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(No basi, no guerre)

Vicenza: i giochi sporchi di CGIL & C.

L'unica forma coerente di solidarietà possibile: lo sciopero generale a Vicenza.

(2 Febbraio 2007)

Mentre stanno giungendo numerose adesioni alla manifestazione del 17 febbraio anche da parte di varie strutture ed esponenti sindacali, è necessario soffermarsi sull’atteggiamento, tutt’altro che cristallino, della Cgil vicentina nei confronti della mobilitazioni in atto contro il progetto Ederle-2.

Una premessa necessaria per comprendere la logica di certe manovre, volte a far rientrare dalla finestra quanto la lotta popolare aveva messo alla porta, è che localmente in primavera si terranno le elezioni provinciali.

Già in occasione della grande manifestazione del 2 dicembre 2006, la Cgil aveva voluto prendere le distanze dall’opposizione sociale rappresentata dall’Assemblea permanente; ma in queste ultime settimane certi giochi politici si sono fatti ancora più evidenti.

Il 21 gennaio su “Il Giornale di Vicenza” viene pubblicato un intervento, a firma del segretario della Cgil locale, Oscar Mancini, dal titolo emblematico: “Bisogna isolare i pochi facinorosi”.

Questa presa di posizione, è subito apparsa quanto meno ambigua.

Innanzitutto, poiché a tutt’oggi le mobilitazioni contro la Ederle 2 si sono dimostrate del tutto pacifiche (a meno che non si voglia considerare come “violenza” il blocco di alcuni treni o i presidi, inevitabilmente animati, sotto il municipio…), non si comprende proprio perché il sunnominato dirigente sindacale abbia sentito il bisogno d’agitare lo spettro dei “pochi facinorosi” che farebbero diventare un “boomerang” certe manifestazioni.

Neanche una parola spesa invece per denunciare il crescente clima da stato di polizia che sta stringendo Vicenza e la manifestazione del prossimo 17 febbraio, quale spettacolare intimidazione armata verso chi, inerme, rifiuta la guerra e le sue basi.

Mentre il sindaco Hullweck (Forza Italia) definisce come “delinquenti” quanti stanno lottando in prima persona, anche la Cgil giunge così a prestarsi ad una criminalizzazione preventiva, dando per scontato che ci sono dei buoni e dei cattivi.

Il problema per Cgil & C. è, evidentemente, un altro e riguarda lo sviluppo orizzontale, autogestito e senza deleghe dell’opposizione alla militarizzazione del territorio vicentino; infatti, nello stesso intervento si può leggere che l’obiettivo prevalente anche per la Cgil è quello, non tanto di bloccare la nuova base Usa, ma “di far funzionare la democrazia (non solo a livello formale) ricollegando la partecipazione popolare alle istituzioni politiche”.

Tale preoccupazione però non si è fermata qui, in quanto viene poi divulgata una piattaforma fasulla per la manifestazione del 17 febbraio, con gli stessi contenuti filoistituzionali e persino le stesse parole dell’intervento del segretario Cgil, firmato in modo del tutto arbitrario e scorretto come “Coordinamento dei Comitati NO al Dal Molin”. Tale documento viene ripreso e fatto circolare oltre che dalla Cgil anche da settori Ds, mentre appare sul sito nazionale di Rifondazione Comunista spacciato come il documento d’indizione del 17 febbraio. Scopo evidente dell’operazione è oscurare la vera piattaforma discussa e stilata dal Presidio Permanente contro il Dal Molin (il cui testo è da tempo leggibile nel sito www.altravicenza.it), in cui tra l’altro sta scritto: “Ai politici e agli uomini di partito che condividono la responsabilità di Governo locale e nazionale rivolgiamo l’invito a partecipare senza le proprie bandiere; vi chiediamo un segno di rispetto verso le tante donne e i tanti uomini che in questi giorni si sono sentiti traditi dai partiti e dalle istituzioni”.

Infatti la solidale esperienza collettiva che sta opponendosi alla Ederle-2 non “ha imboccato la strada dell’antipolitica”, come sostiene strumentalmente la Cgil, ma anzi sta esprimendo il più alto livello della partecipazione sociale, mentre le istituzioni politiche hanno perso ogni credibilità davanti alla maggioranza delle persone che hanno votato e riposto fiducia in quei partiti che poi si sono dimostrati collusi o passivi di fronte a questo progetto antipopolare e antidemocratico.

Per questo, ci sentiamo di chiedere a tutti i lavoratori e ai militanti della Cgil che, ancora in buona fede, stanno partecipando all’organizzazione e alle iniziative del Presidio permanente di fare la loro parte anche dentro il sindacato, esigendo dai loro dirigenti l’unica forma coerente di solidarietà possibile: lo sciopero generale a Vicenza.

Antimilitaristi anarchici

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