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Diritto di cittadinanza, un privilegio che non contempla le diversità e le differenze veronesi

(14 Luglio 2003)

Al Sindaco di Verona
avv. Paolo Zanotto

e all'Assessora alle Pari opportunità
avv. Stefania Sartori

14 luglio 1995 / 14 luglio 2003


Quest'oggi ricorre l'ottavo anniversario dell'approvazione delle mozioni contro le persone omosessuali veronesi. Otto anni fa l'amministrazione veronese di centro destra, approvò 3 mozioni tra cui la n° 336 che bollava come immorale la risoluzione del Parlamento Europeo in materia di pari opportunità alle persone con diverso orientamento sessuale e si impegnava a non parificare i diritti tra coppie omosessuali e coppie sposate. Fu un dibattito comunale che offese profondamente la dignità delle persone gay/lesbiche e transessuali. La città di Verona si contraddistinse in tutta Europa come unico Comune a votare una mozione contro una risoluzione che voleva avviare un percorso di parificazione e riconoscimento di diritti. Si volle leggere quell'invito che l'Europa faceva a tutti gli stati dell'unione come un elemento che minava l'istituzione della famiglia cattolica, in poche passi si parlava infatti di unioni civili e adozioni, si volle stravolgere completamente il senso di qulla risoluzione

Questa nuova amministrazione non ha ancora sentito il bisogno di riparare a quelle mozioni, un grave errore che ci fa sentire ancora cittadini e cittadine di serie B. Certo molte le parole di solidarietà da parte di Consiglieri, Assessori e Sindaco di Verona; ma parole e nulla di più, si cerca forse una via per non offendere le aree cattoliche della città e per non minare l'equilibrio delle forze politiche in Consiglio Comunale; in realtà le questioni che riguardano le persone omosessuali sono ancora un affare da non toccare e che crea molto imbarazzo all'attuale governo della città di Verona. Ci pare doveroso ricordare a questa amministrazione che é stata votata anche dalle persone omosessuali, che al pari degli altri cittadini e cittadine veronesi volevano mandare a casa le destre, almeno questo era lo slogan elettorale.

Le diversità a Verona non godono di piena cittadinanza, non siamo ancora arrivati a capire che un Sindaco rappresenta tutti e tutte, e che il suo operato si riflette sulla vita della città.

Il Circolo Pink ha già chiesto due incontri ai capigruppo del centro sinistra, per discutere delle mozioni, pochi hanno risposto, sempre quelli, gli altri sembra che non abbiano tempo o non sappiano come rapportarsi a noi gay/lesbiche e transessuali veronesi.

L'invito al dialogo é sempre valido, la porta é aperta per la costruzione di un dialogo con questa amministrazione affiché si possa rientrare in Europa e riconoscerne le risoluzioni in materia di diritti civili e non di privilegi.

Verona 14 luglio 2003

Gianni Zardini
presidente del Circolo Pink

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