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(1 Ottobre 2010) Enzo Apicella

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L'estate calda 2023 del governo italiano

(12 Settembre 2023)

meloni e fauna varia

Da quasi un anno, dopo governi tecnici e di cosiddetta ‘salute pubblica’ calati dall’alto dai poteri forti europei, l’Italia ha un governo nato da una consultazione popolare che ha eletto liberamente i propri rappresentanti parlamentari. Anche se con sovranità limitata, visto che alle urne a Ottobre del 2022 si è recato solo il 64% di chi aveva diritto, probabilmente colpiti da una botta di nostalgia, la maggioranza dei votanti ha scelto di intraprendere un percorso quantomeno ambiguo se non ‘pericoloso’ che induce a ricordi i quali riconducono a un lontano ventennio per niente edificante.
Tant’è. Tra fascisti, razzisti, qualche ‘tafazzi’ e alcuni ‘fantozzi’, è venuta fuori proprio una ‘magnifica’ ghenga, anche abbastanza assortita. Infatti dopo quasi un anno di governo, come prevedibile, nulla di buono sotto il sole, anzi solo danni ulteriori, soprattutto per i poveri e gli ultimi. Del resto con una cricca così… Il ministro del carburante rassicura sugli aumenti della benzina, affermando che ‘in Europa sono sempre tra i più bassi’, sapendo benissimo che il problema sono le sciagurate accise, radunate, tra l’altro, in modo unitario ma che comprendono la vergogna di imposte del passato come la guerra in Etiopia che doveva garantire il ‘posto al sole’ del duce, le varie ‘missioni’ ONU, il disastro del Vajont e molte altre che si perdono nella notte dei tempi, l’alluvione di Firenze, i terremoti del Belice, del Friuli, dell’Irpinia ecc... gabelle gestite unicamente dal governo, che aveva promesso di tagliarle, ma poi ha pensato bene di soprassedere e rimpinguare le casse con entrate per circa due miliardi di euro, anche questi, ‘extra profitti’. Ma sicuramente li stanno annacquando come una risorsa accortamente reperita per aiutare i più deboli. Parlano di ripresa economica ma il consumo delle famiglie e gli investimenti delle imprese sono vicini allo zero e si stanno finanche perdendo un sacco di soldi del PNNR per incapacità e incompetenza. La ministra del ‘bagnasciuga’ la spara più grossa dei procedimenti civili che ha a suo carico promettendo che avrebbe ‘garantito le vacanze a tutti’, ma gli osservatori dicono che, nell’estate 2023, tanti italiani non hanno potuto godersi le vacanze per i prezzi molto alti. Avrebbero voluto portare in Italia Zaki, dopo la sua liberazione, con un volo di stato, ma il giovane ricercatore ha fiutato il tentativo di speculazione sulla sua vicenda e ha detto ‘no grazie’. Avevano promesso fondi immediati per l’alluvione dell’Emilia Romagna ma ancora in moltissimi comuni neanche un cent, ‘quelli hanno troppa fretta’ è la giustificazione. In compenso continuano a mandare armi a Zezè per una guerra della Nato che gli italiani, sondaggi alla mano, non vogliono. Il ministro con la fobia della sostituzione etnica, campione di cantonate, quello che ‘i poveri mangiano meglio dei ricchi’, a sua volta, giustifica gli esosi aumenti delle vacanze con la qualità dei servizi, peccato che i NAS hanno chiuso decine di stabilimenti balneari per abusivismo e scoprono che tra gli ispezionati, trenta su cento presentano irregolarità. L’altro ministro, invece, quello del ‘papete’, preso dalla smania di lasciare anche la sua firma nell’elenco dei visionari, rilancia la favola del ‘ponte dei miracoli’ sullo stretto, mentre i migranti vengono abbandonati in mare e annegano senza essere soccorsi. Strombazzano strette alla criminalità con blitz a favore di telecamere e soprattutto di consenso, però trasferiscono fondi destinati al sud, per finanziare opere del nord e nello stesso tempo rischiano di perdere i finanziamenti per la riqualificazione delle periferie. La ciliegina però consiste nella guerra ai poveri che hanno intavolato ad arte soprattutto cancellando il RdC ma anche rifiutando la proposta del salario minimo per i lavoratori. Nella sempre più disastrata sanità pubblica italiana, che da trent’anni tutti i governi destra, centro e pseudosinistra fino all’attuale, con un depotenziamento scientifico hanno spinto e sta spingendo sempre più nelle mani del privato, l’Istat ha stimato in circa 2,5 milioni le persone che per ragioni economiche hanno rinunciato a cure necessarie. In Lombardia hanno inventato addirittura il “pronto soccorso privato” in strutture, alcune accreditate con la regione, dove i ricchi evitano la fila dietro versamento di denaro. Si può pensare che sia un anticipo della sanità che si avrà nel futuro se il popolo italiano non chiamerà al più presto la propria coscienza alla ribellione. Il triste risultato sarà che le politiche neoliberiste dettate dalle lobbies della sanità privata quasi interamente nelle mani della masso-mafia e in barba al diritto alla salute degli italiani, avranno avuto la meglio su un SSN che in passato, anche tra mille difficoltà, riusciva ancora a funzionare. Insomma, in Italia, se non ora quando, è davvero giunta l’ora del risveglio. Ridestarsi, organizzare una grande ‘carovana dei diritti’ che giunga fino a palazzo Chigi per gridare forte e chiaro contro una politica perversa e scellerata, ‘Ora basta’.

Pasquale Aiello

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