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A beirut uniti contro le bombe a grappolo

Centinaia di attivisti provenienti da ogni parte del mondo si sono riuniti lunedì in Libano per mettere a punto una strategia comune per bonificare il pianeta dalle micidiali cluster bombs. Con un occhio particolare al Paese dei Cedri.

(14 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

A beirut uniti contro le bombe a grappolo

foto: www.nena-news.com

Roma, 14 settembre 2011, Nena News – Sono arrivati da ogni parte del mondo a Beirut per dire, da uno dei paesi che più colpiti dal problema, che le bombe a grappolo devono essere eliminate per evitare che altre decine di migliaia di persone in tutto il pianeta rimangano uccise o mutilate a causa di questi piccoli ma micidiali ordigni esplosivi.

I rappresentanti di 80 paesi hanno firmato la “Convenzione sulle bombe a grappolo”, un trattato internazionale che lancia un forte appello alla eliminazione totale di queste armi. «L’incontro a Beirut servirà ad avviare iniziative come la distruzione degli ordigni e la bonifica dei terreni dove si trovano disseminate le cluster bombs», ha spiegato all’agenzia di stampa francese Afp, Steve Goose, presidente della Coalizione contro le bombe a grappolo. «Ci sono già otto Stati che hanno distrutto completamente tutte le cluster bombs in loro possesso e molti altri si sono detti pronti a fare altrettanto», ha aggiunto Goose.

La Coalizione contro le bombe a grappolo, formata da 350 organizzazioni non governative di tutto il mondo, stima che 28 paesi devono fare i conti con le cluster, grandi non più di una palla da tennis e che se calpestate possono uccidere o mutilare. Cina, Russia, Stati Uniti e Israele invece non hanno firmato la Convenzione. Lo Stato ebraico ha sganciato quattro milioni di cluster sul Libano durante la guerra del 2006 con Hezbollah. Da allora più di 50 persone sono state uccise dagli ordigni mentre altre 350 sono rimaste ferite.

L’esercito libanese da parte sua sostiene che il 67% delle aree del paese con il problema delle bombe a grappolo, è stato bonificato ma occorrono altri 75 milioni di dollari per completare il lavoro di bonifica. Fondi che non è facile reperire a causa del forto calo delle donazioni dei paesi occidentali alle organizzazioni umanitarie internazionali. Nena News

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