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Sciopero

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(28 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

Lotta di classe o schiavitu'?

Per il protagonismo dei lavoratori, oltre il sindacato

(13 Ottobre 2010)

Come tutte le altre volte che i metalmeccanici sono scesi in piazza e in sciopero, guidati dal loro sindacato maggioritario (la Fiom) - ma per ottenere alla fine solo più precarietà più flessibilità e aumenti contrattuali ridicoli - anche noi internazionalisti siamo in piazza al loro fianco, lavoratori tra lavoratori. Di fronte all’attacco padronale violentissimo, cominciato con il piano-ricatto Marchionne, estesosi a Federmeccanica e Confindustria che stracciano il contratto nazionale, la Fiom risponde con solo 4 ore di sciopero, per di più annunciate e precedute in tante aziende, dove ancora si lavora, da almeno un mese di straordinari, che vanificano l’efficacia di questo sciopero già quasi innocuo per i padroni. Per fortuna in qualche fabbrica gli operai sono riusciti a imporre almeno il blocco degli straordinari.

Ma cosa vuole la Fiom? Rientrare ai tavoli delle trattative e il ripristino del Contratto Nazionale che – anche senza le famose deroghe, è Landini stesso a dirlo – permetterebbe ai padroni di fare comunque quello che vogliono.

Di fronte alla repressione padronale partita dal gruppo Fiat nei confronti di delegati e operai Fiom, licenziati per avere scioperato e solidarizzato, si continua poi ad invocare la “giustizia” dello stato, che non è riuscito a reintegrare al lavoro nemmeno i 3 operai di Melfi. Lo stesso stato che ci mette molto meno ad usare le forze dell’ordine contro gli operai quando questi alzano la testa contro i padroni incattiviti dalla crisi del loro sistema di sfruttamento. Il capitalismo è in crisi a livello mondiale e ai padroni, qui come altrove, non serve più un sindacato come la Fiom che pure gli è stato utilissimo a controllare e vanificare la rabbia operaia in questi anni. Perché in cambio del sacrificio operaio, la Fiom chiede ancora qualcosa, che per noi è assai vicino al niente, ma che per i padroni è già troppo!

Ai padroni oggi vanno bene solo i sindacati-tappeto, i firmatutto... è questo lo spazio di mediazione possibile: finché c’è da lavorare bisogna farlo a testa bassa. La domanda che facciamo agli operai, e prima di tutto a quelli con la tessera Fiom, è questa: di fronte a una simile volontà padronale sono utili gli scioperi annunciati, le lotte secondo le leggi antisciopero, le trattative continue? Perché questo è quello che la Fiom propone. Non è forse ora che gli operai uniscano le loro vertenze quando le aziende li mettono alla porta, che facciano scioperi più incisivi, improvvisi, con picchetti seri, blocco merci, ecc.? Ma tutto questo né la Fiom né altri sindacati lo faranno mai.

Se si arriverà a forme di lotta serie, all’unione degli operai e dei lavoratori in lotta con scioperi veri, sarà solo grazie agli operai più coscienti che in questo clima di rassegnazione e paura, con la cassa integrazione a zero ore e la strada come spauracchio sempre più reale, sapranno coinvolgere i loro compagni nella lotta contro i padroni. Per non diventare tutti dei moderni schiavi. Allora i sindacati – che siano solo quelli di base, la Fiom, o tutti quanti – non potranno far altro che rincorrere le lotte operaie – ma per contenerle! – o sparire.

Intensifichiamo le lotte contro il piano Marchionne – Confindustria-Governo e i loro servi sindacali

• I lavoratori più combattivi creino dei Comitati di lotta, per iniziare a rompere la cappa della rassegnazione, per stimolare e organizzare gli altri lavoratori. Sono le assemblee dei lavoratori che devono decidere modalità e scopi delle lotte

• Uniamo le vertenze delle aziende in crisi, battiamoci contro tutti i licenziamenti e contro la precarietà

• Facciamo sentire la forza operaia ai padroni: creiamo, durante le lotte, coordinamenti indipendenti da tutti i sindacati, che uniscono gli operai, i precari e i lavoratori in lotta di ogni settore, la crisi sta colpendo tutti i proletari!

Indispensabile per noi è il radicare in questo processo il partito di classe, comunista ed internazionalista, cui chiamiamo ad unirsi tutti i proletari più sensibili e non rassegnati a subire i ricatti di questa infame società, per mettere radicalmente in discussione il sistema di sfruttamento: il capitalismo.

Lavoratori internazionalisti (P.C. Internazionalista/Battaglia Comunista)

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