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(No basi, no guerre)

Sull’assemblaggio a Cameri (NO) del nuovo cacciabombardiere F-35 (progetto Joint Strike Fighter).

(30 Luglio 2006)

La CUB (Confederazione Unitaria di Base) di Novara si unisce alla voce delle associazioni e degli individui del Novarese che si sono dichiarati fortemente contrari all’insediamento, presso l’aeroporto di Cameri, di una linea di assemblaggio per un nuovo cacciabombardiere americano.

È del tutto evidente che non ci si può dichiarare contro le guerre e sostenitori di una politica di pace se contemporaneamente si approntano strumenti di morte. È molto difficile sopportare dichiarazioni di esponenti politici di varia estrazione e cultura che, senza vergogna alcuna, riescono a rovesciare la realtà dei fatti e pretendono di farci credere che un cacciabombardiere sia un fenomenale strumento di pacificazione universale.

Altrettanto risibili le dichiarazioni relative alla creazione di un migliaio di posti di lavoro proprio grazie al nuovo impiego dell’aeroporto camerese nell’assemblaggio del cacciabombardiere in questione. Ammesso che ciò sia vero e non sia il semplice prodotto di un’abile (?) mossa propagandistica, non si può accettare che la vita e il benessere di alcuni si giovi della morte di altri esseri umani. D’altra parte non c’è bisogno di precisare che gli ingenti capitali che verranno impiegati per la progettazione e la costruzione di un simile strumento di morte potrebbero generare ben più di un migliaio di posti di lavoro se investiti in attività produttive non militari. Non è qui il caso di entrare nei dettagli: è noto a molti che diversi soggetti, oltre a noi, (basta ricordare la campagna “Sbilanciamoci”) hanno più volte avanzato proposte riguardanti la riconversione dell’industria bellica in direzione di produzioni alternative di vario genere.

Sarebbe molto utile e opportuno, anche in rapporto alla campagna “terroristica” che si è aperta sui conti pubblici, anziché continuare nell’attacco ai diritti dei lavoratori, pensionati, precari e all’ulteriore ridimensionamento dello stato sociale (sanità, previdenza, scuola…), adottare come misura immediata il taglio delle spese militari, che ammontano a ca. 40 miliardi di Euro all’anno.

La CUB, essendo un sindacato indipendente, anticoncertativo e certamente lontano dal ruolo di cinghia di trasmissione di qualsivoglia partito politico o gruppo di potere, non vuole entrare nel merito del dibattito politico che si è prodotto all’interno della maggioranza di governo dell’amministrazione provinciale di Novara. Tuttavia una considerazione è d’obbligo: si resta stupiti nel constatare che questioni fondamentali di principio e programmatiche dell’Amministrazione Prov.le di Novara siano subordinate a scelte contingenti di segno contrario.

La CUB, al di là delle maggioranze di governo presenti a livello locale e nazionale, mantiene la sua posizione chiara e netta contro la guerra “senza se e senza ma”.

Ai pacifisti a corrente alternata ricordiamo la grande tradizione della parte migliore del movimento dei lavoratori, che sempre si è battuta contro le guerre e contro la militarizzazione della società.

Ai novaresi chiediamo di levare alta la loro voce contro la produzione di strumenti di morte e in favore di un’economia solidale ed ecosostenibile.

Novara, 28 luglio 2006.

per la CUB di Novara
Felice Lanni

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Commenti (1)

Parlar di pace a pancia piena

assisto con un forte scetticismo a questa diatriba sull'assemblaggio dei caccia a Cameri dove l'unica risposta concreta, nel limite delle proprie possibilità arriva proprio da voi del CUB e dai militanti dell'estrema sinistra.

Vengo all'esposizione dei fatti: intorno all'anno 2000 un piccolo gruppo di sottufficiali dell'Aeronautica Miliatre con varie spacializzazioni (elettriche/elettroniche, meccaniche o sui propulsori) transita nell'aviazione civile. Chi per un fatto economico, chi per nuove esperienze e chi per dire a suo modo -alle missioni di pace all'estero non ci sto- . Le nuove norme europee prevedono un diverso iter per l'abilitazione alla firma dei vari velivoli, tutta europa fa una specie di sanatoria per mettere in regola i propri tecnici meno un paio di nazioni: la burocratica Italia non poteva mancare.

In Inghilterra i tecnici della RAF sono corteggiatissimi, in Francia qualcuno dice che sia stata una conversione fin troppo leggera (in UK infatti le compagnie non gradiscono le licenze rilasciate oltremanica) e perfino alla NASA il personale delle Forze Armate viaggia su un binario privilegiato come i laureati in materie di competenza.

In Italia il mancato dialogo tra ENAC (ente nazionale aviazione civile), Ministero della Difesa e dell'Istruzione ha letteralmente azzerato i titoli e l'esperienza dei cittadini italiani prima che degli ex militari. L'afflusso di cittadini comunitari con minori competenze degli italiani è già cominciato, i nostri diritti calpestati, l'economia di un settore già in crisi compromessa dai maggiori costi è in affanno. Per chi vuole documentarsi:

www.provatieconsigliati.net/maintenance.htm
www.infoair.it/phpBB2/viewtopic.php?p=1616&
www.md80.it/bbforum/manutenzione-velivoli-in-italia-vt6494.html

Nel gruppo sono l'unico di estrema sinistra, ognuno ha chisto aiuto, supporto, ai politici di riferimento, alla stampa nazionale, agli opinionisti di grido e alle istituzioni. nessuno, tra quelli che potevano, ha mosso una foglia! E' facile, troppo facile, criticare i guerrafondai o chi preferisce la posizione dell'armamento per difesa senza far niente di concreto per il pacifismo. Non fare niente per creare alternative, o almeno adoperarsi affinchè quelle che ci sono non vengano cancellate come sta succedendo, rende i politici, sindacati, stampa e istituzioni allo stesso livello dei simpatizzanti del nuovo F-35. Non accetto repliche a questa lettera, è ora di fare qualcosa di concreto, di parole e di concetti ne hanno espressi abbastanza.

(12 Agosto 2006)

Bob Caprai

bob@caprai.eu

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