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(27 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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Venerdi' di manifestazioni in siria, bahrein, yemen ed egitto

Manifestazioni in varie città siriane. Incerte le fonti delle notizie. L'agenzia tedesca Dpa parla di 12 morti, la siriana SANA smentisce. Decine di arresti di oppositori in Bahrein. Cortei anti-regime a Sanaa (Yemen) e raduno in Piazza Tahrir al Cairo in nome difesa della rivoluzione del 25 gennaio.

(2 Aprile 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Venerdi' di manifestazioni in siria, bahrein, yemen ed egitto

foto: www.nena-news.com

Roma, 01 aprile 2011, Nena News – E’ stato un altro venerdì di tensione e scontri in vari paesi arabi. Sono incerte le notizie che arrivano dalla Siria dove, secondo siti web locali, si sono svolte manifestazioni in diverse città del paese, in particolare a Daraa e Latakiya, già teatro di incidenti con vittime la scorsa settimana, nel centro abitato curdo di Qamishli, ad Hasakeh, nella città costiera di Baniyas e ad Amuda. Tensione anche alla periferia di Damasco dove, stando alle informazioni diffuse in internet da alcuni blogger, sarebbero morte almeno tre persone colpite dal fuoco della polizia. Ma queste notizie attendono una conferma indipendente, così come il bilancio diffuso dall'agenzia tedesca DPA “ di 12 morti oggi in Siria. L’agenzia statale siriana SANA ha seccamente smentito la notizia. Pare accertato invece che le forze di sicurezza dopo la preghiera islamica di mezzogiorno abbiano circondato la moschea al Rifai di Damasco, impedendo ai fedeli per alcune ore di uscire dal luogo di culto.

Pur interessando diverse città e alcune migliaia di persone, il «Venerdì dei Martiri», così come è stato chiamato, non sembra aver coinvolto la maggioranza della popolazione siriana. Due giorni fa il presidente Bashar Assad, durante un discorso in Parlamento, aveva descritto le proteste avvenute in alcune località del paese come un «complotto straniero per destabilizzare la Siria».

Non si arresta intanto la repressione in Bahrein. Una cinquantina di attivisti sciiti sono stati arrestati la scorsa notte dalle forze di sicurezza, con il sostegno dei soldati sauditi e dei poliziotti degli Emirati entrati circa due settimane fa nel paese su richiesta del monarca (assoluto) Hamad Bin Khalifa che ha anche proclamato lo stato d’emergenza per tre mesi. Gli arresti sono scattati alla vigilia della manifestazione anti-regime indetta per oggi. Dal 17 febbraio ad oggi almeno 25 bahreniti sono stati uccisi e un migliaio sono rimasti feriti nel corso degli scontri tra manifestanti pro-democrazia e polizia; l’ultimo, poche ore fa, era un ragazzo di 16 anni.

In Yemen i gruppi di opposizione si sono radunati nella Piazza del Cambiamento di Sanaa per chiedere, ancora una volta, le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh al potere da 32 anni e fedele alleato degli Stati Uniti. Il corteo però ha rinunciato a marciare sul palazzo presidenziale, come annunciato nei giorni scorsi per costringere il capo di stato a lasciare il potere. Nella capitale si è svolta però anche una manifestazione dei sostenitori di Saleh, che ha visto l'arrivo di decine di migliaia di persone provenienti da diverse regioni del paese convocate dal partito di governo per difendere il presidente. Sempre oggi un battaglione dell'Esercito è stato circondato da uomini armati appartenenti ad una tribù nella provincia di Abyen, nel sud dello Yemen.

Al Cairo decine di migliaia di egiziani si sono riuniti a Piazza Tahrir, per chiedere al Consiglio supremo delle Forze armate, alla guida del paese, di non tradire le promesse fatte dopo la cacciata dell’ex raìs Hosni Mubarak. Altre migliaia si sono radunate ad Alessandria. I manifestanti hanno anche chiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici e che vengano processati tre stretti collaboratori di Mubarak, l'ex capo dello staff della presidenza, Zakaria Azmi, l'ex presidente della Camera Alta del Parlamento, Safwat al-Sherif, e l'ex presidente della Camera bassa, Fathi Sorour, accusati di corruzione nonchè la rimozione dall'incarico di tutte le figure legate a Mubarak. La mobilitazione è stata organizzata dal Movimento giovanile del 6 Aprile e dalla coalizione della «Rivoluzione 25 Gennaio».

Nena News

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