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(15 Dicembre 2005)
Come ogni anno, in questo periodo, migliaia di Sardi emigrati stanno subendo i soprusi delle diverse compagnie di trasporti italiane.
La Tirrenia ha di fatto abolito la 2a classe e costretto i passeggeri a spendere, al netto delle tasse portuali, fino a 46€ per un posto letto in una cabina doppia, o “soltanto” 25€ per dormire in terra con il “passaggio-ponte”; l’Alitalia, limitando la continuità territoriale alle sole Milano e Roma, continua a chiedere tariffe intorno ai 200 € per partenze da altre città italiane.
Ma ai costi si aggiungono le iniquità e i disservizi: la Tirrenia assoggetta i Sardi residenti nell’Isola al rincaro stagionale dei prezzi, come un qualunque turista italiano o straniero; non fornisce risposte chiare e tempestive sulle riduzioni in occasione di consultazioni elettorali, le quali, tuttavia, si limitano al 20-30% della tariffa-a discrezione della compagnia!-, ben lontano da quel 70% che le Ferrovie dello Stato garantisce agli Italiani; continua a far navigare traghetti vetusti e costantemente soggetti a ritardi e incidenti; attua a bordo prezzi impossibili per qualunque studente o lavoratore precario. L’Alitalia, da parte sua, nel suo dissennato perseguimento del massimo profitto a colpi di esternalizzazioni, tagli del personale, abusi sindacali, continua a sopprimere rotte aeree –per. es. la tratta PI-CA- o a ridurne il numero e a tenere alte le tariffe, rifiuta qualunque riduzione delle tariffe in occasione delle votazioni.
Come è possibile che ormai rientrare in Sardegna in aereo o in nave abbia praticamente lo stesso costo?
Detto ciò, non vogliamo certamente cadere nella trappola liberista che gli Stati europei tendono ormai da anni agli utenti: convincerli che un servizio pubblico non possa essere efficiente e competitivo e che l’unica soluzione possa trovarsi nella privatizzazione delle società pubbliche. Sappiamo bene che per le logiche liberiste riduzione delle tariffe significa abbattimento del costo del lavoro, precarizzazione, mancata ricerca e riduzione della sicurezza –come la tragica sequela d’incidenti dell’ultimo agosto ci testimonia terribilmente-. Conosciamo le condizioni di lavoro in pieno regime di sfruttamento di molti lavoratori portuali e aeroportuali e l’impiego di lavoratori ancora in formazione in ruoli-chiave della sicurezza. Basta pensare infatti ai piloti appena usciti dalle scuole di volo che vengono chiamati in caso di scioperi o dei lavoratori interinali addetti alla manutenzione dei mezzi di trasporto e alla qualità dei servizi.
Ma sappiamo anche, e altrettanto bene, che votare è un diritto –e che quando si ha solo la domenica a disposizione, l’aereo diventa obbligatorio!-, rivedere i propri familiari un bisogno affettivo, recarsi in un ospedale specializzato una necessità vitale, conservare il legame con la propria terra una ricchezza culturale.
Sardigna Ruja nei prossimi mesi cercherà di fare chiarezza su tutto questo e di organizzare delle forme di protesta che portino a garantire a tutti i Sardi, isolani ed emigrati, in qualunque periodo dell’anno, tariffe eque e servizi efficienti.
Chi vuole appoggiare questa campagna può contattarci al seguente indirizzo e-mail: sardignaruja@hotmail.it o partecipare alle riunioni della nostra associazione che si svolgono ogni martedì in “aula R”, a Pisa presso la Facoltà di Scienze politiche.
Sardigna Ruja (Associazione degli emigrati sardi)
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