">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Sabra e Chatila

Sabra e Chatila

(15 Settembre 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Palestina occupata)

Rawabi: modernita' o solo oasi per ricchi?

L'ideatore parla della nascente citta' di Rawabi come di un progetto all'avanguardia mondiale, volto anche a contenere le colonie israeliane. Ma il futuro centro abitato, in totale rottura con la tradizione, fa storcere il naso a non pochi palestinesi.

(2 Marzo 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Rawabi: modernita' o solo oasi per ricchi?

foto: nena-news.globalist.it

ELENA VIOLA

Beit Sahour, 2 Marzo 2012, Nena News- Un progetto da un milione di dollari: tante abitazioni e posti di lavoro nel pieno rispetto dei moderni standard ecologici e tecnologici. Rawabi è il nome dell’oasi avanguardista che, se mai realizzata, conferirebbe un volto nuovo al poco dinamico piano urbanistico palestinese.

“La mia visione è costruire una città autosufficiente e dal dinamico mercato lavorativo,” dice a AFP Bashar al-Masri, uomo d’affari palestinese e mente del discusso progetto in questione. “Se la mia visione – se il mio istinto – dovessero funzionare, Rawabi si troverebbe al fianco di città come Jenin, Qalqilya e Betlemme.”

Appartenente ad una ricca famiglia di Nablus, tra le piu' potenti della Palestina, dopo aver passato diversi anni negli Stati Uniti e averne acquisito la cittadinanza, Masri è ritornato in patria a metà anni ’90. Tra i suoi progetti mirabolanti quello di Rawabi è sicuramente il più ambizioso. Citando le sue stesse parole: “in Palestina il mondo ha l’opportunità di costruire uno stato moderno ed efficiente ed è a questo che intendo mirare.”

Rawabi racchiude il ‘meglio’ di Doha e Dubai: 1000 appartamenti di lusso e 5000 case pensate per abbienti famiglie borghesi, parchi e aree verdi a puntellare gli alti e scintillanti edifici, tre cinema, un anfiteatro, negozi e moschee. A subire un mutamento radicale non sarebbe solo la conformazione architettonica della tradizionale medina palestinese ma anche la qualità della vita al suo interno. Masri ha pensato proprio a tutto: internet ad alta velocità in grado di competere con i giganti asiatici, asili nidi per mamme moderne che lavorano fuori casa e percorsi pedonali in pieno rispetto della nuova tendenza green.

Il ricercato piano edilizio progettato da Masri va inserito all’interno della politica governativa promossa dal Primo Ministro palestinese Salaam Fayyad nel 2009, che consiste nell’incentivare progetti pubblici e privati di sviluppo e crescita urbanistica e garantire alla Palestina le infrastrutture necessarie per diventare uno stato completo ed autosufficiente.

Nonostante Masri e' ospite nei salotti israeliani - a suo dire perché l’indipendenza potrà solo arrivare giungendo ad un compromesso con gli occupanti, una posizione poco apprezzata daglialtri palestinesi - il suo progetto urbanistico non ha ugualmente una vita facile.

“Il processo è in sè piuttosto semplice,” dice Masri a AFP, “ma quando si intromette la politica le cose si fanno più ardue.” Masri si riferisce per esempio ai tre anni di tempo che gli ci sono voluti per ricevere l’approvazione israeliana per un breve tratto di strada attraverso l’area C della Cisgiordania, sotto pieno controllo israeliano.

Qualora terminata, la nuova strada asfaltata – che collegherà i centri palestinesi con l’area adibita al colosso di Rawabi – andrà a sostituire la stretta e accidentata via che finora ha costituito l’unico sbocco al cantiere.

Nemmeno questo primo piccolo passo presenta però alcuna garanzia. Masri dice che, “ci sono molte complicazioni in seno a questo progetto. La strada è temporanea – bisogna fare domanda per il suo rinnovo ogni anno – e potrebbe essere interrotta ad ogni istante.”

L’inscalfibile ottimismo di Masri di fronte alla possibilità di possedere un baluardo di modernità come Rawabi in Cisgiordania, trova supporto nelle alte sfere dell'Autorità Palestinese e nei residenti del villaggio circostante. Il fatto che circa 8000 famiglie, sia in Cisgiordania che all’estero, abbiano dimostrato interesse nel comprare casa a Rawabi, è motivo di profitto e prestigio, sicché alcune tra le menti più brillanti della classe media palestinese troverebbero rifugio qui invece che nella caotica Ramallah.

L’entusiasmo non è condiviso però da tutti.

A guardare con sospetto questo nuovo centro abitato vi sono i coloni israeliani che vivono poco lontano da Rawabi e che mirano ad estendere il loro dominio su questo nuovo centro abitato e a farne una conclave per ebrei di tutto il mondo.

Ma non solo. Anche tanti palestinesi sono scettici di fronte a una struttura che, da un lato, ha tutti i connotati fisici per competere con le dominanti colonie israeliane e, dall’altro, offrendo case di lusso a prezzi occidentali, destinati ad una elite, allarga il divario sociale tra individui in seno alla stessa comunità.

Masri risponde puntualmente alle critiche sollevate. Con il suo aplomb da uomo di successo, afferma che, “la nuova città funge da modello per i palestinesi per reclamare la terra che gli spetta e per bloccare l’avanzamento delle colonie israeliane in Cisgiordania,” e critica i palestinesi stessi, “per non aver creato niente di concreto sulla loro terra” per anni.

Per quanto riguarda le critiche al carattere classista di Rawabi, Masri borbotta qualcosa riguardo alla possibilità di costruire case per meno abbienti in seguito.

Sia le autorità palestinesi che la comunità internazionale hanno lodato il progetto ma, in una società con il conto corrente perennemente in rosso come quella palestinese, le lodi non bastano per concretizzare idee di modernità e innovazione.“Se ogni volta che sono lusingato con frasi del tipo, ‘questo progetto è bellissimo, stai facendo un ottimo lavoro,’ ricevessi un dollaro,” dice Masri, “Rawabi avrebbe già visto la luce.”

Non c’è bisogno di essere esperti del settore edilizio per sapere che, quando si ha a che fare con progetti privati in Cisgiordania, i donatori internazionali sono spesso riluttanti a investire i loro capitali per non incappare in tensioni diplomatiche con lo stato israeliano.

Masri non sminuisce gli ostacoli rappresentati dalla controparte israeliana ma non si lascia per vinto. E’ convinto che i fondi internazionali necessari per finanziare questa città del futuro cominceranno ad arrivare una volta che i donatori avranno di fronte il progetto finito e siglato con il bollino di municipalità.

L'imprenditore le idee chiare riguardo agli sviluppi della moderna città di Rawabi le ha, ma ci sono ancora tanti, troppi, scomodi aspetti da affrontare.

Acconsentiranno le autorità israeliane all’edificazione di un centro palestinese superiore per innovazione e sviluppo alle stesse città israeliane? E’ un bene o un male che un concentrato di ricchi, educati e tecnologici individui, viva isolato in un paradiso del lusso in totale discontinuità con la popolazione palestinese circostante? In molti si pongono questi interrogativi. Nena News

Nena News

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Palestina occupata»

Ultime notizie dell'autore «Nena News»

2245