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04/10 - mancuso confessa di aver propiziato l’elezione di mario uribe, cugino di álvaro uribe vélez

(5 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net

Salvatore Mancuso, ex capo dei paramilitari colombiani delle AUC, estradato negli Stati Uniti (dove è attualmente detenuto), ha confessato di aver ordinato di appoggiare politicamente il cugino del narco-expresidente Álvaro Uribe Vélez, l'ex senatore Mario Uribe Escobar.
Mancuso afferma di essersi riunito nella tenuta “ La Capilla ”, nella provincia di Tierralta (tra il dipartimento di Córdoba e quello di Antioquia) con Uribe Escobar e con l'allora candidata alla Camera Eleonora Pineda, attualmente agli arresti per parapolitica, che qualifica come il suo “capo politico”.
Poiché Pineda e Uribe Escobar avevano già stretto fra di loro un'alleanza, in quella riunione sorse in Mancuso l'interesse di sostenerne le candidatura al Senato, benché inizialmente avesse pensato di appoggiare un altro politicante mafioso, Miguel de la Espriella.
Quest'ultimo losco personaggio, già sotto processo nell'ambito dell'inchiesta del cosiddetto Pacto de Ralito (firmato da diversi congressisti e politici con le AUC allo scopo di “rifondare la patria”) e condannato per parapolitica, nel 2006 ha poi fatto parte della coalizione che ha sostenuto la candidatura di Uribe Vélez alla presidenza.
Dopo la suddetta riunione, in virtù dell'alleanza fra Pineda e Uribe Escobar, Mancuso aveva preso accordi con i capi paramilitari che controllavano militarmente le zone di Puerto Libertador, Montelíbano e Planeta Rica, tutte nel dipartimento di Córdoba, al fine di appoggiare la candidatura dell'ex senatore.
Mancuso ha dichiarato di aver in seguito chiamato il capo paramilitare dell'area dell'Alto San Jorge: “Gli chiesi di appoggiare politicamente nelle regioni sotto il suo controllo il senatore Mario Uribe”
Quando il magistrato gli ha chiesto se Uribe avesse conseguito la vittoria elettorale grazie a questo appoggio, Mancuso ha ammesso che, effettivamente, era stata l'ingerenza delle AUC a dare luogo ai risultati politici raggiunti dal cugino di Álvaro Uribe in alcune zone di Córdoba.
Il che, eliminati gli eufemismi autoassolutori di questo spietato criminale, si traduce nel fatto che i paramilitari delle AUC hanno minacciato, torturato, squartato e ucciso uomini, donne, bambini e anziani per terrorizzare gli abitanti della regione e costringerli a votare per Uribe Escobar, che ha ottenuto la vittoria grazie a questo aiuto, nonché ai soliti e arcinoti brogli elettorali di cui gli Uribe sono maestri.
Si palesa così un ulteriore tassello nel mosaico criminale dell’oligarchia antioqueña, capitanata dalla famiglia Uribe e legata a filo doppio ai paramilitari di Stato.

www.nuovacolombia.net

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