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Il Papa lascia l'Africa

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(21 Novembre 2011) Enzo Apicella

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(24 Novembre 2005)

La parte più reazionaria della Chiesa cattolica rappresentata dalla CEI e dal card. Ruini che ne è presidente ha deciso di sfidare lo Stato e la sua laicità.
Lo sta facendo contando sulle quinte colonne presenti nella Casa delle Libertà e sulle “paure” dei cattolici che stanno dall’altra parte e lo fa in maniera pesante, arrogante e provocatoria.

Pesante perché interferisce senza alcun riguardo sulla produzione legislativa del parlamento- dalla legge sulla fecondazione assistita, a quella sull’aborto, sui PACS, sulla devolution - in aperta violazione dell’art. 7 della Costituzione e dei principi concordatari.

Arrogante perché lo fa in base al principio secondo cui “ ogni diritto discende da Dio” e quindi le leggi dello Stato devono essere subalterne a quelle della Chiesa.

Provocatorio perché quando il card. Ruini afferma che le critiche alle sue parole sono “pallottole di carta” di fatto auspica che esse si trasformino in pallottole autentiche.

E’ del tutto evidente che i ripetuti interventi della Chiesa cattolica su questioni “statuali” non avviene per caso. Gli obiettivi che li promuove , non sono, a mio giudizio, propriamente religiosi. In Vaticano sanno che i tanti privilegi ottenuti in questi anni ed in specie da parte del governo Berlusconi, i mezzi anche mediatici messi a sua disposizione al punto da togliere spazio alla realtà del nostro paese ( è di questi giorni la denuncia dell’oscuramento subito dalle lotte dei metalmeccanici e non solo), non potrà durare a lungo specie con un governo di centro-sinistra dove la presenza dei laici , per quanto timorosa, ha un certo peso, può limitare i condizionamenti della Chiesa sulla società ed i suoi costumi ed allora si sta premunendo compartecipando ad una sorta di alleanza con il centrodestra nell’aiutare Berlusconi a spostare l’attenzione degli italiani dai misfatti della sua politica internazionale, sociale ed economica al terreno religioso, ideologico e delle questioni che riguardano le coscienze, in vista delle prossime elezioni.

Sicuramente la richiesta di abrogare il concordato di Borselli e Capezzone è dura ma, di fronte alla presente anomalia ha un suo fondamento. Se il segretario della CEI dice che il Vaticano non sente il bisogno di rivedere il concordato, io credo che sia lo Stato a sentirne l’esigenza. E tanto basterebbe per portare avanti legittimamente ed autonomamente una riforma costituzionale a riguardo.

Tuttavia credo che in qualche modo abbia ragione Bertinotti - cui consiglierei di non ripetere a distanza di 50 anni gli errori che fece Togliatti con l’art. 7 ( ed anche con l’amnistia) – quando afferma che al centro del dibattito politico vanno riportati problemi maggiormente prioritari del paese e che vengono sottolineati anche in questi giorni con lo sciopero generale del 25 novembre.

Non si deve cadere nella trappola che il centrodestra ed il Vaticano stanno tessendo contro l’Unione e contro la volontà di cambiamento che sale dal paese.

E l’Unione faccia la sua parte trovando finalmente quell’unità su un programma di vera svolta che ancora non c’è , che è lungi dall’esserci e che, stante le recenti dichiarazioni della sua componente moderata e centrista ( Prodi, Fassino, Rutelli ecc.) sembra diventare sempre più difficile e compromettere l’auspicato e necessario risultato elettorale che mandi a casa Berlusconi e con lui i tanti cardd. Ruini

Lucio Costa

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