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Egitto: parlamento senza opposizioni apre strada a presidenza gamal mubarak

E’ la tesi di Hamdin Sabahi del partito nasserista “Karama”. Fa seguito alla rinuncia dell’opposizione a partecipare ai ballottaggi dopo i massicci brogli elettorali da parte del regime.

(2 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto: parlamento senza opposizioni apre strada a presidenza gamal mubarak

foto: www.nena-news.com

Roma, 2 dicembre 2010, Nena News – «Il livello di brogli e irregolarità di queste elezioni è stato eccezionalmente alto, temo che il nuovo Parlamento approverà ulteriori restrizioni alla libertà di espressione e di stampa». E’ cupo lo scenario che descrive Hamdin Sabahi, leader del partito nasserista “Kamara” che assieme ai Fratelli Musulmani e ad altre forze di opposizione ha deciso di boicottare i ballottaggi elettorali previsti domenica prossima. Per Sabahi, riporta il sito del quotidiano egiziano al Masry al Youm, il regime voleva e ha ottenuto un Parlamento senza opposizioni.

Il risultato – spiega Sabahi - farebbe parte di un disegno volto a preparare il terreno all’ascesa al potere di Gamal Mubarak, il figlio dell’ultraottantenne presidente Hosni Mubarak (in carica dal 1981) più volte indicato da analisti e media come futuro leader egiziano. D’ora in poi, aggiunge il capo di “Karama”, il Parlamento potrà approvare e modificare leggi a suo piacimento per favorire il passaggio dei poteri da Mubarak padre a Mubarak figlio, nel caso l’attuale presidente – il quale secondo indiscrezioni che circolano da mesi – decidesse l’anno prossimo di non candidarsi per un nuovo mandato.

Il Partito nazional democratico al potere ha smentito vi siano state frodi elettorali come denunciato dai Fratelli Musulmani. A proposito delle accuse dei FM di brogli e frodi elettorali, un importante esponente del Pnd, Mohamed Kamal, ha affermato sono «totalmente prive di fondamento». In una conferenza stampa il segretario generale del partito, Safwat El Sherif, ha affermato che «la storia testimonierà la trasparenza e l'apertura di queste elezioni». I Fratelli Musulmani, finora la prima forza di opposizione con 88 deputati (uffcialmente “indipendenti”), ieri hanno annunciato che boicotterranno il secondo turno delle elezioni. Stessa la posizione del partito Wafd (destra liberale). Per il leader dei FM, Mohamed Badie, quanto avvenuto domenica scorsa dimostra che «il regime è un usurpatore del potere e un falsificatore della volontà popolare».

Il boicottaggio delle forze d'opposizione egiziane è una vittoria per il movimento dell'ex direttore dell'Agenzia atomica internazionale (Aeia) Mohamed El Baradei, che lo scorso luglio aveva invano sollecitato tutte formazioni politiche e sociali che si oppongono al regime di Mubarak a non partecipare al voto. «I FM lo sapevano da prima che le elezioni stavolta sarebbero state diverse, perchè hanno lo scopo di mettere in piedi un'assemblea differente», ha commentato Hassan Nafaa, uno degli esponenti dell’«Assemblea nazionale per il cambiamento» di El Baradei. «Ora si presenta l'occasione per riunire tutte le forze del cambiamento per una riforma democratica», ha esortato Nafaa, spiegando che a breve il suo movimento prenderà un' iniziativa in questo senso.

Intanto l'Egitto si è detto «dispiaciuto» per le critiche della Casa Bianca che ha definito un'intromissione inaccettabile negli affari interni del paese. Il portavoce del ministero degli esteri, Husam Zaki, ha definito «spiacevole il fatto che siano stati diffusi questi due comunicati senza aspettare l'annuncio dei risultati definitivi del primo turno da parte dell'Alta commissione elettorale egiziana, né le iniziative di questo organo indipendente e neutrale in merito alle denunce di violazioni». Secondo Zaki, questo atteggiamento «conferma l'impressione che gli Stati Uniti avessero una posizione negativa e preconcetta rispetto a queste elezioni legislative».

«Gli Stati Uniti - aveva comunicato lunedì il portavoce della Casa Bianca, Mike Hammer - sono delusi per come sono state condotte le elezioni egiziane. Abbiamo notizia di molte irregolarità ai seggi, della mancanza di osservatori internazionali e di gravi problemi affrontati da osservatori locali». Anche il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, aveva denunciato le intimidazioni attuate delle forze di sicurezza che hanno minato la trasparenza delle votazioni alle quali, dicono le Ong egiziane, hanno preso parte solo il 10% degli aventi diritto (il governo parla del 25%). Tuttavia arriva troppo tardi la «costernazione» dell’Amministrazione Obama che sino ad oggi è stata nei confronti il regime egiziano più accondiscendente di quella di George Bush che nel 2005, anche se solo per ragioni di immagine internazionale, obbligò Mubarak ad aprire spazi alla democrazia.Nena News

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