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(12 Settembre 2019)
Clima futurista oggi in piazza della Borsa a Trieste, in occasione dell’inaugurazione ufficiale (c’è stata un anteprima ieri, sembra, perché il sindaco ed i suoi accoliti hanno desiderato selfarsi assieme al monumento non ancora inaugurato, tolto dal cellofan e poi ricoperto) della statua di D’Annunzio. In una mattinata settembrina innaturalmente calda (tanto per dare ragione a Greta Thunberg) il salotto buono cittadino si è animato di giornalisti, emittenti televisive, nostalgici dell’arditismo, vecchi e nuovi arnesi della politica locale.
Noi, che siamo i soliti guastafeste, abbiamo ritenuto di fare cosa utile diffondendo la lettera del sindaco di Fiume Vojko Obersnel, che stigmatizza l’inopportunità delle celebrazioni dannunziane nel centenario dell’impresa fiumana. Ovviamente una copia è stata subito offerta al portavoce del sindaco, Vittorio Sgueglia della Marra, che ci ha detto, serenamente “eh sì, abbiamo già avuto questa lettera, ma per educazione non abbiamo risposto”. Ora, a prescindere che da una persona che costa alla comunità quasi 90.000 euro all’anno (così dice la stampa) ci saremmo aspettati una risposta un po’ meno sciatta, a noi ci hanno insegnato che “per educazione” si risponde, quando non si risponde è maleducazione. A meno che il suddetto portavoce (che è anche capo di gabinetto, e non facciamo doppi sensi, per piacere, anche se il clima è futurista) non abbia inteso dire che la loro risposta sarebbe stata tanto maleducata che è meglio che non abbiano risposto... ma sempre per i 90.000 euro all’anno di cui sopra ci saremmo aspettati qualcosa di più... però evidentemente la nostra presenza non è stata gradita dal primo cittadino, che, dimentico del suo proverbiale aplomb e savoir faire, dovendomi sorpassare, invece di chiedere prima permesso e aspettare che mi spostassi, mi ha prima spostata e poi ha chiesto scusa. Ma si figuri, sindaco, calpesti pure, il clima è quello, in fin dei conti.
Fino alle 11 circa incellofanata come in copertina, poco prima dell’inaugurazione la statua è stata avvolta da un tricolore circondato di blu.
Ammirevole il discorso dell’assessore Rossi che con giri di parole e voli pindarici ha cercato di convincere l’uditorio che la posa di tale statua è motivata dal fatto che il comune di Trieste ha deciso di investire in cultura e pertanto ha aggiunto la statua di D’Annunzio a quelle degli altri grandi letterati Joyce, Saba e Svevo (che non c’azzeccano per niente con il “vate” #perdir) in modo da dare una continuità culturale alla città. Peccato che dopo tanta fatica sia intervenuta a gamba (o braccio...?) tesa l’assessora Brandi che ha dichiarato, tranchant, che la statua è stata posta a perenne ricordo dell’impresa fiumana nel centenario della medesima (ha anche detto, dimostrando di non avere il senso della misura) che posare questa statua è stata un’impresa più difficile di quella fiumana... sigh!)..
A lato di tutto ciò, i nostalgici con le magliette degli arditi e cappelli alpini (ma il corpo degli alpini è d’accordo con questa commistione?), a farsi i selfie con le bandiere fiumane di allora, tanto per dimostrare che non vi è nulla di nostalgico in queste iniziative.
Molto futuristi anche questi, che in posa per i selfie di tutti i fans nonché le foto delle TV locali e internazionali, uno di essi si è adontato perché anch’io stavo facendo una foto, chiamandomi per cognome e dicendo “ma basta far foto!” (ovviamente gli ho risposto che di fronte all’esercito dei selfie fare questa osservazione a me sola mi sembrava ridicola).
Nel frattempo, il Veneto Fronte Skinhead nella notte ha coperto di manifesti provocatori l’ingresso del consolato croato: la naturale evoluzione del dannunzianesimo del secondo millennio, portato avanti consciamente o inconsciamente da rappresentanti delle istituzioni che aprono spazi di eversione che non porteranno alcun bene.
Claudia Cernigoi
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