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Egitto: opposizione divisa e sotto tiro

Le forze anti-governative si preparano in vista delle elezioni, senza aver raggiunto una posizione comune. I Fratelli Musulmani non hanno ancora ufficializzato la loro decisione: boicottare o partecipare.

(28 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

DI YASMINE PERNI, Il Cairo 28 settembre 2010 - Nena News (foto da(www.blog.reuters.com) -Nessuna dichiarazione ufficiale e’ ancora arrivata da parte dei Fratelli Musulmani riguardo alla possibilita’ di partecipare o, al contrario, boicottare le prossime elezioni parlamentari. Il portavoce dell’organizzazione, il Dr. Mohammed Morsy ha negato le dichiarazioni apparse sulla stampa secondo le quali, il gruppo avrebbe gia’ preso una decisione al riguardo, mentre le forze di sicurezza egiziane sono irremovibili: l’opposizione non avra’ nessuna possibilita’ di pianificare una campagna elettorale.

Domenica mattina le forze di sicurezza egiziane hanno fatto irruzione nell’abitazione del leader dei Fratelli Musulmani, Ihab Turk, mentre erano in casa sua anche altri 4 membri dell’organizzazione. Confiscando libri, computer, documenti ed effetti personali: un’azione che indica chiaramente la volonta’ di reprimere rapidamente ogni possibilita’ dei candidati di scendere in campo alle elezioni.

Arresti, detenzioni senza mandato, misure di sicurezza restrittive e rapimenti di esponenti dell’opposizione: tutti metodi ampiamente adottati per anni e anzi diventati pratica comune per fiaccare e disperdere l’opposizione. Il sequestro del diciannovenne Mohammed Oda, avvenuto di recente, a meta’ giugno, rimane ancora un caso irrisolto. Da allora, la sua famiglia non ha piu’ avuto sue notizie. Mentre, secondo indiscrezioni, sarebbe detenuto a Nasr, il quartier generale delle forze di sicurezza governative, luogo tristemente noto per le violazioni sui diritti umani.

I partiti dell’opposizione egiziana rimangono divisi sulle elezioni: partecipare e cercare di guadagnare una seppur minima rappresentanza all’interno del parlamento, oppure boicottare per protesta quelle che definiscono elezioni truccate.

In prima linea a favore del boicottaggio, c’e’ Mohammed El Baradei, ex capo dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), che da tempo chiede la riforma politica del sistema elettorale. A lui si affianca il partito di Ayman Nour Ghad, che sostiene il boicottaggio. Due partiti minori, il Tagammu, di sinistra e il partito nasserista non hanno ancora reso pubbliche le loro rispettive posizioni.

La decisione di peseguire o meno il boicottagio da parte dei Fratelli Musulmani e’ fondamentale; se da una parte infatti rappresentano un partito illegale, “ufficialmente” vietato, dall’altra controllano pero’ un quinto del parlamento: i suoi membri hanno potuto partecipare alle elezioni legislative del 2005 in quanto candidati indipendenti.

La posizione dei Fratelli Musulmani e’ pero’ chiara dalle richieste: “Abbiamo gia’ detto che boicotteremo le elezioni se tutti i partiti dell’opposizione prenderanno una posizione unanime e unitaria sul boicottaggio, ma non e’ questo il caso. Dal momento che alcuni partiti anti-governativi hanno gradualmente annunciato di voler prender parte al voto; cosi ugualmente sara’ la posizione dei Fratelli Musulmani.”

Recenti disaccordi si sono avuti anche all’interno del partito stesso; tra i cosiddetti conservatori e l’ala piu’ riformista del gruppo, cosa che ha accresciuto il timore di ulteriori divisioni in vista del risultato elettorale. (Nena News)

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