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(No basi, no guerre)

A Vicenza un parlamento dei popoli per la pace

Il frutto della pace è appeso all'albero del silenzio

(17 Febbraio 2007)

Un successo straordinario la manifestazione che oggi ha invaso le strade di Vicenza. Una risposta pacifica ma decisa, arrivata da tutta Italia, che ha visto la partecipazione di centri sociali, forze sindacali e una moltitudine di associazioni movimentaliste.
Un grido di pace lanciato all'unisono contro l'ampliamento della base Dal Molin, contro ogni guerra, contro l'industria bellica, contro i governi guerrafondai che tanto predicano la non violenza ma che alla fine diventano complici dei conflitti finanziandoli.

Un cuore palpitante e multicolore ha percorso le strade di Vicenza fino a raggiungere Campo Marzio nel centro storico. Il corteo, che a giudicare dalle stime ha raggiunto le 150 mila presenze, ha sfilato in maniera composta e pacifica, a risposta delle affermazioni avanzate da alcuni esponenti politici che avevano pregiudizievolmente criminalizzato a priori i manifestanti, minacciando misure di repressione drastiche. Allarmismi strumentali volti ad instaurare un clima ingiustificato di paura. La loro paura.

Ma questa giornata storica nella sua singolarità è anche la dimostrazione della sempre più accentuata separazione prodotta tra la politica ufficiale e verticistica, sorda alle reali necessità e aspettative del popolo e la base che la costituisce. I tantissimi slogan sono la testimonianza di una sconcertante divisione tra un mondo istituzionale incapace di ascoltare e una componente popolare ignorata. Il risultato che ne scaturische è una sofferta sfiducia e disillusione sulle tante aspettative sperate.

Nel palco montato a Campo Marzio si sono succeduti interventi di tantissimi personaggi conosciuti e non, canzoni di gruppi musicali che hanno animato il pomeriggio, senza mai dimenticare la finalità che li avevano spinti ad arrivare fino a qui. Il dissenso dei manifestanti per la causa abbracciata è plateale, ma l'atmosfera è anche gioiosa, tipica della coesione che unifica le battaglie come questa. Anche i NoTav della Val di Susa, che hanno dimostrato cosa significa lottare per una democrazia dal basso, hanno voluto contribuire attraverso la propria partecipazione per solidarizzare con i cittadini vicentini.

La frase "un mondo migliore è possibile" oggi sembra rinata tra questa folla, che afferma ancora il proprio legittimo dissenso alla prepotenza, alla guerra e a tutte le condizioni tese a favorirla.

Ma la realizzazione del principio "ciò che riguarda tutti, deve essere deciso da tutti", è l'istanza cardine che accomuna le genti che oggi sono qui ad affollare Vicenza.

Alessandro Ambrosin

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