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Il punto di vista dell'Iraq

di Mohammed Aldouri Ambasciatore dell'Iraq alle Nazioni Unite

(21 Ottobre 2002)

Dopo tanti anni di paura della guerra, della minaccia di una guerra dopo tanti anni di sofferenza, la gente dell'Iraq ed il suo Governo a Baghdad si auspicano la pace.
Non abbiamo alcuna intenzione di aggredire qualcuno, ne oggi ne in futuro, con armi di qualsiasi tipo.
Se dovessimo essere aggrediti, dovremmo certamente difenderci con ogni mezzo possibile.
Ma tenete presente che noi non disponiamo di armi nucleari, biologici o chimici e non abbiamo alcuna intenzione di acquistarne.

Non chiediamo la gente degli Stati Uniti o di qualsiasi altro stato membro delle Nazioni Unite di credere alle nostre parole, ma chiediamo che mandino gli ispettori nel nostro paese per indagare, senza alcun condizionamento, sulla sussistenza di armi.
Ciò comporta un accesso incondizionato ad ogni luogo, anche ai siti presidenziali, come sanzionato dall'accordo firmato nel 1998 tra l'Iraq e le Nazioni Unite - un accordo che garantisce il rispetto della sovranità dell'Iraq e permette la trasparenza dell'operato degli ispettori.
Non saremmo in condizioni di fare questa dichiarazione con tanta franchezza se non fossimo pienamente consapevoli che non vi è nulla da scovare.

Ma cio' nonostante continuiamo a leggere dichiarazioni ufficiali da parte di rappresentanti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna che non sarebbe sufficiente che Hans Blix, il capo del Gruppo di Monitoraggio, Verifica e Ispezione dell'ONU ed il suo gruppo di ispettori abbiano un'accesso incondizionato.
Loro sostengono che ciò non sarebbe sufficiente perché il Governo dell'Iraq potrebbe nascondere armi, rendendoli irreperibili o che potrebbe spostare armi da un luogo all'altro, oppure anche sviluppare nuovi armi all'interno di camion mobili o in posti sotterranei.

I funzionari delle Nazioni Unite con i quali il nostro Governo ha collaborato in questa faccenda, sanno che queste preoccupazioni sono prive di fondamento.
In dicembre 1998, quando la squadra di ispettori delle Nazioni Unite lasciò l'Iraq su ordine di Richard Butler, a suo tempo Capo Ispettore delle Nazioni Unite, essa aveva esaurito tutte le sue possibilità, dopo sette anni di esami ripetute di ogni possibile sito; vi furono solo esigue discrepanze (di parere).

Oggi è ampiamente condiviso il parere che l'Iraq non possiede armi nucleari e che non sarebbe in grado di svilupparne senza la preventiva costruzione di apposite strutture che sarebbero facilmente rilevabili tramite satellite.
Dal 1999, abbiamo permesso all'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica di visitare l'Iraq.
Se l'Agenzia vuole, può visitare qualunque edificio, in qualsiasi luogo.
Gli ispettori dell'Agenzia non troverebbero nulla che non fosse da noi dichiarato.

Scott Ritter, che aveva guidato molte ispezioni delle Nazioni Unite, ha dichiarato di dubitare che l'Iraq possieda armi biologiche.
Il Sig. Ritter è anche comparso nelle trasmissioni della CNN durante gli ultimi mesi, spiegando che la sua squadra di ispettori aveva distrutto strutture industriali ritenute idonee ad ospitare, ipoteticamente, la produzione di armi chimiche.
Se queste strutture fossero, nel frattempo, ricostruite, il Sig. Blix e la sua squadra le troverebbero in breve tempo.
La produzione di tali armi costa miliardi di dollari e richiede strutture notevoli e grandi disponibilità di energia elettrica.
L'idea che questo tipo di struttura potesse essere trasportato da un posto all'altro su camion, o nascosto all'interno di palazzi presidenziali, sconfina nell'inimmaginabile.

Io invece credo, che il popolo americano non sia consapevole di questa storia perché, secondo me e secondo il mio Governo, nessun esponente politico americano finora si è dimostrato seriamente intenzionato a discutere queste faccende con il nostro Governo.
Le Nazioni Unite si sono costituite nel 1945 per creare un foro delle nazioni tramite il quale i conflitti esistenti tra le nazioni potessero trovare una mediazione.
Le Nazioni Unite sono state create espressamente allo scopo di rendere il ricorso alla forza un'ultima istanza in senso assoluto.

Per più di 11 anni, la gente dell'Iraq ha sofferto a causa delle sanzioni economiche delle Nazioni Unite, mantenute ferme innanzitutto a causa dell'influenza americana.
Secondo le statistiche elaborate dal Ministero della Sanità iraqeno, queste sanzioni hanno procurato la morte ad oltre 1,7 milioni dei nostri cittadini.
L'embargo è stato talmente severo da impedire l'importazione di sostanze chimiche necessarie per fare funzionare i nostri impianti per la depurazione ed il trattamento dell'acqua.

Contemporaneamente, gli ultimi tre Presidenti americani hanno dichiarato che queste sanzioni non potranno essere eliminate finché il nostro Presidente, Saddam Hussein, rimanga alla guida del Paese.

L'Iraq non costituisce alcuna minaccia per i suoi vicini.
Certamente non costituisce alcuna minaccia per gli Stati Uniti o per i suoi interessi nel Medio Oriente.
Quando la squadra degli ispettori delle Nazioni Unite sarà ritornata nel mio Paese ed avrà ripreso il suo lavoro, sono fiducioso che essa rilascerà il certificato che l'Iraq non dispone di armi per la distruzione di massa, ne armi chimici, ne quelli biologici o nucleari.
Un tale certificato, così speriamo, allontanerà la minaccia della guerra ed aiuterà a riportare la pace tra i nostri Paesi.

Fonte

  • fonte: New York Times, 17 ottobre 2002

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