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Il ratto d'Europa

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(17 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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26 marzo. Per costruire il futuro

Ma di quale futuro parlano?

(23 Marzo 2004)

Vogliamo cambiare l'agenda politica e sociale
Il Paese ha urgenza di uscire dalle difficoltà di un'economia stagnante, di un'occupazione che stenta, di investimenti che diminuiscono, di consumi bloccati, di peggioramento delle condizioni materiali dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Si dimostra in ciò, il fallimento della politica economica del Governo fondata su ricette quali meno tasse, meno vincoli, tagli alle pensioni come soluzioni di tutti i problemi. La situazione resa più grave dall'abbandono della politica dei redditi e della concertazione, ha favorito la crescita delle disuguaglianze, inciso negativamente sul potere d'acquisto di salari e pensioni, lacerato il Paese ormai in crisi di fiducia, bloccato nella crescita, depotenziato nella competitività, più povero e più diviso. Rivendichiamo lavoro e sviluppo di qualità, un fisco equo e redistributivo, un welfare inclusivo adeguato ai nuovi bisogni. Vogliamo dare voce alle grandi capacità del Paese di uscire dalle difficoltà producendo proposte, indicazioni, per contrastare la politica economica del Governo e rimettere al centro dell’attenzione lo sviluppo ed il lavoro. Va creato un clima, una tensione ideale, morale e propositiva per cui le persone, le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati ed i giovani non si sentano soli e quindi possano pensare al futuro come orizzonte possibile, per il quale vale la pena impegnarsi, rischiare e lottare, rivendicare diritti ed esercitare doveri.
Cgil – Cisl - Uil


Ma di quale futuro parlano?

Cgil, Cisl, UIL rivendicano il rilancio della politica dei redditi e concertativa.
Nascondono che quando loro hanno gestito coi precedenti governi questa politica, di cui rivendicano il ritorno, essa è stata esattamente quella che ha dato il via agli attuali devastanti esiti che sta subendo il mondo del lavoro e della società civile.
Questo è il passato a cui vogliono ricondurci.
Non è questo il futuro che dobbiamo costruire.

Come sempre per fronteggiare l’attacco che stiamo subendo noi riteniamo che non ci si può comunque tirare fuori da qualsiasi mobilitazione che veda la partecipazione in massa dei lavoratori. Gli scioperi hanno il compito di danneggiare padroni e governo.
Non esiste nessun valido motivo per non scioperare.
Neppure il fatto che chi lo indice propone un falso futuro.
Partecipiamo quindi allo sciopero generale del 26 marzo per continuare a seminare tra tutti i lavoratori che scendono ancora in lotta, la presa di coscienza della necessità di organizzare una reale opposizione costruita autonomamente dal basso. Dovrà indispensabilmente emergere dalla base dei lavoratori la capacità di muoversi non solo quando i vertici confederali dall’alto lo ritengono opportuno per i loro interessi, ma anche quando, ottenuto qualche pastrocchio concertativo o una sponda governativa amicale, ci inviteranno ad accontentarci di quello che loro chiamano futuro. E che sarà la continuazione di questo dannato presente.

UN VERO FUTURO DIVERSO DA QUESTO PRESENTE
E’ SOLO NELLE NOSTRE MANI

ECCO CON CHI E PERCHE’ SCIOPERIAMO IL 26 MARZO

Slai Cobas Milano

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