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Paura di democrazia

Paura di democrazia

(1 Febbraio 2011) Enzo Apicella
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La scintilla della rivoluzione scoppia anche in siria

Proteste ieri anche a Damasco. Disperse, secondo i racconti dei blogger, dalle forze dell’ordine. Il governo siriano annuncia di adottare le promesse riforme entro la fine del 2011, ma il malcontento aumenta. E con esso la richiesta di maggiori libertà e democrazia.

(16 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

La scintilla della rivoluzione scoppia anche in siria

foto: www.nena-news.com

Damasco 16 Marzo 2011, Nena News - Pochi partecipanti, circa 200, hanno improvvisamente tenuto un corteo nel centrale Suq Hamedie di Damasco, nella giornata di ieri. Una manifestazione che e’ incredibilmente significativa in un paese in cui ogni dissenso contro il regime e’ duramente represso. Scene come quelle mostrate nel video (che vi proponiamo sotto) non si erano mai viste in Siria: la scintilla della rivoluzione sembra arrivata anche a Damasco.

Il video mostra manifestanti che urlano “Dio, Siria, la liberta, solo questo”, “pacificamente, senza violenza”, “dove siete, siriani?”, “il popolo siriano non puo’ essere sottomesso”. Il manifestante che ha fatto le riprese dice “15 Marzo, questa e’ la data. Questo e’ chiaramente il primo segno di rivolta contro il regime in Siria…Alauiti, Sunniti, siriani di tutti i tipi vogliamo far cadere il sistema”.

Secondo i resoconti diffusi dai blogger, la manifestazione e’ stata dopo poco dispersa dalle forze dell’ordine arrivate in massa. Tre ragazzi ed una ragazza sono stata arrestati.

Manifestazioni si sono tenute anche ad Aleppo, seconda citta’ del paese. Su twitter alcune fonti dicono che ieri sono stati arrestate oltre 300 persone in tutto il paese.

La manifestazione e’ stata organizzata da un gruppo facebook “Syrian revolution 2011” che in poche settimane ha raccolto 40.000 adesioni. Tentativi simili di organizzare mobilitazioni contro il regime sulla scia delle proteste in Tunisia ed in Egitto si erano gia’ avuti ad inizio febbraio ma con scarso successo.

Ieri, in risposta, il Ministro degli esteri Walid al-Mouallem ha dichiarato in una conferenza stampa che il governo siriano adottera’ le promesse riforme entro la fine del 2011, probabilmente in occasione delle elezioni municipali e presidenziali.

Tra le riforme richieste dall’opposizione c’è la creazione di un vero sistema multipartitico, con la possibilita’ di partecipazione anche di partiti dell’opposizione che non fanno parte del Fronte Nazionale dominato dal partito Baath, al potere dal 1963, la cancellazione della legge d’emergenza, in vigore sempre dal 1963 alla base del sistema repressivo e di polizia del regime siriano, liberta’ di stampa e di espressione.

Ma i manifestanti non si fermano. Per oggi pomeriggio hanno convocato un sit-in davanti al ministero dell’interno chiedendo il rilascio dei prigionieri politici (migliaia sono rinchiusi nelle carceri siriane).

L’avvento di Bashar al-Asad, succeduto al padre Hafez nel 2000, che aveva governato il paese con un pugno di ferro, aveva fatto sperare in un periodo di riforme, la cosiddetta ‘primavera di Damasco’ del 2000/2001, con un fervente dibattito politico e culturale, poi duramente represso. Gli animatori della Dichiarazione di Damasco, un cartello di gruppi e personalita’ dell’opposizione, sono stati incarcerati o intimiditi. In realta’ le riforme si sono limitate ad una liberalizzazione dell’economia, e non all’introduzione di liberta’ democratiche.

Dall’inizio dei moti in Tunisia ed Egitto il regime siriano ha mostrato segni di nervosismo, temendo che la protesta si propagasse anche alla Siria, ed se da un lato ha fatto delle minime concessioni dall’altro ha intensificato la repressione.

Da inizio febbraio aveva, tolto il divieto di accesso a facebook e youtube, un evento che ha provocato grande pubblicità e di cui si è parlato molto.

Sono stati inoltre concessi aumenti ai dipendenti pubblici, laptop per gli insegnanti e sussidi per il riscaldamento.

Ma allo stesso tempo blogger, giornalisti ed attivisti sono quotidianamente arrestati ed intimiditi, tra cui Tal al-Mallohi condannata 5 anni di reclusione accusata di spiare per la CIA in un processo a porte chiuse una blogger arrestata nel 2009, a 17 anni, perche’ aveva scritto commenti sulla Palestina e sulla societa’ nel suo blog e Ahmad Abu Al-Kheir, un altro giovane blogger, e’ stato arrestato il 20 febbraio e poi rilasciato perche’ nel suo blog dava istruzioni su come organizzare una rivolta.

La scorsa settimana tredici prigionieri politici siriani, tra cui Ali Abdullah del gruppo di opposizione “Dichiarazione di Damasco” del 2000, l’avvocato Anwar al-Bunni e l’attivista kurdo Mashaal Tammo, avevano iniziato uno sciopero della fame chiedendo il loro rilascio e la fine della legislazione di emergenza, dichiarando “che e’ arrivato il tempo di finire la persecuzione poiche’ il cambiamento democratico e’ arrivato nei paesi arabi”.

Subito dopo, in occasione di un’amnistia concessa per celebrare l’anniversario della fondazione del partito Baath, Bashar aveva rilasciato Haythem al Maleh, un giudice di 80 anni, condannato a 3 anni di prigione con l’accusa di “aver colpito il morale della nazione” criticando la corruzione del paese e chiedendo al presidente Bashar di rivelare la sorte delle migliaia di “desaparecidos” della repressione del regime negli anni ’80. Nel 1982 nella citta’ di Hama una ribellione capeggiata dalla Fratellanza Musulmana, allora illegale e maggior gruppo di opposizione, e’ stata duramente repressa dall’esercito siriano che ha addirittura bombardato la citta’, causando 25.000 vittime, anche se non ci sono notizie ufficiali.

Sembra che anche la Siria, un paese importante e significativo per tutta la regione, che fino ad ora era sembrato immune al vento di cambiamento dei paesi arabi, si sia messo in movimento, nonostante molti commentatori occidentali avvessero previsto l’immobilita’ del regime.(red Nena News)

http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2011/03/20113151834383782.html

Nena News

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