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L'Iran non è un regime di sinistra

(28 Giugno 2009)

L'analisi sugli interessi americani ed occidentali può essere anche corretta, ma qui si dimentica la natura repressiva del regime iraniano. Ci troviamo di fronte ad un Paese dove comandano i preti (che si chiamino ayatollah non cambia, sempre clero sono), dove si nega la Shoa (quindi si offendono le vittime di Hitler e i partigiani che combatterono eroicamente contro i nazisti), dove le donne sono costrette a vestirsi secondo dettami religiosi (come e peggio che nell'Italietta democristiana anni '50, come nella Spagna di Franco), dove gli omosessuali vengono impiccati (i fanatici cristiani d'America preferiscono farli morire di Aids, ma dove sta la differenza?). Insomma, perché dovremmo parteggiare per la repressione iraniana? Perché va ad arricchire la borghesia cinese piuttosto che quella multietnica americana? E' possibile che la Cia cerchi di manovrare la rivolta, ma sono sicuro che faranno il classico buco nell'acqua. Quello che vogliono i giovani di Tehran è libertà, non passare dall'oppressione di Khamenei a quella di Ratzinger, di qualche rabbino o della Federal Reserve. Del resto, gli Usa sono una potenza allo sbando più totale, sono indebitati fino al collo... sono in mano alle banche cinesi. Non sono in grado di dettare legge in Iraq, infatti stanno letteralmente scappando da Baghdad, figuriamoci se possono invadere l'Iran! Certo, potrebbero sostenere un governo fantoccio, ma la massa di disoccupati e di donne che ha il coraggio di sfidare gli ayatollah non avrà certo paura di un governo fantoccio. Non sottovalutiamo il fattore sociale: questo è un Paese pieno di giovani, pieno di disoccupati, pieno di rabbia, la miscela per una rivoluzione sociale è perfetta. E se gli eredi della Repubblica islamica non sapranno dare delle risposte sociali e laiche a questi giovani, il cammino della rivoluzione riprenderà. I contratti con la Cina continueranno, ma non per ragioni ideologiche... semplicemente perché i cinesi avranno i soldi per pagare, mentre il dollaro americano avrà sempre meno credibilità. E qui il merito è dei cinesi, non certo di Ahmadinejad.

Paolo Zeriali

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