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Assemblea pubblica per condannare l'omicidio di Azad

(15 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.campoantimperialista.it

Domenica 15 Agosto 2010 14:06
L'omicidio a sangue freddo di Azad da parte dello stato ha lasciato il paese sotto shock, e i responsabili dovranno renderne conto.
Relazione sull'incontro pubblico tenuto a Delhi il 3 agosto per chiedere un'inchiesta giudiziaria per l'omicidio di Azad, portavoce e membro dell'ufficio politico del PCI (Maoista) e del giornalista Hem Chandra Pandey.


L'assemblea pubblica per chiedere un'inchiesta giudiziaria sugli omicidi di Azad, portavoce e membro dell'ufficio politico del CPI (Maoista) e del giornalista Hem Chandra Pandey a Rajendra Bhavan, Nuova Delhi, ha visto la partecipazione di molti cittadini eminenti alla presenza di una sala colma.

Il dott. B. D. Sharma, già commissario nazionale per le caste e tribù registrate del governo indiano, ha presieduto l'incontro e vi ha dato inizio richiedendo al pubblico un minuto di silenzio in memoria di Azad e Hem Chandra Pandey. Il Dott. Anup Saraya, noto medico e attivista per i diritti democratici, si è unito all'assemblea per dare inizio ai lavori.

G. N. Saibaba, dalla presidenza ha dichiarato che al momento del suo omicidio, Azad stava preparando il terreno per dei colloqui del suo partito col governo indiano attraverso Swami Agnivesh. Il modo e la congiuntura in cui lui e Hem Pandey sono stati uccisi ha scatenato un pubblico moto di protesta, e c'è la forte richiesta di un'inchiesta giudiziaria sulle circostanze della loro morte.

Il Prof. Haragopal, Professor Emeritus dell'Università di Hyderabad ha deplorato le uccisioni e dichiarato che è stato ucciso un leader rivoluzionario, nel momento in cui stava prendendo accordi col governo sugli ultimi dettagli dei colloqui previsti. La lettera di Azad in risposta alla proposta di dialogo dice chiaramente che il suo partito, un partito che combatte per rendere più umana la nostra società, era più che disposto a discutere intorno a un tavolo. Il popolo dell'India chiede al governo come mai Wazad è stato ucciso mentre portava un messaggio di pace. Il paradosso dei nostri tempi è che coloro che parlano di pace portano avanti la guerra, mentre coloro che sono accusati di aver dichiarato guerra allo stato indiano si spendono per la pace. In seguito il prof. ha ricordato i colloqui tenutesi tra il governo dell'Andhra Pradesh e il PCI(M-L) (Guerra Popolare) e Janashakti, dichiarando che sentiva lo stesso senso di colpa provato ora da Swami Agnivesh per l'uccisione di molti Naxaliti coinvolti nel processo di dialogo che poi fallì nel 2004. Il prof. Haragopal ha inoltre dichiarato che il governo ha ripetutamente deluso le speranze della popolazione, amante della pace, avendo ripetutamente tradito il processo di dialogo.

Presentando il libriccino in memoria di Azad a firma degli "Amici di Azad", Sumit Chakravartty, redattore di "Mainstream Weekly", ha osservato che l'omicidio a sangue freddo di Azad da parte dello stato ha lasciato il paese sotto shock e che i responsabili dovranno renderne conto. Rajkishore, Segretario generale del Fronte Democratico Rivoluzionario ha detto che il brutale omicidio di Azad e Hem Chandra Pandey da parte del governo non hanno tradito solo la fiducia di Swami Agnivesh ma quella di tutti i cittadini democratici e amanti della pace. Ha detto che l'omicidio è stato parte della guerra dello stato indiano contro il popolo nel nome della "Operation Green Hunt" il cui scopo è facilitare la rapina imperialistica delle risorse del popolo. Attraverso questa guerra lo stato indiano vuole schiacciare il modello di sviluppo alternativo proposto dal movimento maoista e l'istituzione di un nuovo potere popolare sotto forma di Jantana Sarkar (Governo del popolo) che si è affermato come autentica potenza democratica nelle foreste del Dandakaranya.

Meher Engineer, attivista per i diritti civili di Kolkata, ha reiterato la richiesta di un'inchiesta giudiziaria per l'omicidio del compagno Azad e di Hem Pandey che sia libera dall'influenza del governo. Ha inoltre informato l'assemblea sui recenti sviluppi del movimento di Lalgarh sotto la guida del PCPA. Sujato Bhadra, segretario del APDR, ha dichirato che nel Bengala Occidentale si vive sotto un regime di bugiardi patologici in cui le forze armate dello stato simulano scontri in piena impunità. Il diritto della gente di Lalgarh a una vita normale è stato portato via dallo stato. Migliaia di attivisti, leader del popolo e abitanti dei villaggi sono stati incarcerati, si commettono stupri, le minacce e il terrore di stato sono all'ordine del giorno.
Pushkar Raj del PUCL ha dichiarato che nonostante ci sia stato insegnato che lo stato è il protettore del popolo, in India questa frase sembra aver perso significato negli anni Settanta. Ha sottolineato le violazioni dei diritti umani e il non rispetto della costituzione, il completo declino di responsabilità da parte del NHRC (Commissione nazionale per i diritti umani), e la stupefacente reazione del nostro primo ministro che ha respinto senza mezzi termini la richiesta di una inchiesta giudiziaria. I Maoisti ha aggiunto Raj, sono persone come noi, che combattono contro la povertà, la fame e le privazioni. Bisogna essere più numerosi e più risoluti nel contestare le uccisioni extragiudiziarie.

S.A.R. Geelani ha presentato la risoluzione che è stata poi adottata dall'assemblea con l'aggiunta di vari suggerimenti e modifiche. La risoluzione nella sua forma finale è qui di seguito.

Swami Agnivesh, il mediatore delle trattative tra il CPI(Maoista) e il governo ha espresso le sue condoglianze per le morti o gli omicidi di Azad e Hem Chandra Pandey. Ha detto che pur sapendo come le inchieste nel nostro paese sono lunghe e tortuose, richiediamo un'inchiesta giudiziaria perché si conosca la verità sulle loro morti. Ha ricordato come il Primo ministro ha rifiutato la sua richiesta di un'inchiesta giudiziaria, suggerendogli di chiederla invece al primo ministro dell'Andhra Pradesh. Il primo ministro, dopo aver dichiarato che la sua lettera a Swami Agnivesh era confidenziale, l'ha resa pubblica in un programma televisivo sul canale CNN IBN. Swami Agnivesh ha detto di esser stato sorpreso di sapere che i Maoisti erano pronti al dialogo e al cessate il fuoco. Ha detto, "i maoisti mi hanno chiesto di fissare date per i colloqui, e coordinandomi con il governo ho fornito tre date possibili. Ma invece della notizia dei colloqui di pace ho ricevuto la notizia dell'uccisione di Azad. Mi sono sentito colpevole sapendo che con la mia lettera dovevano portarsi a termine le consultazioni preliminari. Conosco la versione sia del governo sia della polizia. Forse non avrei creduto alla versione dei Maoisti se non fosse stato ucciso anche Hem Chandra Pandey insieme con Azad, per sopprimere un testimone. Babita Pandey, sua moglie, l'ha salutato in partenza per Nagpur il 30 giugno. La notizia della sua uccisione è del primo luglio. C'è quindi ragione di credere che questo sia un falso scontro del peggior tipo, in cui il governo non solo ha ucciso extragiudiziariamente due persone ma ha anche tradito il processo di pace. Agnivesh ha poi invitato a intensificare la lotta per la democrazia e per i diritti dei poveri del paese. Ricordando Azad, ha detto che dobbiamo portare avanti l'eredità di Bhagat Singh, in modo che nessuno sia costretto a prendere le armi per combattere per la giustizia.

Varavara Rao, poeta rivoluzionario, ha detto che il semplice fatto che l'autore della violenza sia lo stato sembra difficile da comprendere per la società civile. Ha detto che si può fare colloqui e negoziare con il governo di Manmohan Singh e Chidambaram, ma occorre conoscere la loro vera natura, ovvero che sono agenti dell'imperialismo. Mentre nell'ultima assemblea del 25 maggio si parlava di colloqui di pace, ecco che oggi si parla di inchieste giudiziarie. Da due giorni stiamo chiedendo che cessi la caccia da parte dei serivizi segreti al compagno Saroj, membro del comitato centrale del CPI(Maoista), che sta portando la lettera di Swami Agnivesh a Ganapathy, il segretario generale del CPI(Maoista). Il compagno Saroj che si sta dedicando al processo di pace, e che è disarmato, è circondato e ricercato. Questa è la vera natura dello stato indiano. I Maoisti stanno facendo grandi sacrifici per convincere il governo e la società civile del loro impegno per la pace, ma lo fanno per responsabilità verso il popolo. Ma il governo è pronto?, ha chiesto Varavara, e ha concluso che i governanti indiani di oggi, Manmohan, Chidambaram, Modi o Buddhaheb che siano, sono da una parte mentre il popolo sta dall'altra. Ha invitato la società civile a sostenere gli sforzi per i negoziati, e assicurato che i maoisti sosterranno la lotta del popolo per la giustizia.

Prashant Bhushan, avvocato della Corte Suprema ha dichiarato che la sfrenata rapina delle risorse della popolazione da parte delle multinazionali con l'aiuto attivo del governo, sta portando la popolazione sotto l'influenza dei Maoisti. Arundhati Roy, scrittrice, ha ricordato che Azad aveva previsto molte volte la propria morte nei suoi scritti e nelle sue interviste, trattandosi di una morte annunciata come nel racconto di Gabriel Garcia Marquez. Ha detto inoltre che il tempo della rivoluzione è arrivato, dato che tutte le istituzioni hanno tradito il popolo. E. M. Abdur Rehman, presidente del Fronte Popolare dell'India (PFI), ha reiterato la richiesta di un'inchiesta giudiziaria e dichirato che tutte le forme di persecuzione e repressione contro gli adivasi, i dali e tutte le minoranze vanno contrastate, e che occorre protestare contro le false accuse, i rapimenti e le uccisioni extragiudiziarie delle forze armate dello stato.
Radhika Menon del CPI(M-L) (Liberazione) ha detto che la richiesta dell'inchiesta giudiziaria serve affinché lo stato veda il proprio volto allo specchio: per noi, organizzazioni popolari, è chiaro come il sole il modo in cui lo stato ha ucciso Azad e Hem Pandey.

Satnam, autore di Jangalnama, libro sul movimento rivoluzionario popolare in Dandakaranya ha ricordato la storia della resistenza popolare.
Il dott. B. D. Sharma, presidente, ha concluso l'assemblea ricordando la lotta indomabile dei popoli adivasi dell'India e appellandosi alla popolazione del paese perché li sostenga.

RISOLUZIONE ADOTTATA DALL'ASSEMBLEA PUBBLICA [fonte: CCGPI

Condanniamo fermamente l’assassinio di Azad (Cherukuri Rajkumar), dell’ufficio politico del Partito Comunista dell’India (Maoista) e portavoce del suo Comitato Centrale insieme al giornalista di Delhi Hem Chandra Pandey da parte della polizia della’Andhra Pradesh avvenuto nel distretto di Adilabad il 1° luglio 2010.
Mentre il governo indiano e la polizia dell’AP si sono affrettati a dichiarare che i due sono stati uccisi dopo 4 ore di scontro a fuoco, le prove circostanziali fanno sospettare un falso scontro armato messo in scena dopo che l’APSIB aveva preso illegalmente in custodia i due lo stesso 1° luglio 2010 in o presso Nagpur, per sequestrarli e poi assassinarli a sangue freddo.
Per quasi quarant’anni, fin dal suo attivismo politico nel movimento studentesco radicale negli anni 70 in Andhra Pradesh, Azad è stato militante del movimento maoista e in prima linea nella lotta contro l’Emergenza in quello stato. Ha combattuto per quella che credeva dovesse essere una nuova società, libera da tutte le forme di sfruttamento e oppressione. Azad era noto come portavoce del partito, di cui regolarmente articolava le posizioni sui diversi temi in numerose dichiarazioni, articoli e interviste. Nel momento del suo assassinio Azad stava esplorando a nome del PCI (Maoista) le possibilità di colloqui col governo indiano, che erano in una fase decisiva. È stato reso noto che Azad era sul punto di definire, in consultazione con la direzione del suo partito, le date per un cessate il fuoco e quelle possibili per l’inizio di colloqui da molto tempo anticipati, quando è stato ucciso in un falso scontro armato. Con ogni probabilità, le più alte autorità del governo indiano hanno avallato questo assassinio, provocando l’arresto degli sforzi per dei negoziati. Ciò getta gravi dubbi sull’impegno e la serietà del governo indiano circa i negoziati e anzi ne riflette l'intenzione di accentuare ulteriormente il conflitto armato e l’Operazione Green Hunt.
Hem Chandra Pandey, giornalista di Delhi che collaborava regolarmente con Nai Duniya, Rashtriya Sahara, Chetana e altri periodici hindi era insieme ad Azad quando è stato ucciso e c’è il sospetto che sia stato eliminato in un falso scontro armato allo scopo di sbarazzarsi di ogni testimone oculare dell’arresto, sequestro ed esecuzione illegali. Fin da studente Hem è stato attivista di diversi movimenti democratici e progressisti dell’Uttarakhand, e nei suoi scritti giornalistici portava all’attenzione le rivendicazioni e i problemi del popolo. Gli amici ricordano Hem come un esempio di critica vivente delle politiche anti-popolari del governo. Mettere a tacere in questo modo un giornalista è un forte monito dell’esistenza di uno stato di emergenza non dichiarato imposto dai governanti indiani che ha sospeso i diritti democratici e civili dei cittadini, in particolare nelle regioni delle lotte popolari.
Nel condannare con le parole più forti possibili gli assassinii di Azad e Hem Chandra Pandey, esigiamo che il governo costituisca immediatamente una commissione di inchiesta per accertare i fatti. Chiediamo anche la fine immediata delle esecuzioni sommarie sia dei rivoluzionari e sia degli attivisti e dirigenti di movimenti popolari. Il governo deve rispettare i diritti fondamentali alla vita e alla dignità delle persone costituzionalmente garantiti il bavaglio e il tentativo di soffocare i media da parte del governo deve finire. Esigiamo la fine della guerra contro il popolo condotta dal governo col nome di Operazione Green Hunt e l’immediato ritiro delle forze armate dalle regioni del conflitto. Il governo deve stracciare tutti gli accordi sottoscritti con le multinazionali e grandi aziende nazionali lo sfruttamento delle risorse minerarie a scapito della vita e del benessere del popolo. Il governo indiano deve anche rispondere politicamente alle richieste dei popoli in lotta del Kashmir e del Nordest attraverso il dialogo e deve fermare la brutale repressione delle loro voci attraverso la violenza di stato.

CITTADINI PREOCCUPATI & FORUM AGAINST THE WAR ON PEOPLE
B-57, Gulmohar Park, Ist Floor, New Delhi 110049
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Traduzione a cura del Campo Antimperialista

www.campoantimperialista.it

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