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Musa sadr, libano pronto ad aprire dossier italia

Sono in corso contatti tra il governo libanese ed esponenti del Cnt libico per far affiorare la verità sulla sorte dell'imam sciita scomparso nel 1978. Un capitolo del dossier sarà dedicato all'Italia

(26 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Musa sadr, libano pronto ad aprire dossier italia

foto: www.nena-news.com

STEFANIA LIMITI

Roma, 26 settembre 2011, Nena News - La fuga del rais libico Gheddafi è un evento salutato con gioia dal mondo sciita libanese. Al dittatore è stata da sempre attribuita la responsabilità della scomparsa dell'imam Moussa al-Sadr: il religioso fu misteriosamente rapito nel 1978 e con lui sparirono anche suoi due compagni, lo sceicco Mohamed Scheeda Yacoub ed il giornalista Abbas Badreddine, con i quali il 25 agosto di quell'anno Moussa al-Sadr era partito da Beirut imbarcandosi su un volo diretto a Tripoli, per una visita ufficiale.

Nelle scorse settimane il leader socialista Walid Jumblatt si è recato in Libia per incontrare esponenti del governo di transizione portando con se un messaggio di Nabih Berri, presidente del parlamento e capo del partito di Amal, di cui allora Sadr era il numero uno, e da una cui costola sarebbe poi nato il Partito di Dio, Hizbullah oggi principale forza di governo e protagonista della resistenza all'occupazione israeliana. Secondo quanto abbiamo appreso durante alcuni incontri avuti insieme al Comitato Per non dimenticare Sabra e Chatila (che ogni anno di reca a portare solidarietà alle vittime dell'efferato massacro del 1982 attuato contro i palestinesi dei due campi profughi dai falangisti libanese e architettato dall'israeliano Ariel Sharon), sarebbe state concordate alcune 'mosse' per far affiorare la verità sul destino dell'uomo che ha segnato la rinascita politica e culturale degli sciiti in Libano - dove tutti giurano sulla responsabilità di Gheddafi, che si sarebbe prestato a realizzare un'operazione di 'pulizia' dei movimenti radicali dalla scena politica in Medioriente (poi fallita con la nascita e il consolidamento di Hizbullah, oggi principale protagonista della vita politica del paese dei Cedri).

Un tribunale di Beirut, che aveva ripreso in mano il fascicolo nei primi mesi del 2005, dopo una denuncia depositata dai familiari dell'imam e delle due persone che lo accompagnavano, nel febbraio del 2008 aveva anche chiamato alla sbarra, inutilmente, Gheddafi, dandogli due mesi per presentarsi di fronte ai giudici e rispondere della scomparsa di Sadr: il 27 agosto del 2008 la magistratura libanese emise, dunque, un mandato d'arresto per il leader libico accusato di averne "ordinato il rapimento". Nel 2006 l'allora primo ministro libanese Seniora, esponente della comunità sunnita, chiese esplicitamente al premier italiano Berlusconi un impegno a non trascurare alcun elemento in grado di far luce sulla scomparsa di un uomo il cui nome è scandito ancora oggi nelle manifestazioni pubbliche e la cui immagine è affissa nei manifesti affissi sulle strade di tutte le città del Libano.

La vicenda non è molto ricordata in Italia nonostante il nostro Paese ne sia stato coinvolto: la magistratura italiana indagò sul caso poi archiviato dal giudice Domenico Sica (lo stesso che archiviò le indagini sul rapimento del tecnico nucleare israeliano Mordecai Vanunu avvenuto a Roma nel 1986). Per il giudice Sica, l'imam e suoi compagni non erano mai arrivati nel nostro paese, nonostante molte circostanze, tra cui il ritrovamento presso un albergo romano dei bagagli e dei passaporti degli scomparsi, dimostrassero il contrario. La vicenda si inserisce nella lunga e complessa storia dei rapporti tra Italia e Libia (finita con la vigliacca partecipazione ai bombardanti della popolazione libica decisa dal governo Berlusconi): i nostri servizi avrebbero contribuito all'operazione che poi sarebbe stata insabbiata per non mettere in imbarazzo Gheddafi.

Secondo numerose fonti il Libano è oggi intenzionato, una volta per tutte, a far venire fuori la verità chiedendo al governo transitorio, che le autorità di Beirut si apprestano a riconoscere ( e forse in cambio di questo contributo), di aprire il cassetto del caso Sadr. E forse un capitolo del dossier sarà dedicato all'Italia.

Nena News

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