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Libano: si accende scontro sunniti-sciiti

Sale la tensione intorno al ruolo del Tribunale speciale per il Libano che indaga sull'assassinio di Rafiq Hariri e ai "falsi testimoni" denunciati dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah

(13 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Sale la tensione intorno al ruolo del Tribunale speciale per il Libano che indaga sull'assassinio di Rafiq Hariri e ai "falsi testimoni" denunciati dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah Roma, 13 ottobre 2010, Nena News - Una forte tensione interna accompagna la visita ufficiale in Libano del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Nei quartieri misti sciiti-sunniti di Beirut il clima e’ torrido con l’esercito che presidia con ingenti forze e mezzi corazzati i punti più caldi della capitale. I vertici delle Forze Armate hanno messo in chiaro che non verranno tollerati disordini. I soldati hanno ricevuto l’ordine di usare tutti gli strumenti necessari per evitare scontri di piazza tra opposte fazioni. A pesare sul clima generale è l’accusa di assassinio dell’ex premier Rafiq Hariri – rimasto ucciso assieme ad altre 22 persone in un grave attentato compiuto sul lungomare di Beirut il 14 febbraio 2005 - che il Tribunale speciale per il Libano (Tsl), secondo indiscrezioni che circolano da settimane, potrebbe rivolgere nei prossimi mesi ad alcuni membri di Hezbollah. Beirut rischia di fare un salto all’indietro al maggio 2008, quando lo scontro tra l’allora governo di Fuad Siniora e il movimento sciita sfociò in sanguinosi combattimenti nella capitale e in altre città del paese che fecero oltre cento morti. Le ultime settimane sono state incandescenti. Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha accusato il Tsl di proteggere dei «falsi testimoni», i quali, a suo dire, avrebbero depistato le indagini per colpire la sua organizzazione che, ha detto, non ha mai pensato o organizzato di assassinare Rafiq Hariri. «Questa è un'indagine di natura politica con la copertura di uno strumento giudiziario», ha sentenziato Nasrallah. Secondo il leader sciita, i registi che stanno dietro «tutta la sceneggiata» tengono il Libano con il fiato sospeso, l'Iran impegnato a fronteggiare le sanzioni e la Siria sotto pressione, «mentre Israele impone le sue condizioni ai palestinesi».

Ad innescare le ultime polemiche roventi al Libano sono state le ammissioni fatte al quotidiano arabo a-Sharq al-Awsat nelle quali il premier sunnita Saad Hariri (figlio di Rafiq), ha spiegato: «Abbiamo commesso degli errori e accusato la Siria» e parlato di alcuni «falsi testimoni» che avrebbero distrutto per anni le relazioni tra Damasco e Beirut. Parole che, sostiene Hezbollah, confermano l’impegno proprio di alcuni collaboratori del primo ministro nel «montare ad arte» false testimonianze, prima contro la Siria, ora contro il movimento sciita. Nasrallah teme che il Tsl, «manipolato da Stati Uniti e Israele», si appresti a lanciare false accuse contro Hezbollah (Nasrallah nelle settimane passate aveva rivelato in tv numerosi indizi di un possibile coinvolgimento israeliano nell’assassinio di Rafiq Hariri, ritenuti però irrilevanti dal Tsl). L’attacco più violento contro Hariri è stato sferrato dall’ex direttore della sicurezza generale, Jamil Sayyed, un uomo che i «falsi testimoni» avevano tirato in ballo nell’omicidio e che ha scontato quattro anni di prigione, prima che il procuratore Daniel Bellemare lo scagionasse per insufficienza di prove. Lo scontro ai vertici della politica si è presto spostato nelle strade dove i sunniti accusano gli sciiti di voler fermare il Tsl per impedire l’accertamento della verità e gli sciiti che accusano la maggioranza filo-occidentale di cercare pretesti per attaccare Hezbollah e disarmare la resistenza anti-israeliana. (red) Nena News

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