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Un bel di' vedremo

Un bel di' vedremo

(16 Dicembre 2010) Enzo Apicella
In tutta l'Europa cresce la protesta contro il capitalismo della crisi

Tutte le vignette di Enzo Apicella

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SITI WEB
(Lotte operaie nella crisi)

Ogni sciopero sia un passaggio verso l'unificazione delle forze e la mobilitazione generale

Per il fronte unico di tutti i proletari in lotta contro l'offensiva del capitale!

(7 Marzo 2011)

Compagni, lavoratori, le conseguenze della crisi economica capitalista continuano a essere riversate sulle spalle delle masse lavoratrici sotto forma di maggiore sfruttamento, soppressione di diritti, disoccupazione e miseria. L'oligarchia finanziaria continua ad arricchirsi, ad accrescere i suoi privilegi, aumentando la pressione sulla classe operaia come unico mezzo per uscire dalla situazione attuale. Sul piano politico la crisi si traduce sempre più in autoritarismo e reazione su tutti i fronti.
La risposta degli sfruttati, dei disoccupati, degli studenti, delle donne, si è espressa con una ripresa della mobilitazione, con manifestazioni e scioperi per affermare che “la crisi deve essere pagata da chi l'ha causata”. Ciò ha creato serie difficoltà al governo Berlusconi, che da mesi vacilla sotto i colpi della lotte, dei contrasti interni ai gruppi dominanti, degli scandali. Si regge in piedi soltanto grazie ad un’opposizione parlamentare fasulla e ai sindacati collaborazionisti.
Mentre l'attacco antioperaio si intensifica, i vertici della CGIL - sottoposti a una pressione crescente - hanno indetto uno sciopero generale per il 6 maggio. E’ una scelta debole, con modalità (le solite quattro ore), tempistica e contenuti lontani dalle richieste espresse dai lavoratori. Politicamente ciò significa evitare che il proletariato faccia sentire la sua forza nei momenti di maggior crisi del governo Berlusconi, significa continuare a inseguire un nuovo “patto sociale” con Confindustria e tentare di ricucire con i sindacati complici, illudendo i lavoratori sulla possibilità di un loro “ripensamento”.
Da parte loro, i sindacati di base non sono riusciti a convergere su una sola giornata di mobilitazione.
La politica di collaborazione interclassista, l'attesismo, la frantumazione per sigle, la mancanza di una risposta unitaria all'offensiva capitalista, alla reazione politica e alle minacce di guerra, indeboliscono e disorientano la classe operaia.
In un momento di dura offensiva capitalista e di crescente reazione politica è di fondamentale importanza realizzare il fronte unico di lotta della classe operaia, riprendendo e rafforzando ulteriormente il percorso sviluppato in giornate come il 16 ottobre.
E’ evidente che il mantenimento della divisione impedisce l'ampliamento della mobilitazione e favorisce i padroni e il loro governo. Dunque è fondamentale lavorare per la più ampia unità di azione di tutte le forze che vogliono lottare contro il capitalismo, avendo come punto di partenza un programma comune di rivendicazioni immediate, per la difesa intransigente delle conquiste e dei diritti dei lavoratori.
Facciamo di ogni movimento di lotta parziale, di ogni sciopero, un momento per far avanzare il fronte unico e la mobilitazione generale. Riprendiamoci il 1° Maggio! Trasformiamo lo sciopero del 6 maggio in una vera giornata di lotta unitaria, con la partecipazione di tutte le forze che vogliono battere i piani confindustriali e cacciare nelle piazze e nelle fabbriche il governo reazionario di Berlusconi. Una giornata di lotta dura e generalizzata con cui bloccare effettivamente il paese.
Diamo vita ad organismi unitari quali i Comitati operai e popolari, per sconfiggere gli avversari del fronte unico ed affermare la volontà delle masse.
Per rovesciare la crisi sulla testa dei capitalisti, dei ricchi, dei parassiti, è necessario un profondo e radicale rivolgimento politico. Alle ricette ciarlatanesche di chi vuol salvare il capitalismo in fase terminale contrapponiamo un blocco rivoluzionario che tracci una prospettiva di rottura col sistema attuale e le sue politiche liberiste e social-liberiste.
Compagni, la debolezza odierna del movimento operaio e sindacale dipende da ragioni politiche. L'indipendenza dalla borghesia può affermarsi solo attraverso una autentica direzione di classe. Questo problema potrà essere risolto se i migliori elementi del proletariato assieme ai marxisti-leninisti porteranno avanti la lotta per ricostruzione del partito comunista, poiché senza partito la resistenza delle masse lavoratrici all’offensiva capitalista rimarrà priva di orientamento e di prospettiva rivoluzionaria.

Piattaforma Comunista

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