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Intervista a jaime caycedo, segeretario del partito comunista colombiano

(21 Dicembre 2009)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net



Tratto da http://prensarural.org

21 dicembre 2009

Come valuti la crisi economica e che conseguenze puó avere sulla Colombia?

Le crisi economiche sono incerte nelle loro conseguenze, parimenti incerta é loro durata. Apparentemente possono sembrare di breve durata, e poi, come in Giappone, durare piú di 10 anni. La Colombia, contemporaneamente, é attraversta da varie crisi: economica, statale, nazionale.

Il governo Uribe é un frutto della crisi congiunturale del 1999 che colpí l’intera area andina. E in questi 10 anni ha potuto sfruttare una certa stabilitá nell’ambito del commercio estero e degli investimenti stranieri in Colombia.

Come prima considerazione, la crisi economica non colpisce ugualmente i vari settori economici. I piú colpiti sono i lavoratori con un elevato aumento della disoccupazione che arriva al 15%, il dato piú alto del continente. A questo si lega l’aumento di problematiche sociali che portano ad un incrementro della criminalitá. Ne é un esempio il tasso d’omicidi in cittá come Cali e Medellín.

E nel frattempo il Governo sbandiera i successi dovuti alle politiche neoliberali. In effetti il settore finanziario non viene toccato dalla crisi economica, anzi, si prevede un incremento nel settore di 5 mila miliardi di pesos (quasi 2 miliardi di euro). Guadagni scandalosi rapportati all’aumento della povertá e della miseria nel paese. Al contrario di questo settore, il settore industriale ed agricolo sono colpiti pesantemente. Uno dei settori principali nelle esportazioni,

l’esportazione di fiori, ha visto ridursi notevolmente la domanda dal compratore principale, gli USA. Questo ha causato la chiusura di svariate aziende. Altro mercato fondamentale per le aziende colombiane é il Venezuela. Il commercio tra i due paesi ha subito un crollo dovuto alle politiche del governo uribista. Mentre i mezzi d’informazione accusano il Presidente Chávez di portare avanti politiche aggressive contro la Colombia, la veritá della crisi nei rapporti sappiamo essere originata dalla concessione di 7 basi colombiane all’esercito USA. Il settore industriale ha visto una riduzione della produzione di oltre l’8%. La crisi incomincia a farsi sentire anche nel settore assicurativo legato alle prestazioni sanitarie e pensionistiche.

Contemporaneamente in Colombia si assiste alla crisi dello Stato. Al contrario che nel resto dell’America Latina, nel nostro paese continua ad esistere uno Stato oligarchico legato all’esportazione di materie prime non lavorate. Continua ad esistere una oligarchia latifondista esportatrice. Ancora si esporta petrolio crudo, minerali non lavorati. Questo settore, strettamente legato alla mafia ed al narcotraffico, continua ad essere molto potente. Basti considerare le vicinanze tra questo settore e l’attuale governo del signor Uribe Vélez. Negli ultimi anni questo settore ha stretto vari legami con quello della finanza speculativa.

Da quasi 10 anni si assiste alla crisi verticale dei due partiti classici, quello Liberale e quello Conservatore. Questi hanno subito una sorta di diaspora intercettata dall’uribismo. Intorno alla figura di Uribe si sono agglomerati vari settori creando un blocco nettamente a destra dei riferimenti abituali. Blocco che si caratterizza per i legami col paramilitarismo e per il servilismo nei confronti dell’impero USA. Si é creato un regime reazionario controllato dai capitali delle trasnazionali e colluso con il narcoparamilitarismo. Una versione moderna di Stato corporativo e mafioso. In varie regioni del paese questo progetto controlla ogni elemento della societá. Controlla la vita politica, economica. Il tutto con il fondamentale appoggio delle Forze Armate.

Ma alcune crepe si incominciano a creare. Si assiste ad un duro scontro tra Uribe e la Corte Suprema di Giustizia. Piú di 50 parlamentari legati all’uribismo sono in carcere per paramilitarismo.

In varie occasioni la Corte Suprema ha toccato da vicino le connessioni tra Governo e Narcoparamilitarismo.

La crisi dello Stato deriva dalla formazione di uno Stato informale dominato da questi settori criminali con sue leggi ed obiettivi che possiamo chiamare Para-Stato. Si ha una dualitá di potere con questo Para-Stato che penetra nello Stato borghese. E si ha una pratica violenta del potere con la decapitazione e repressione totale dei movimenti sociali e democratici, basti pensare al genocidio della Unione Patriottica nella seconda metá degli anni ’80.

La continuazione dello Stato oligarchico ha portato alla formazione di movimenti insorgenti che ad ora non sono stati sconfitti. Nonostante la brutale violenza non si é riusciti a sopprimere la lotta di classe, i movimenti popolari continuano a risestere e a lottare.

L’oligarchia ha stretto sempre piú i legami d’alleanza con l’impero Nordamericano. Si pensi al Plan Colombia. Lo stesso Uribe é figlio di questa alleanza. Uribe risulta inserito nella lista del Dipartimento di Stato Usa come narcotrafficante numero 82 al mondo. Ció gli permette di tenerlo stretto fino a quando gli serve, per poi scaricarlo quando ha svolto il lavoro sporco. Il fatto di essere un servo a termine e dell’essere inserito in questa lista porta Uribe ad essere sempre piú accondiscendente nei confronti degli USA. Dalla continuazione del Plan Colombia, iniziato con la presidenza Pastrana, all’accettazzione totale della “lotta al terrorismo”, le provocazioni contro i paesi vicini (come il bombardamento del territorio ecuadoriano), per arrivare alla consegna di 7 basi. Questo fa della Colombia un vero e proprio rottame del passato.

La crisi nazionale riguarda il tema della sovranitá nazionale e dei rapporti con gli altri paesi latinoamericani. L’agenda politica colombiana é decisa dalla politica estera degli USA. Questi, con l’implemetazione delle basi e la teoria della guerra preventiva, operano per la continuazione della guerra interna. Guerra funzionale ad un progetto di dominio e di destabilizzazione dell’intero continente.

Che possibilitá di avere uno stato democratico ci sono se le questioni interne sono decise da una potenza straniera?

Tutto ció ha portato soltanto ad uno stato di sicurezza interna con aumento di bombardamenti e di sfollati, al bombardamento dell’Ecuador. Tutto questo con addestramento ed appoggio logistico dell’esercito statunitense, e con un boicottaggio di UNASUR perché contraria alle politiche USA.

É una crisi nazionale perché colpisce la capacitá di autodeterminazione nazionale. E questa crisi puó ulteriormente aggravarsi.

Uribe é impegnato nella questione della rielezione, sapendo che in caso di perdita della carica presidenziale verrebbe prontamente scaricato dai suoi alleati. La disputa con la Corte Suprema in merito al referendum rielezionista riduce sempre piu il tempo utile per poter arrivare ad una decisione. E questa ossessione puó spingerlo ad arrivare a creare una situazione di fatto, come il recente caso dell’Honduras insegna. Si rischia di arrivare ad un governo di fatto che imponga la ricandidatura per arrivare ad un terzo mandato. Il pretesto per arrivare a tanto, valutando i recenti avvenimenti, potrebbe essere un incidente al confine venezuelano. L’impero nordamericano ha interesse a creare conflitti interni tra paesi latinoamericani, allo scopo di bloccare il processo integrazionista.

In primavera in Colombia si svolgerrano le elezioni legislative e presidenziali. Quali sono le prospettive del PCC?

Nel paese esiste la necessitá di costruire una forza di sinistra dotata di un profilo chiaro ed in grado di aggregare le varie forze popolari. A partire dal movimento sindacale, ma penso anche al Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato, ai movimenti degli sfollati, al movimento indigeno ed alle forze popolari che necessitano di essere unite in unico progetto di trasformazione. Come Partito Cominista Colombiano riteniamo che non basti cacciare Uribe, poiché ció di cui c’é bisogno é un cambiamento politico. É per questo che proponiamo la creazione di un Congresso del Popolo che serva a coordinare queste forze, e che si faccia propomotore di una svolta politica per la Colombia.

Quali sono le prospettive per un processo di pace negoziato?

Fino a quando sará Presidente il signor Uribe Vélez non esiste la minima possibilitá di arrivare ad un processo di pace negoziato. Presupposto per il processo di pace é un cambiamento politico, un cambiamento democratico nella direzione della sovranitá nazionale e della giustizia sociale.

In tal senso pensiamo che i compagni europei possano aiutare identificando il tema della pace con la lotta poltica e sociale. Inoltre, é fondamentale l’opposizione all’interventismo USA in America Latina. Le politiche USA nella regione, puntando alla destabilizzazione del progetto integrazionista, sono un ostacolo fortissimo a qualsiasi ipotesi di pace. Invece, la solidarietá dei governi progressiti dell’America Latina é fondamentale. Per costruire democrazia e giustiza sociale, per una vera indipendenza.

A fine novembre a Caracas, al congresso del PSUV, si é avanzata la proposta della creazione di una V Internazionale. Qual’é la posizione del PCC ?

Pensiamo sia importante la creazione di un movimeto ampio, chiaramente anti-imperialista, che abbia come obiettivo il socialismo. É una proposta su cui discutere per chiarire strategie ed obiettivi, per capire perché e per quali scopi una V Internazionale. Bisogna avanzare nella riflessione per giungere ad una proposta unificante ed originale.

www.nuovacolombia.net

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