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Guerra e pace

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(25 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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(17 Giugno 2023)

Editoriale del n. 126 di "Alternativa di Classe"

carrarmato k-1 188

Da Wikipedia: un Carro armato k-1 88, in dotazione all'esercito sudcoreano, durante un'esercitazione.

Da 17 anni il sito web Global Firepower stila una classifica internazionale della potenza militare di quasi tutti (136) gli Stati del mondo, al netto delle armi atomiche, basandosi su innumerevoli dati raccolti ed aggiornati periodicamente. Su tale base, ha formulato un indice, che si chiama “PowerIndex”, e fornisce lo scostamento da un livello massimo, considerato praticamente non contrastabile. Attualmente (con dati del mese scorso) gli Stati più forti militarmente, cui viene attribuito uno scostamento dell'ordine dei centesimi sono, nell'ordine, USA, Russia e Cina.
Dei circa 50 parametri, di cui viene tenuto conto, i principali sono le unità da combattimento disponibili, il personale militare complessivo e il budget (riportato in dollari) stanziato per le “operazioni di difesa”. A parte rispetto al dato del personale, che andrebbe, ovviamente, correlato al numero di abitanti, gli USA primeggiano per gli altri due parametri, e lo fanno nettamente in materia di stanziamenti... Tra i primi 10 Stati, due soli fanno parte della UE; si tratta di Francia e Italia, rispettivamente al 9° e al 10° posto.
Dall'India (che occupa il 4° posto) in poi, gli scostamenti sono tutti dell'ordine dei decimi. Il Regno Unito è 5°, mentre può apparire curioso il 6° posto della Corea del Sud, che ha il valore assoluto, oltre che percentuale, più alto di personale militare complessivo ed un numero veramente elevato di unità da combattimento. Dopo le prime tre potenze mondiali è l'Italia a contare il maggior numero di unità navali militari complessive: 313.
Riguardo alla guerra ucraina, balza evidente agli occhi l'enorme differenza di mezzi tra la Russia e l'Ucraina (che occupa il 15° posto nel mondo, con mezzi fra le tre e le quattro volte inferiori), che dimostra come la prima a suo tempo possa evidentemente essere intervenuta militarmente, nelle intenzioni, per obiettivi “chirurgici”, piuttosto che per occupare fisicamente il Paese, e che la seconda stia reggendo così a lungo, ed abbia anche in atto una controffensiva fino in territorio russo, esclusivamente grazie all'appoggio della NATO.
Non si tratta, ovviamente, di giudizi di merito, e tantomeno moralistici, visto che per una guerra imperialista lasciamo ad altri l'inutile incombenza di ricercare le categorie di “aggressore” ed “aggredito”. Resta importante, però, riuscire ad extrapolare dai dati elementi di verità, difficilmente reperibili nella propaganda bellica, profusa a piene mani da entrambe le parti in conflitto. Come i droni, che da metà Maggio scorso stanno colpendo fino a Mosca, dovrebbero indurre anche qualche intellettualoide a smettere il sostegno, di fatto atlantista, alla presunta “Resistenza ucraina”...
Anche in Kosovo vi sono stati scontri armati il 29 Maggio che hanno prodotto decine di feriti tra i manifestanti di origine serba e la forza “di sicurezza” KFOR della NATO, a comando italiano, che sta garantendo i sindaci da poco eletti, di origine albanese, non riconosciuti dai serbi. L'indipendenza del Kosovo è ancora in sospeso internazionalmente dal 2008, con forti tensioni serbo-albanesi in loco, ed in generale nella regione balcanica. Le Forze Operative di Riserva (ORF) della NATO, lì presenti, hanno, così, portato a soli sette giorni il loro stato di “pronto impiego”...
Nei giorni seguenti, la NATO ha incrementato il numero dei militari in Kosovo, e la Russia ha preso posizione in sostegno dei serbi. Entrambi i nazionalismi, come sempre, fanno comodo agli Stati imperialisti, che sanno come soffiare sul fuoco, mentre le tensioni in Europa aumentano.
Dopo l'affossamento del Piano di pace cinese, avvenuto con la visita di Li Hui a Kiev del 17 Maggio, sul terreno diplomatico il Vaticano ha avviato una missione di pace, affidata al Cardinale M. Zuppi, che Lunedì 5 si è recato a Kiev per incontrare Zelenskij. Giustamente riservate le novità che pare siano emerse, ed è stato ottenuto il “placet” dell'ONU. In programma un nuovo viaggio, questa volta a Mosca. Venerdì 16 partirà anche un'altra missione di pace, stavolta dell'Unione Africana, a Kiev e Mosca, guidata dal Presidente sudafricano, C. Ramaphosa.
A smentire, però, ogni volontà di pace o tregua sta quanto avvenuto nella notte di Martedì 6 Giugno, quando si è verificata una inondazione nel sud della Ucraina, al limite tra la zona amministrata dal Governo e quella amministrata dagli ucraini “filo-russi”, con la Diga di Kachovka saltata in aria, portando grossi danni ambientali e umanitari, con anche tre morti. La diga alimentava la omonima centrale idroelettrica, e serviva anche per la navigazione e l'irrigazione della regione.di Cherson. Le rispettive propagande, ucraina e russa, attribuiscono l'attentato all'altro contendente.
Ancora peggiori sul piano mediatico sono le dichiarazioni di M. Draghi di Mercoledì 7 al MIT di Boston in USA, dove ha ritirato il prestigioso Premio Miriam Pozen per il suo ruolo nella politica finanziaria internazionale. Ha parlato di crisi della globalizzazione, dovuta alla guerra contro la Russia, di inflazione persistente, e, perciò, della necessità di un'ulteriore stretta monetaria, sia per intensità, che per tempi. Scontando un lungo protrarsi della guerra ucraina, ha dichiarato che “Kiev deve vincere la guerra, ed entrare in UE e NATO, o per la UE sarà la fine”.
L'atlantismo di Draghi non è dissimile da quello di G. Meloni, sempre solerte nella UE verso le pressioni americane. Anche nelle votazioni del 1 Giugno al Parlamento europeo sul Piano ASAP (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno XI n. 125 a pag. 2) sulle munizioni da produrre, gli esponenti del centro-destra hanno votato a favore, compresa la possibilità di usare i fondi del PNRR per finanziare gli armamenti. La votazione ha visto solo 67 voti contrari su 705 membri, tra cui il Movimento 5 Stelle e la Alleanza Verdi/Sinistra.
Rispetto a tale votazione, il PD, per salvare la propria immagine, ora “armocromatica”, ha presentato un emendamento per non utilizzare i fondi del PNRR, che, ovviamente, è stato bocciato. E, a quel punto, anche il PD ha votato a favore. Non c'è da meravigliarsi sulla natura guerrafondaia del partito dei “padroni progressisti”; del resto è il partito, che ha espresso A. Profumo, l'ex Amministratore delegato di Leonardo, che oggi, insieme a Massimo D'Alema, è indagato per traffico di armi in Colombia!...
Sull'uso dei fondi del PNRR per armamenti, va detto che il Ministro per i rapporti con la UE, R. Fitto, ha confermato il fatto che, ad oggi, in Italia non sarebbe previsto. Ma i parlamentari europei del centro-destra non hanno votato l'emendamento, e, soprattutto, l'opportunità di tale uso resta anche legata alle difficoltà, sempre ricordate dal Ministro stesso, di destinare tutto lo stanziamento del PNRR alle opere previste dai precedenti governi. E' grazie a questa possibilità alternativa che oggi il Governo Meloni si dice sicuro di “rispettare gli impegni” sul PNRR.
Intanto in Ungheria si è appena conclusa l'esercitazione “Brave Warrior (Impavido Guerriero)” degli oltre 1200 militari del “Battle Group (Gruppo di Battaglia)” della NATO, lì di stanza, ed in cui è presente un forte contingente italiano, che hanno così raggiunto la “Piena Capacità Operativa”, pronti a sviluppare nei prossimi mesi “attività tattiche offensive”.
All'interno della NATO, dato che J. Stoltenberg è prossimo alla scadenza del mandato come segretario generale, si parla di candidature, peraltro gradite agli USA, nei Paesi geograficamente vicini alla Russia. Intanto, come riportato Mercoledì 7 da “The Guardian”, gli Stati NATO, che non fossero soddisfatti dello “impegno NATO” in Ucraina, possono inviarvi proprie truppe, in presenza di un “percorso di adesione” dell'Ucraina alla NATO stessa e di adeguate “misure di sicurezza” per “evitare una escalation”. I bellicosi Stati baltici e la Polonia paiono interessati in tal senso.
Nella UE, alle riserve della Germania su tali decisioni fanno il paio quelle della Francia, che “non sostiene il suggerimento (di J. Stoltenberg – ndr) di aprire un ufficio di collegamento NATO in Giappone”. Dopo la sua visita del 31 Gennaio scorso (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno XI n. 122 a pag. 2), J. Stoltenberg sta premendo in questo senso. Il Presidente francese, E. Macron, lo avrebbe definito un “grosso errore”. Mentre la Lituania ed altri piccoli Stati appoggiano l'apertura in Asia in funzione anti-cinese, tra le maggiori potenze solo l'Italia, invece, non ha nulla da eccepire.
Il maggiore impegno del Governo è quello di trovare un accordo sulla questione dei migranti in sede UE, dove è passato nel Consiglio Affari Interni un compromesso in materia di norme sugli sbarchi e sulla accoglienza. In pratica non a tutti potrà essere dato asilo dal Paese di sbarco, che potrà, a sua scelta, inviarli in altri Paesi con i quali ha stabilito precedenti accordi. Nessuno Stato UE ha votato contro, e la proposta sarà discussa in Parlamento. G. Meloni, a tale scopo, sta tenendo rapporti coi leader di Tunisia, un po' riottosa, e Libia.
Il discorso sui migranti con tali Stati nordafricani sarà intrecciato con accordi di partenariato in cui l'Italia promuoverà il suo ruolo di “hub energetico”, e gli “aiuti per lo sviluppo” agli Stati africani, con il relativo meccanismo truffaldino (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno VII n. 84 a pag. 3) verso i proletari di laggiù, saranno subordinati alla disponibilità per lo “accoglimento” dei migranti. E' superfluo qui ricordare quanto avvenuto finora in Libia, e come gli Stati UE in pratica si stiano coalizzando, e con grosse difficoltà tra loro, ai danni dei migranti stessi!...
In materia di riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, pensioni, sicurezza sul lavoro e produttività, Martedì 30 Maggio si era svolto un incontro al vertice di G. Meloni con i sindacati confederali, l'UGL e la ConfSAL. A parte disponibilità a continuare il confronto, l'unico effettivo impegno preso, e cioè l'istituzione di un osservatorio sul potere d'acquisto dei salari, appare come una presa in giro, visto quello che, con evidenza, sta provocando ai proletari una inflazione a due cifre che non accenna a diminuire!
La CGIL continua a dichiararsi “critica”, ma nella realtà, prendendo spunto dalla alluvione, ha rinviato a Settembre prossimo ogni iniziativa di contrasto alla politica del Governo. Che così ha continuato a procedere con la precarizzazione, approvando un altro decreto sui contratti a termine, in attuazione del Decreto Lavoro (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno XI n. 125 a pag. 1). Con grande soddisfazione dei padroni, che hanno sempre più “mano libera” per i loro ricatti.
I media, e non solo i principali, di “occidente” e di “oriente” stanno docilmente servendo il potere, diffondendo a tutto spiano propaganda di guerra, piuttosto che dare informazioni reali. La loro ragion d'essere è il creare consenso al proprio nazionalismo, vero veleno per i proletari, per i quali, invece, è sempre più urgente riconoscersi come parte di una classe internazionale. E la crisi irreversibile di questo sistema sociale sta correndo verso il baratro.
A partire dal peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari, va riconosciuta l'interdipendenza tra tali condizioni, il riarmo e le politiche belliciste e guerrafondaie, portate avanti sempre più da tutti i governi borghesi, imperialisti e non, colpendo oggi gli interessi dei lavoratori, portandoli, per ora, sempre più alla povertà, e, in un domani sempre meno nebuloso, che è già realtà per russi ed ucraini, trasformando il proletariato in “carne da cannone”. Solo una opposizione di classe internazionalista al nemico che gestisce la società in cui si vive, potrà evitare questo epilogo.

Alternativa di Classe

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