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Sciopero di due ore dei 10.000 lavoratori del gruppo Siemens

contro una riorganizzazione aziendali dalla incerte conseguenza occupazionali

(3 Settembre 2005)

Oggi hanno scioperato per due ore gli oltre 10.000 dipendenti degli stabilimenti italiani del gruppo Siemens, multinazionale tedesca leader mondiale nel settore delle telecomunicazioni.

La ragione della protesta è la scelta di Siemens di procedere ad una riorganizzazione a livello europeo con conseguenze organizzative ed occupazionali ancora incerte

Nello stabilimento di Cassina de’Pecchi (oltre 1000 dipendenti di cui 300 in produzione), i lavoratori una certezza ce l’hanno: l’azienda ha infatti aperto due procedure per cessione di ramo d’azienda che interessano 37 lavoratori (30 del magazzino e 7 del reparto riparazioni). Ma c’è di più: molti dei lavoratori interessati dal processo dall’esternalizzazione sono stati assunti con la legge 104 (collocamento obbligatorio).

Appare evidente che questa operazione di cessione altro non rappresenta per Siemens che un comodo espediente per liberarsi dei lavoratori più deboli e fragili.

Niente male per un’azienda che, in occasione dello scorso natale, ha regalato a tutti i suoi dipendenti un gioco da tavolo chiamato “il gioco dei valori”: nel patinato opuscolo che accompagnava il gioco dell’oca aziendale si legge “Ci sentiamo fortemente responsabili per il progresso sociale. Aiutare il più debole, dove per più debole si intende non solo il compagno di lavoro, ma le persone in genere…”.

37 posti di lavoro a rischio, sommati all’assenza di chiarezza sulle prospettive industriali hanno indotto la Rsu dello stabilimento di Cassina de Pecchi a scioperare oggi per 4 ore ed a presidiare le portinerie dell’azienda (per i lavoratori dei reparti interessati all’esternalizzazione lo sciopero odierno è stato di 8 ore). L’altissima percentuale di partecipazione allo sciopero indica che la preoccupazione per il futuro è diffusa tra i lavoratori.

“Abbiamo il timore – sostengono i rappresentanti dei lavoratori – che le procedure di cessione aperte da Siemens non siano che l’inizio di un processo che porterà l’azienda a dismettere le produzioni. Togliere il reparto di produzione dallo stabilimento di Cassina per noi significa mettere a repentaglio 300 posti di lavoro (in grandissima maggioranza occupati da donne) e pregiudicare il futuro dell’intero sito. Non più tardi di un mese fa, per migliorare la produttività, l’azienda ha chiesto e ottenuto l’introduzione (sofferta) del turno notturno anche per le donne, in cambio aveva garantito che non avrebbe proceduto ad alcuna esternalizzazione. Oggi anche le donne lavorano di notte, mentre sono state aperte le procedure di cessione di ramo d’azienda!!!!”.

Il gruppo dirigente di Siemens si è dichiarato disponibile a confrontarsi a livello nazionale con il sindacato solo dopo aver concluso le operazioni in corso di cessione, unificazione e vendite azionarie, incurante delle richieste delle organizzazioni sindacali.

La Fiom di Milano intende utilizzare ogni strumento a disposizione (primo fra tutti quello della contrattazione) per garantire un posto di lavoro certo ai lavoratori di Cassina de Pecchi.

Milano, 21 settembre 2005

Federazione Impiegati Operai Metallurgici
Milano
www.fiom.milano.it

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