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REGNO UNITO: IMPERIALISMO, PARASSITISMO CORONATO
E LOTTE DEI LAVORATORI

(29 Giugno 2023)

Dal n. 126 di "Alternativa di Classe"

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Immagine ripresa da radiopopolare.it

In un momento in cui sempre più lavoratori britannici stanno lottando per sbarcare il lunario, l'incoronazione da 100 milioni di sterline del re, Carlo III°, di Sabato 7 Maggio non ha suscitato l'entusiasmo popolare preparato da mesi sui media. In Gran Bretagna i salari sono bassi, e il numero di persone costrette a utilizzare i “banchi alimentari”, è raddoppiato dall'inizio della pandemia.
In questo contesto, Re Carlo ha affermato di aver voluto una cerimonia sobria, con signori in costume, piuttosto che in mantelli di ermellino, “solo” duemila invitati e 11500 poliziotti. Questi sobri festeggiamenti sarebbero comunque costati allo Stato 115 milioni di euro. Il doppio dell'incoronazione di Elisabetta II°, 70 anni fa.
Essendo la monarchia sempre meno popolare, lo spettacolo voleva essere moderno e metteva in risalto donne, vescovo e rappresentanti di organizzazioni religiose diverse dalla Chiesa anglicana, di cui Re Carlo III° è capo. Ma dove è la modernità, quando l'apoteosi della cerimonia è stata l'aspersione del capo del re con olio santo importato da Gerusalemme, per garantirgli la benedizione divina?
I capi di Stato dei Paesi imperialisti presenti hanno assistito senza battere ciglio a questa dimostrazione di oscurantismo. In effetti, i capi di Stato erano fra amici. La famiglia reale è una vera e propria impresa capitalistica, che è diventata maestra nell'arte di far fruttare le sue proprietà: guadagna 300 milioni di sterline l'anno, a cui si aggiunge la somma pagata annualmente direttamente dallo Stato (circa 100 milioni).
La monarchia è il simbolo di un sistema di sfruttamento e oppressione. Fu sotto la monarchia, e con il suo consenso, che 3 milioni di africani furono deportati sulle navi britanniche per diventare schiavi nelle piantagioni di proprietà di numerose famiglie ricche della Gran Bretagna.
Fu sotto la guida dei monarchi che l'impero britannico prese possesso di un quarto della superficie terrestre, ridusse in schiavitù un quinto della sua popolazione, e intraprese guerre coloniali.
Ora il Regno Unito, guidato da Carlo III°, non è più così UNITO, in particolare perchè la Brexit, minoritaria in Scozia e Irlanda del Nord, vi ha fatto progredire il separatismo. Quanto al Commonwealth, istituito dalle classi dirigenti borghesi britanniche per restaurare la facciata dell'impero al tempo delle rivoluzioni anticoloniali, sta perdendo forza e credibilità.
Alcuni Paesi tra i 15 dei quali Carlo III° è Capo di Stato, non nascodono il desiderio di diventare repubbliche indipendenti, come il Belize e la Giamaica. I sondaggi confermano che un numero crescente di giovani è indifferente o ostile alla monarchia.
La Gran Bretagna ha consegnato missili da crociera a lungo raggio al governo ucraino. Si tratta dei missili Storm Shadow, che hanno una capacità di attacco a lunga distanza e riescono a colpire con grande precisione.
La Gran Bretagna si propone di affiancare gli Stati Uniti alla guida dell'imperialismo occidentale. Secondo alcuni analisti borghesi, se si tratta di fare la guerra a Russia e Cina, l'imperialismo occidentale non può pensare di affidarsi ciecamente agli americani, che sono stati sconfitti da un piccolo e povero Paese come il Vietnam.
E se gli Stati Uniti pensano di condurre la guerra in Europa come hanno fatto in Iraq a partire dal 2003, dove hanno ucciso 210mila civili, secondo dati ufficiali, e quindi probabilmente sottostimati, mentre in Ucraina le vittime civili fino ad oggi sono state circa 9000 (dati desunti dal sito Statista.com), in caso di allargamento del conflitto, quale appoggio riceverebbero dalle popolazioni?
In altre parole, questi analisti pensano che fare la guerra a Russia e Cina sia una cosa troppo seria, per lasciarla fare alla classe dirigente politica e militare americana. Meglio lasciare fare agli inglesi! E Zelenksy dovrebbe accettare il passaggio del telecomando, che lo guida, da Washington a Londra. Gli analisti borghesi si dividono su come portare avanti la guerra.
Per noi, invece, si tratta di denunciare la natura imperialista della guerra in corso in Ucraina e di solidarizzare con i proletari dei due fronti, chiamandoli a lottare contro le classi borghesi dei loro rispettivi Paesi. Siamo fermamente convinti che solo la lotta di classe può fermare la guerra!
La Gran Bretagna non partecipa ufficialmente ad azioni belliche dirette dal 2003, anno della guerra in Iraq. Eppure, secondo un recente studio reso noto nei giorni scorsi dal giornale “The Guardian”, la Gran Bretagna dal 2011 in poi ha operato in almeno 19 Paesi. Il tutto con azioni segrete, usando le proprie forze speciali.
Lo studio in questione è del gruppo di ricerca, denominato “Action on Armed Violence (AoAV)”. I membri hanno esaminato, non senza difficoltà, documenti e carte, che hanno dimostrato la presenza britannica in Paesi in cui Londra ufficialmente non ha avviato operazioni speciali. E' la Segretezza il perno della questione. Mentre l'impiego di forze regolari e l'avvio di ogni operazione bellica prevede l'approvazione della Camera dei Comuni, l'uso delle forze speciali è esclusiva prerogativa del governo. Il Primo Ministro ne può disporre senza passare dal Parlamento.
Nell'elenco dei Paesi dove hanno operato le forze speciali della Gran Bretagna c'è anche la Russia. Qui, nel 2014, per garantire la sicurezza degli atleti di Sua Maestà, impegnati nei giochi olimpici invernali di Sochi, sono stati dispiegati membri delle forze speciali. Dall'inizio di questo anno sarebbero almeno 50 i membri delle forze speciali del Regno Unito, schierati in Ucraina in guerra contro la Russia.
Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha ottenuto la promessa del Regno Unito a impegnarsi nell'addestramento di piloti ucraini ”a partire dalla prossima estate”. La proposta era stata avanzata a Londra a Febbraio 2023, ma la conferma è arrivata dal Primo ministro Rishi Sunak nel giorno in cui il Capo di Stato ucraino si è diretto a Londra per ottenere sostegno militare nella guerra contro la Russia. Nel nord della Gran Bretagna, gruppi di volontari ucraini si esercitano nelle trincee, ma anche con droni e armi sofisticate.
Il governo del Regno Unito ha lanciato da tempo anche un'offensiva contro i migranti. Il Primo ministro Rishi Sunak ha indicato come una delle “priorità assolute” del suo governo lo stop alle piccole imbarcazioni cariche di adulti e bambini che attraversano la Manica. La crociata del governo continua, mentre sono state diffuse le drammatiche testimonianze sulle condizioni in cui vivono i migranti in Gran Bretagna. Nei mesi scorsi sono stati stipati nel Centro di prima accoglienza di Manston, una ex base militare del Kent.
Ci sono testimonianze raccolte dall'organizzazione “Liberty Investigates”, e diffuse dal quotidiano britannico “The Indipendent”, che scrive: 'Migliaia di persone dormono su stuoie sul pavimento, all'interno di un tendone improvvisato, mentre vengono trattenute per periodi indefiniti. Detenuti bloccati a terra e picchiati, dopo aver sbattuto la testa contro il muro'.
Intanto, BT, il più grande fornitore di banda larga e mobile del Regno Unito, taglierà sino a 55mila posti di lavoro entro il 2030, potenzialmente oltre il 40% della sua forza-lavoro, quando completerà il lancio della fibra e si adatterà alle nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale. La misura, annunciata dalla sede centrale del gruppo britannico, rientra nell'ottica di una ”drastica riduzione dei costi”.
Scioperi e manifestazioni segnano il risveglio dei lavoratori in Gran Bretagna. Il 15 Marzo, giorno della pubblicazione del bilancio del Governo britannico, si è svolto un grande sciopero, che ha riunito i lavoratori dei settori della sanità, della scuola, dei servizi pubblici e dei trasporti. L'ondata di proteste è causata dal forte aumento del costo della vita, in particolare sono aumentati i prezzi di generi alimentari, carburanti e alloggi. A tutto ciò si aggiungono i tagli alle pensioni e una intensificazione dello sfruttamento operaio: ai lavoratori si chiedono ritmi insostenibili.
Per quanto riguarda gli scioperi nella scuola, la NEU (National Education Union) è uno dei sindacati che hanno partecipato allo sciopero del 15 Marzo, con una approvazione molto alta nel voto tra i lavoratori nelle 23400 scuole di Gran Bretagna e Galles. Nel Settembre scorso molti insegnanti avevano ricevuto un aumento salariale, ma inferiore al grande aumento dell'inflazione.
Il 28 Marzo, vista la forza dello sciopero del 15, la NEU ha chiesto ai propri iscritti di rifiutare la proposta del Governo di un aumento del 4,3%, più un bonus da 1000 sterline. Il 16 Marzo si era riunito allo sciopero della NEU il sindacato University and College Union (UCU), che aveva già indetto diversi scioperi negli ultimi 5 anni, ma questo ultimo è stato il più grande.
Nel settore della scuola dilaga il malcontento, nel settore della sanità i medici denunciano la drammatica carenza di personale, con orari impossibili e i bassi salari, ridotti di un quarto dal 2008. In Gran Bretagna l'aspettativa di vita dei meno abbienti è in netta diminuzione a causa del crescente divario economico e dell'impoverimento di ampi strati della popolazione, oltre che degli insufficienti investimenti nella sanità.
C'è stato il più grande sciopero degli ultimi 30 anni dei lavoratori del settore dei trasporti. Oltre 50mila lavoratori hanno partecipato allo sciopero organizzato dal sindacato RMT (Rail Maritime and Transport Workers). Hanno incrociato le braccia, chiedendo aumenti salariali e lo stop ai licenziamenti.
Le lotte dei lavoratori sono le risposte a problemi comuni tra tutti, l'aumento del costo della vita, che taglieggia salari e pensioni. L'inflazione, che ha superato il 10%, ha inciso sia sui generi alimentari, che sul costo del gas e dell'energia. Mentre i politici borghesi affermano che la Gran Bretagna non subisce il ricatto di Putin per il gas, la speculazione ne ha fatto triplicare i prezzi.
Le lotte dei lavoratori in Gran Bretagna sono importanti anche per i lavoratori italiani, per capire il sostanziale immobilismo delle burocrazie sindacali, e dimostrano che anche i benefici immediati degli scioperi si ottengono soltanto con la lotta di classe.
L'unità d'azione del sindacalismo conflittuale deve essere perseguita e prodotta da subito, non in modo contingente, ma duraturo e organico. Il futuro dei proletari è soltanto nel rovesciamento del sistema capitalistico. Solo in una società senza classi, senza mercati, dove le donne e gli uomini non saranno merce da sfruttare, dove le loro relazioni non saranno più regolate dai rapporti di forza tra le classi, la specie umana potrà trovare la propria piena realizzazione.

Alternativa di Classe

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