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(20 Novembre 2009)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net



Note sull’agro-corporativismo in Colombia, di Héctor Mondragón, economista ed attivista sociale colombiano

Nell’ambito del programma Agro Ingreso Seguro (programma di Uribe di sussidi agroindustriali, N.d.T), il Governo ha elargito a 161 famiglie la stessa cifra data a 79.000 famiglie, mentre il resto dei 2 milioni di famiglie delle campagne non ha ricevuto niente. Dopo lo scandalo, il presidente Uribe ha detto che proibisce di continuare a elargire i sussidi a fondo perduto ai ricchi; tuttavia, il ministro dell’Agricoltura ha dichiarato il giorno dopo che tale proibizione si riferiva esclusivamente ai programmi d’irrigazione e, nello specifico, a tre grandi imprese.

Mai era stata così necessaria una grande organizzazione indipendente dei contadini, per difendere i loro interessi, di fronte ai pasticci in favore dei grandi proprietari!

Il rifiuto del Governo di restituire agli sfollati le loro terre, l’abusiva

concentrazione della proprietà rurale nelle mani di 200 famiglie di latifondisti, le rovinose importazioni di alimenti e di altri prodotti agro-pastorizi ed il totale smantellamento dei programmi favorevoli all’economia contadina (crediti sussidiati,

riforma agraria, nuove tecnologie per l’agricoltura familiare, prezzi di sostentamento, ecc.), rendono necessaria ora più che mai un’organizzazione dei contadini che difenda chiaramente i loro interessi di fronte ai latifondisti, ai grandi imprenditori ed al Governo.

Persino i piccoli e medi imprenditori sono sottomessi ai danni causati dalle politiche governative e dalle importazioni, ed hanno bisogno di una loro organizzazione. Inoltre, nella produzione della canna da zucchero si è dimostrato che nemmeno gli interessi dei produttori di canna convergono con quelli dei grandi capitalisti degli zuccherifici e dei grandi proprietari che gli affittano la terra, ed è stato necessario che si organizzassero autonomamente per difendersi.

In queste condizioni, il Centro di Pensiero Primero Colombia proclama la necessità di un “Gran Patto Sociale Agrario” che “comprenda i gruppi padronali, i produttori, lo Stato ed i lavoratori delle campagne”, ed a partire da questi presupposti promuove la Federazione “Nuova Leadership Contadina” al fine di soppiantare le organizzazioni proprie dei contadini, giacché secondo il centro di pensiero uribista “il movimento agrario colombiano è stato penetrato da forze che hanno finito per imporre un indottrinamento politico basato sulla lotta di classe”.

L’idea di una leadership convinta della comunità d’interessi tra latifondisti, Stato, imprenditori, contadini e lavoratori, nonché di un’organizzazione con una direzione fedele a questa concezione, non è propriamente nuova. Fu largamente applicata dalla “nuova” Italia fascista di Mussolini. La proposta praticata fu denominata corporativismo e portata all’estremo, facendo sì che in ogni settore della produzione -e in particolar modo in quello agroalimentare- s’imponesse un’organizzazione statale con potere di decisione sulle politiche, sui programmi e sui bilanci, riunendo tutti intorno agli interessi dei grandi proprietari, presentati come “interesse della Nazione”. I contadini ed i lavoratori italiani furono obbligati a far parte di sindacati verticali.

Prima che il corporativismo fosse applicato, i gruppi paramilitari là chiamati “camicie nere” avevano imposto l’ordine e strappato violentemente qualunque spazio ai movimenti sociali indipendenti.

Ugo Spirito e Giuseppe Bottai furono i teorici del corporativismo, proclamato come legge statale il 27 aprile 1927 nella “Carta del Lavoro”. Migliaia di dirigenti sindacali e contadini furono uccisi o arrestati, o dovettero andare in esilio “rei” di esservi opposti e di aver portato avanti organizzazioni di classe indipendenti. Non mancarono certo i collaboratori dei fascisti come Giuseppe Spinelli ed altri, che fecero parte della “Nuova Leadership”.

In Portogallo, la Costituzione del 1933 imposta dalla dittatura di Salazar arrivò a proclamare uno Stato Corporativista, laddove tutta l’ideologia della comunità d’interessi tra padroni, latifondisti, lavoratori e contadini funse da base e guida dell’articolazione istituzionale.

In Colombia, le idee corporativiste furono abbondantemente propagandate a partire dal 1934 dall’Associazione Patriottica Economica Nazionale (APEN), che si oppose alla riforma costituzionale del 1936 che aveva stabilito la funzione sociale della proprietà e l’estinzione degli appezzamenti non coltivati disposta dalla legge 200 (1936). L’APEN fu un centro di elaborazione del pensiero dei grandi proprietari rurali, nonché un ambito di attivismo dell’estrema destra. In quegli anni un propagandista del corporativismo fu anche Gilberto Alzate Avendaño.

Pertanto, l’idea di Primero Colombia e della leadership che pretende di creare non ha nulla di nuovo. Si tratta della vecchia ideologia dei grandi proprietari che pretendono di subordinare il resto della società ai loro interessi e di sopprimere le organizzazioni autonome di coloro i quali soffrono di più, dei maggiormente sfruttati ed emarginati sul piano economico e politico.

Tale ideologia ambisce a strangolare l’effetto rinnovatore che per un secolo ha avuto la lotta contadina, direttamente legata all’esportazione del caffé, all’industrializzazione del paese, al tessuto del mercato interno ed all’alimentazione dei colombiani.

I contadini che producono patate, yuca, frutta, piselli, fagioli, fave, cipolle, panela, latte e buona parte del mais, e che allevano animali senza chimici, meritano di essere appoggiati dallo Stato e dalla società, cosa che otterranno soltanto con una propria organizzazione ed una mobilitazione indipendenti. Le alleanze dei contadini non saranno scandite da interessi particolari, ed in Colombia come in altri paesi sicuramente si articoleranno, come in passato, di concerto con gli altri settori che soffrono l’oppressione e lo sfruttamento e che sono esclusi dalle politiche istituzionali, e non con quelli che si affrettano a sottrargli la terra o con quelli dell’Agro Ingreso Seguro.

Una società democratica si caratterizza per il riconoscimento dei conflitti e non per la negazione degli stessi, e per l’accettazione che i diversi interessi si esprimano in modo indipendente. Persistere nel voler occultare gli interessi dei contadini equivale a condannare la Colombia all’autoritarismo corporativo.

Le recenti mobilitazioni nel paese hanno dimostrato che ci sono ancora migliaia di leaders agrari in tutti i dipartimenti che continuano a voler costruire un’organizzazione contadina indipendente e di classe, nonostante la politica di sterminio di cui sono stati vittime i dirigenti delle associazioni contadine. Solo i contadini salveranno i contadini.

Traduzione a cura dell’ Associazione nazionale Nuova Colombia

Tratto da http://www.gratisweb.com/ciclocrisis/

www.nuovacolombia.net

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