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La borsa o la vita

La borsa o la vita

(15 Giugno 2010) Enzo Apicella
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PER CHI OPERA IL PARLAMENTO?

(19 Luglio 2013)

Dal giornale Alternativa di Classe, n. VII, anno I

Il 31 di Maggio il Governo Letta ha incassato dalle “parti sociali” l’Accordo sulla rappresentanza, che è molto peggio di quel che può sembrare ad una prima occhiata superficiale. Il capitale ha ottenuto la garanzia della continuazione della politica liquidatoria dei diritti dei lavoratori, invece che con gli “accordi separati”, con il pieno ed attivo coinvolgimento del maggiore sindacato italiano, la CGIL, che, oltre tutto, porta in dote l’allineamento della FIOM. Ora la CGIL può avviarsi ad un congresso di normalizzazione, che segni, se possibile (perché “non osare”?), un qualche ritorno alla concertazione, mentre nel resto d’Europa le agitazioni sindacali, per quanto limitate negli obiettivi, permangono, e, magari, si intensificano…
Manifestando a tutti il proprio avvenuto “cambio di registro”, la CGIL, per bocca del suo Segretario Generale, Susanna Camusso, è stata fra i pochi a lodare apertamente i provvedimenti del Governo Letta - Alfano. Esso, dopo la proroga al 31 Dicembre del Decreto sulle ristrutturazioni edilizie e l'efficienza energetica, definita “Bonus casa”, che ha aumentato le detrazioni fiscali a chiunque effettuasse tali interventi, di qualsiasi entità, nell’anno in corso, per incentivare gli affari delle (relative) imprese, il 21 Giugno scorso ha emanato il Decreto n.69/’13, cosiddetto “del Fare”, il secondo tassello per il rilancio dell’economia. Quest’ultimo provvedimento è stato visto generalmente come “neutro”, se non, addirittura, per bocca di qualche sindacalista, a vantaggio dei lavoratori, ma occorre analizzarne bene i contenuti…
Il “Decreto del Fare” (come se gli altri fossero stati solo “del Dire”…) contiene molti aspetti, apparentemente indipendenti l’uno dall’altro; alcuni esempi: fine della responsabilità solidale tra appaltatore e committente in materia di IVA, una maggiore possibilità di dilazione rateizzata del dovuto ad Equitalia (provvedimento resosi necessario per favorire la solvibilità, sempre prioritaria), con ammissione alle gare per appalti, proroga per il pagamento della “Tobin tax” sulle transazioni finanziarie, detassazione totale delle imbarcazioni fino a 14 metri di lunghezza e dimezzamento delle tasse per altre, procedure semplificate e con garanzia statale per l’accesso al credito da parte delle aziende, contributi statali senza interessi per l’acquisto di nuovi macchinari per la produzione, proroga della autocertificazione sulle materie prime per le aziende farmaceutiche, abolizione anche dei “vincoli di sagoma” per le ristrutturazioni edilizie (di ampia portata) e certificazioni di agibilità semplificate da parte di professionisti privati, agevolazioni fiscali di oltre due miliardi alle nuove opere di cantiere, soprattutto grandi, e dragaggi marini più facili e con minori vincoli ambientali. Non si tratta certo di soluzioni per i problemi dei proletari: si tratta sì di benefici, ma solo per le aziende, e che si traducono, invece, in altre risorse tolte ai proletari!
Non si può dire, però, che il ricco pacchetto non abbia pensato anche a loro: alla ormai famosa “impignorabilità della prima casa”, piccola concessione, fatta in realtà per incrementare la politica della casa in proprietà per i proletari (quella loro unica, maledetta proprietà, che li ha già “dissanguati” con il mutuo, peraltro ancora in corso per il 18% dei lavoratori dipendenti), fanno da contraltare il peggioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, con la semplice e diretta autocertificazione dei rischi sul lavoro da parte padronale, il passaggio a privati anche dei collaudi per le apparecchiature che vi sono sottoposte, la “semplificazione” del Piano operativo per la sicurezza (Pos), la fine della notifica diretta alle AA.SS.LL. degli incidenti sul lavoro, anche con prognosi superiore a 30 giorni, e di molte date di inizio di lavori a rischio, l’attacco al salario di tutti i lavoratori con un altro aumento della benzina, e con una chicca in più solo per dipendenti pubblici, l’ulteriore regalo a Confindustria di un possibile risarcimento alle aziende (e solo nel caso si tratti di esse) per eventuali ritardi da parte del lavoratore nel pronunciamento su pratica di competenza, ritardi peraltro sempre più probabili, dati le riduzioni di personale avvenute ed i conseguenti forti carichi di lavoro gravanti sugli addetti ad alcuni uffici pubblici, nonché, infine, un attacco alla qualità ambientale, sia subordinando le decontaminazioni dell’acqua nelle bonifiche ai costi economici, che peggiorando la qualità delle stesse “acque di bonifica”, cioè delle acque emunte dalle falde durante le bonifiche, che ora diventano scarichi, invece che rifiuti liquidi, e perciò con limiti molto più permissivi di quando dovevano essere restituite all’ambiente con gli stessi livelli qualitativi precedenti!
Insomma, visto che le possibilità di assunzione lì previste, lo sono solo per personale laureato, e solo in università e giustizia, il segno di classe di questo decreto, spacciato da qualcuno come “di svolta positiva”, è evidentemente e marcatamente borghese ed aziendalista, riservando ai proletari, come al solito, solo brutte sorprese! Del resto, come aveva annunciato, Letta si basava proprio su “raccomandazioni” della Commissione europea, perché l’Italia rimanesse “un Paese virtuoso”… tanto è vero che il premier ha puntato fortemente ad approvarlo in tempo per potersene vantare, come poi ha fatto, a fine Giugno con “i partners europei”.
In attesa della “legge di stabilità” 2013 (alias legge finanziaria), a completare questo “bel quadretto” per “rilanciare l’economia”, il 28 Giugno è stato approvato anche il Decreto n.76/’13 (Decreto Lavoro), il cosiddetto “terzo tassello”. Esso, oltre a spostare l’aumento dell’IVA al 1 Ottobre, prevede agevolazioni ed incentivi …naturalmente per le aziende! Perlomeno singolari, invece, appaiono le condizioni necessarie ai giovani fra i 18 ed i 29 anni per essere assunti: devono essere privi di impiego regolare da almeno sei mesi, privi di diploma di maturità oppure vivere soli con almeno una persona a carico! Mentre la disoccupazione giovanile tocca il record negativo di uguagliare il 1977, gli stessi provvedimenti che favoriscono le aziende che assumono, limitano fortemente i casi di giovani che potrebbero usufruirne…
Questo desolante quadro legislativo, in cui per la trasformazione in legge dei citati decreti è solo questione di tempi, dimostra come non esistono provvedimenti buoni per il popolo, “per tutti gli italiani”: o fanno gli interessi dei proletari, o quelli della borghesia!
In realtà (e non è, evidentemente, questione di maggioranze!), il Parlamento considera in positivo, e più che mai, solo gli interessi delle aziende (per le diverse categorie sociali proletarie può andare bene, al massimo, solo qualcosa, ed occasionalmente, a meno che non ci siano lotte di massa!), ed i rappresentanti delle “parti sociali”, che plaudono a questa politica, sono dalla stessa parte dei capitali aziendali, mentre il proletariato non può che aspettarsi, come tale, attacchi e penalizzazioni da questa realtà politica ed economica, soprattutto nella crisi… E’ ORA CHE I PROLETARI COMINCINO A MOBILITARSI DAVVERO, E SOLO PER I PROPRI INTERESSI DI CLASSE, ANTITETICI A QUESTO SISTEMA SOCIALE IN DECLINO.

Alternativa di Classe

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