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20/09 - insegnanti colombiani si mobilitano contro il governo e per il diritto alla salute

(24 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net

Clamori dalla Colombia

Gli insegnanti iscritti alla Fecode (Federazione Colombiana degli Educatori), affiliata alla CUT (Centrale Unitaria dei Lavoratori), lo scorso 10 settembre hanno nuovamente invaso le principali vie e piazze del paese, esigendo che

il governo ponga all’ordine del giorno la discussione riguardante il debito che lo stato colombiano ha con più di 300.000 educatori (un passivo di contributi pensionistici che si aggira intorno ai 30 miliardi di pesos, pari a circa 12,5 milioni di euro), e protestando contro la legge 100 del 1993.
Attraverso tale deprecabile legge era iniziato lo smantellamento della sanità pubblica (introducendo la partecipazione del settore privato nell’erogazione dei servizi sanitari), ed era stata autorizzata la creazione di società private di amministrazione dei fondi pensione (con conseguente abbattimento del sistema previdenziale mutualistico), che ha portato alla loro quasi estinzione attuale.
I sindacati degli educatori hanno sollevato le proprie grida di protesta contro l’escludente sistema sanitario colombiano, e contro la pretesa del narcogoverno di mettere fine al regime speciale in materia di salute che salvaguarda i diritti degli insegnanti, portandoli sotto il regime della legge 100, “una norma nefasta che nega il diritto alla salute dei colombiani per fare arricchire le arche del capitale finanziario”.
Pedro Arango, portavoce sindacale della Fecode, ha sottolineato la combattività e l’impegno degli iscritti che hanno raggiunto e riempito la Plaza de Bolívar nella capitale Bogotá: “La giornata di protesta ha avuto un esito più che positivo, c’è stata molta partecipazione, a dimostrazione della volontà di lottare e dell’impegno del corpo degli insegnanti che non sono disposti a lasciarsi strappare diritti conquistati durante decenni di dure battaglie. Se il governo del presidente Juan Manuel Santos non ascolterà le proteste degli insegnanti colombiani, sarà responsabile della totale paralisi dell’insegnamento scolastico”.
La protesta dei professori ha potuto contare sul sostegno e l’appoggio di migliaia di alunni e famiglie, che hanno contribuito a formare un fronte unitario in difesa dell’educazione pubblica, bersaglio della politica di privatizzazione neoliberista del governo nazionale.
L’ennesimo attacco all’istruzione pubblica da parte dell’esecutivo è un’ulteriore prova tangibile della politica antipopolare e criminale di un governo, quello di Santos, che non è altro che la brutta copia dei due precedenti governi guidati da Uribe; altrettanto corrotto, mafioso e asservito ai poteri forti che da sempre massacrano il popolo colombiano. Le proteste in difesa del diritto inalienabile allo studio ed alla salute da parte di insegnanti, studenti e famiglie, si uniscono alle tante mobilitazioni portate avanti dai lavoratori, dai disoccupati, dai contadini e dalle popolazioni indigene e afrocolombiane, e rappresentano una massiccia risposta di resistenza popolare al regime paramilitare colombiano.

www.nuovacolombia.net

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