaga, un comune del dipartimento di Magdalena, a nord della Colombia.
La tenuta appartiene all'impresa Investimenti Palo Alto Gnecco Espinosa; dal 23 dicembre del 2009 i lavoratori avevano iniziato a protestare per il mancato pagamento di salari, sussidi e contributi per la salute e la pensione, tra gli altri obblighi previdenziali.
Il dirigente sindacale ha sottolineato che questi fatti rappresentano una “chiara violazione dei diritti dei lavoratori da parte di questa impresa”, che “attenta inoltre contro i diritti umani nel compiere rappresaglie contro i lavoratori che esercitano il loro libero diritto alla sindacalizzazione”.
“Occorre intraprendere azioni penali contro questa impresa”, ha affermato Correa, annunciando che denuncerà questi fatti anche di fronte ad altre istituzioni internazionali per la difesa dei diritti umani.
La speranza di vedere difesi i propri diritti per vie legali non può che passare per soggetti internazionali, visto che in Colombia le imprese possono contare sull'aiuto del governo nazionale e sulla complicità (mai disinteressata) del potere giudiziario, al servizio del gran capitale e dell’oligarchia, e naturalmente sulla loro quinta colonna, il paramilitarismo di Stato, pronto a scagliarsi contro i lavoratori per garantire i privilegi di latifondisti e mafiosi.

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