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25/07 - colpo di coda del moribondo governo uribe contro la pace in colombia

(27 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net



La senatrice colombiana Piedad Cordoba, di fronte allo show mediatico orchestrato negli ultimi giorni dal governo della Colombia intorno alla supposta presenza di accampamenti delle FARC-EP in territorio venezuelano, ha

affermato che si tratta di una provocazione di Uribe. Secondo la Cordoba si tratta di una manovra per accrescere la tensione tra i due paesi ed ha considerato che una posizione più seria avrebbe dovuto esprimersi attraverso contatti bilaterali diplomatici e non mediante uno spettacolo televisivo.
Inoltre è da notare che in tale trasmissione non è stata fornita alcuna prova di quanto affermato dal ministro della guerra Silva. In seguito all' annuncio da parte del ministro colombiano, l'ambasciatore presso la OEA Hoyos ha presentato tali inesistenti "prove" davanti all'Organizzazione degli Stati Americani. La situazione ricorda molto un episodio avvenuto nel 2005, quando il governo colombiano, in preda all'isteria dovuta ai deludenti risultati sul terreno militare che la sua politica stava producendo, disse che le FARC si erano rifugiate in Venezuela, fornendo in tale occasione le presunte coordinate dei luoghi in cui la guerriglia avrebbe installato alcuni accampamenti in territorio venezuelano. Tali informazioni si rivelarono totalmente false alla prima verifica.
La lettura che viene data dal presidente Chavez di questa losca vicenda, verte sulla disperazione di Uribe alla fine del proprio mandato e ha ricordato che “l'attuale presidente colombiano è un mafioso ed in questi ultimi giorni di presidenza è capace di qualunque cosa”.
In effetti che Uribe sia un mafioso, legato al narcotraffico e promotore di una politica guerrafondaia filoimperialista, che ha scatenato il terrorismo di Stato peggiore della storia dell'America latina, è cosa arcinota a chiunque, ed il tentativo di tirare in ballo fattori esterni, come scusa per non essere riuscito a vincere la guerra contro le FARC, appare come un ultimo disperato tentativo di estendere il conflitto colombiano, che tanti affari ha procurato, e procura, alla sua cosca narco-paramilitare.
Dimostrando, ancora una volta, di non volere la fine della guerra, e cercando di impedire che si intraprenda una via verso la costruzione della pace con giustizia sociale.
Tale percorso passa ovviamente per il dialogo con l'insorgenza, che è una forza politica e militare da riconoscere come legittima controparte del conflitto interno, e lo scambio umanitario dei prigionieri di guerra dovrà esserne il primo passo.

www.nuovacolombia.net

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