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(Di lavoro si muore)

Lotta di classe alla Fincantieri di Portomarghera

Sciopero spontaneo di otto ore dopo un incidente sul lavoro

(13 Maggio 2002)

Sono le sei del mattino.

Sul finire di un turno di lavoro massacrante, un lavoratore di una ditta di subappalto, Vincenzo Castellano di 31 anni, napoletano, cade da un'altezza di 30 metri e subisce gravissime lesioni. Solo il caso e la fortuna, nella caduta non ha sbattuto violentemente la testa, vogliono che non muoia. Stava lavorando alla saldatura di un supporto alle condotte di ventilazione nei pressi di un truk, un pozzo che a lavoro concluso ospita gli ascensori della nave. Attorno al luogo dove è caduto si forma un cordone di lavoratori, nelle altre zone del cantiere il lavoro prosegue.

Ci vorranno due ore per poterlo estrarre dal buco dove si trova.

Ha ferite gravissime, fratture in tutte le parti del corpo ma respira ancora. Viene trasportato in ospedale. Dovrebbe salvarsi.

Alle 8'30, dopo l'ingresso del turno delle 6, e dei giornalieri, le segreterie provinciali indicono un'assemblea in sciopero. E' presente Giorgio Molin, segretario provinciale della Fiom, organizzazione largamente maggioritaria, . I lavoratori si riuniscono nella sala mensa, sono tantissimi, la sala non riesce a contenerli.

Sono tremila, tutta Fincantieri e le terze ditte. Le parole del segretario provinciale della fiom sono durissime contro il sistema di illegalità permanente che regna in Fincantieri, e indica nella mancanza della sicurezza e nel sistema con cui vengono gestiti gli appalti la causa del grave incidente accaduto.

Dopo gli interventi delle rsu della fiom l'assemblea viene chiusa da Giorgio Molin, con la dichiarazione di due ore di sciopero e la proposta di una serie di iniziative di lotta da programmare nell'immediato futuro.

Una parte delle Rsu e il segretario si avviano verso la sede interna del Cantiere.

Ma gli operai non sono d'accordo con le conclusioni.

Si rivolgono ad alcuni delegati che si sono trattenuti a discutere con loro, e chiedono la continuazione dell' assemblea, la dichiarazione di otto ore di sciopero.

Nell'assemblea, a cui partecipano tutti i lavoratori, vengono decise le otto ore di sciopero, il blocco totale dello stabilimento. Così sarà. La Fiom prende atto della volontà dell'assemblea e la sostiene.

Un'altra straordinaria giornata di lotta, di un sezione della classe operaia che è uno spaccato esemplare della moderna composizione di classe, dove si mescolano in un unico mix tutti i fattori che il Capitale usa per dividere i lavoratori, un caleidoscopio di etnie diverse di condizioni contrattuali diverse.

Un puzzle che la lotta di classe rovescia e ricompone nella radicalizzazione della lotta dentro il conflitto, che allude ad obiettivi e pratiche incompatibili con le gabbie concertative. Dice Stefano Castigliego delegato Rsu Fincantieri" Quello che è accaduto nella giornata di venerdi' 10 maggio è un fatto che descrive la volontà dei lavoratori ad un profondo cambiamento delle pratiche sindacali. I lavoratori richiedono risposte più incisive, più dure alla precarietà e alla mancanza di diritti.

E' un altro segnale, come altri chiari che avevamo avuto dall' Arneg e da altre realtà produttive del Nordest, negli scioperi dei metalmeccanici della primavera, dell'emergere di un nuovo protagonismo di massa che spinge verso la radicalizzazione della lotta e degli obiettivi.

Paolo Benvegnù
Responsabile lavoro - PRC veneto

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