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Tawakel karman torna libera

L’attivista e giornalista yemenita che ha organizzato e guidato le proteste universitarie di questi giorni nella capitale Sana’a, è uscita ieri dal carcere. Ma promette che "la rivoluzione del gelsomino" continuerà fino a quando il regime non sarà mandato via.

(25 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Tawakel karman torna libera

foto: www.nena-news.com

L’attivista e giornalista yemenita che ha organizzato e guidato le proteste universitarie di questi giorni nella capitale Sana’a, è uscita ieri dal carcere. Ma promette che "la rivoluzione del gelsomino" continuerà fino a quando il regime non sarà mandato via. Roma 25 gennaio 2011, Nena News - Le proteste di oltre 5000 manifestanti, per la maggior parte donne, scesi in pazza lunedì, sono state ascoltate ieri dalle autorità yemenite, che hanno liberato Tawakel Karman, a patto che si impegni “a non violare più la costituzione yemenita”. La giovane donna, che è a capo dei Reporter donne senza Catene, era stata arrestata tra sabato e domenica mentre si recava a casa sua, per aver guidato le proteste studentesche contro il governo, che infiammate dagli avvenimenti tunisini, si svolgono nella capitale da oltre una settimana. Le accuse a suo carico consistono nell’aver causato “disordine pubblico” e aver organizzato “assembramenti non autorizzati”.

Mohammed Qobati, un portavoce dell’opposizione parlamentare, aveva definito l’arresto “un atto criminale e immorale”.

Intervistata al momento del suo rilascio, Tawakel Karman ha detto di voler andare avanti con le proteste: “Continueremo fino a quando non ci sarà un cambiamento nel regime; difenderemo il sistema, la costituzione, la legge. La rivoluzione del gelsomino continuerà fino a quando il regime non sparirà.”

Secondo quanto riportato dalla Reuters, in seguito alle proteste universitarie di sabato e domenica, altri 18 attivisti dell’opposizione sono stati arrestati dalle autorità e uno di loro è stato ucciso dalla polizia (nella città di Aden).

“Il popolo contro il tiranno, rovesciare i corrotti è un dovere”, hanno urlato in questi giorni i manifestanti. Riferendosi al presidente Ali Abdullah Saleh, che è al governo da 32 anni, rieletto nel settembre del 2006 per un altro mandato di 7 anni e la cui carica potrebbe essere trasformata in un mandato a vita da un emendamento (ancora in fase di bozza, in discussione al parlamento e osteggiato dall’opposizione) di modifica alla costituzione.

Come in altri paesi del mondo arabo, anche Saleh ha ordinato di mettere in atto misure urgenti per arginare le proteste, tra cui una riduzione immediata delle tasse del 50% e il controllo dei prezzi. Allo stesso tempo però, ha fatto dispiegare ingenti numeri di poliziotti anti-sommossa per controllare e arrestare i manifestanti. Il presidente è inoltre apparso in uno show televisivo, nella giornata di domenica, affrontando i temi caldi appunto dell’emendamento sulla carica presidenziale e delle elezioni, ribadendo, contro chi lo accusa di voler mettere al suo posto – al termine del mandato nel 2013 – il figlio, di essere contro il passaggio ereditario della presidenza. Nena News

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