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Stefano Gugliotta

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(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo che le tv hanno trasmesso il video di Stefano Gugliotta che viene pestato immotivatamente dalla polizia e poi arrestato per "resistenza a pubblico ufficiale", il capo della polizia Manganelli "dispone una ispezione".

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11 Marzo - una sentenza che non fa giustizia

(20 Luglio 2006)

A più di quattro mesi di distanza dai fatti di Milano dell’11 marzo, per 18 degli imputati è arrivata la sentenza di condanna a 4 anni - da scontare agli arresti domiciliari - e l’assoluzione piena per altri 9.

Una sentenza ingiusta, basata su un impianto accusatorio incettabile sia per l’ipotesi di reato avanzata che per la totale assenza di valutazioni sulle eventuali responsabilità individuali. La condanna con il minimo della pena per il reato di devastazione, storicamente utilizzato dalla giurisprudenza solo in rari casi di eccezionale gravità, non cancella dunque l’assurdità di un’accusa assolutamente sproporzionata rispetto ai fatti e al contesto in cui si sono svolti. Sul banco degli accusati rimane anche il principio del “concorso morale”, sulla base del quale sono state indistintamente inflitte condanne senza la possibilità di svolgere alcun accertamento delle responsabilità dei singoli, come previsto invece dall’articolo 27 della Costituzione italiana.

Il primo grado di giudizio conferma quindi che i quattro mesi di carcerazione preventiva inflitta a 25 dei ragazzi imputati sono stati un grave errore, sia per gli scagionati che per i condannati, che ora lasceranno segni indelebili nella vita di questi giovani, a cui nessuno restituirà le relazioni, il lavoro o gli studi interrotti in queste settimane.

Pur nella soddisfazione per la fine della carcerazione preventiva e per la concessione degli arresti domiciliari, non possiamo che ribadire l’ingiustizia di una sentenza basata su un’ipotesi di reato sproporzionata e su un principio antidemocratico che viola apertamente i diritti del cittadino. Comunque siamo solo al primo dei tre gradi di giudizio. Per questo continueremo a batterci a fianco delle famiglie, intervenendo anche nei confronti del governo, perché ponga fine sul piano legislativo ad una pericolosa minaccia per la libertà di espressione e manifestazione, principi fondamentali per una società e delle istituzioni democratiche.

19.luglio.2006

Il segretario provinciale PRC di Milano
Antonello Patta

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