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Pacchi esplosivi, yemen perde ingresso nel consiglio di cooperazione del golfo

Sanaa puntava ad entrare nell’organizzazione che riunisce le sei ricche monarchie del Golfo, ma la vicenda dei plichi con ordigni ha bloccato a tempo indeterminato la sua richiesta di adesione.

(1 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Roma, 01 novembre 2010, Nena News – E’ costata molto cara allo Yemen la spedizione dalla sua capitale, Sanaa, dei pacchi esplosivi diretti in Occidente. Stando a quanto riferisce la stampa araba, lo Yemen dovrà rinunciare ancora a lungo a realizzare la sua ambizione di aderire al Consiglio di Cooperazione del Golfo, l’organizzazione che riunisce le ricche petromonarchie del Golfo - Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti - considerata una sorta di Unione europea del mondo arabo e stretta alleata degli Stati Uniti.

Nonostante la forte sponsorizzazione degli Stati Uniti, rivela il sito Gulfnews.com, al summit del Ccg di fine anno ad Abu Dhabi, la richiesta di adesione dello Yemen verrà nuovamente respinta per il timore che al Qaeda possa approfittare dello status del paese per penetrare maggiormente nei regni ed emirati del Golfo.

Sino ad oggi l’adesione dello Yemen era stata regolarmente respinta dal Ccg. A giugno però il quotidiano Kuwait Times riportò un deciso intervento degli Stati Uniti a favore l’ingresso di Sanaa nel club esclusivo del Golfo. Il fine di Washington è quello di garantire ingenti finanziamenti arabi allo sviluppo economico dello Yemen in parallelo ai crescenti aiuti militari che da tempo gli Usa offrono al regime del presidente Ali Abdullah Saleh, uno stretto alleato dell’Occidente.

La candidatura di Sanaa avrebbe dovuto occupare il primo posto nell’agenda del summit di Abu Dhabi ma i sei membri dello Ccg hanno avvertito Washington che il rapporto con lo Yemen continuerà a limitarsi ad una cooperazione nei campi dello sport, del sociale e della cultura e al finanziamento di determinati progetti economici. «E’ necessario che lo Yemen raggiunga un elevato livello di stabilità interna, la sua situazione è molto diversa da quella dei paesi del Golfo», ha scritto Said al Hamad, un editorialista del quotidiano al Ayam, rappresentando pienamente la visione del Ccg. «Ci vorranno molti anni prima che lo Yemen possa raggiungere gli standard richiesti per entrare nel Ccg», ha aggiunto da parte sua l’analista arabo Jaber Mohammad.

Il danno per lo Yemen, paese poverissimo, del mancato ingresso nel Ccg (entro il 2016, speravano a Sanaa) è enorme. Creato nel 1981, sotto l’impulso della monarchia saudita, il Ccg ha scopi essenzialmente economici e sociali, punta ad assicurare la stabilità della regione, nonché all’unificazione del sistema economico e finanziario dei membri. Il 1 gennaio 2008 il Ccg ha dato vita al Mercato Comune del Golfo e punta alla creazione di una moneta comune, il Khaleeji.

Pur affrontando raramente questioni politiche nel corso dei suoi summit, il Ccg ha l’evidente finalità di contenere la crescente potenza iraniana (in passato anche il baathismo iracheno), in linea con gli interessi degli Stati Uniti nella regione. (red) Nena News

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