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(28 Luglio 2005)
Un inizio di settimana travagliato per i lavoratori della Edilit spa, azienda produttrice di lastre in fibrocemento, con stabilimento in via Lungargine Muson.
Ieri mattina alle 5.30 i lavoratori hanno organizzato un picchetto davanti ai cancelli della fabbrica per protestare contro l'avvio della procedura di mobilità rivolta a 14 dei cinquanta dipendenti occupati.
La crisi è esplosa venerdì sera, con la comunicazione da parte della direzione dell'avvio delle procedure a carico di 9 operai e 5 impiegati: la proclamazione dello sciopero ne è stata una prima, immediata conseguenza, con tre ore di astensione dal lavoro per ogni turno.
Compatta è stata la risposta dei dipendenti che già dal mattino, come sottolinea Paolo Martellotti, delegato aziendale Rsu, «erano presenti in massa davanti ai cancelli dell'azienda, anche se non di turno».
Un'adesione totale all'iniziativa, con un momento di tensione all'arrivo del direttore, Antonio Guidetti, che intendeva entrare, ed il successivo sopralluogo dei Carabinieri, che «hanno verificato la situazione, assolutamente pacifica».
Ad affermarlo è Francesco Doro, della Fiom Cgil, presente a sostegno della vertenza. Alla base della crisi, secondo Martellotti ci sarebbe «una mancanza di strategia chiara, che ricorda un viavai di direttori, inviati dal gruppo Etex (Belgio) con l'intento di rilanciare l'azienda, mai arrivati a concludere un progetto di lungo periodo».
Lo spettro del licenziamento coinvolge anche due persone della stessa famiglia, o fidanzati in attesa di sposarsi.Un primo tentativo di ricomporre la vertenza si farà giovedì 28 luglio, quando le parti si incontreranno nella sede degli industriali per trattare, cercando peraltro interlocutori anche presso il Comune di Vigodarzere. La Fillea Cgil richiede intanto «investimenti da parte dell'azienda».
Progetto comunista di Padova - Sinistra del partito della Rifondazione Comunista, ha intanto emesso un comunicato di solidarietà ai lavoratori in difesa del posto di lavoro, auspicando che «la crisi, la paghino i padroni».
Claudio Belluco (Il Gazzettino del 26 luglio)
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