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Il tour dei Nobel per la pace

Il tour dei Nobel per la pace

(20 Novembre 2011) Enzo Apicell
Obama, premio Nobel per la Pace, dichiara di “non escludere un attacco militare all'Iran”. Shimon Peres, premio Nobel per la Pace, afferma: “L'attacco all'Iran è sempre più vicino”.

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Giochi di guerra sul mar Nero

(8 Marzo 2014)

Ucraina. Un ultimatum alle truppe ucraine, poi smentito, aumenta la tensione a Sebastopoli, mentre gli Usa mandano un cacciatorpediniere nel Bosforo e la Turchia alza i jet F16 in ricognizione

janeliasson

Jan Eliasson

Si dirà di una gior­nata inter­lo­cu­to­ria, durante la quale una tele­fo­nata, la seconda, tra Putin e Obama ha per­messo di capire la side­rale distanza tra le parti. Con tutti i gio­cat­toli di guerra che comin­ciano ad essere schie­rati, però, da parti in causa o sem­plici vicini geo­gra­fici, il rischio dell’incidente fatale nel creare l’escalation, si fa sem­pre più alto. Ieri doveva essere una gior­nata tran­quilla, da un punto di vista mili­tare, ecce­zion fatta per un paio d’ore durante il primo pome­rig­gio, quando da Seba­sto­poli sarebbe arri­vato un ulti­ma­tum russo nei con­fronti delle truppe ucraine, a con­fer­mare quanto detto ieri dal par­la­mento della Cri­mea: ogni eser­cito non russo sul nostro ter­ri­to­rio sarà con­si­de­rato nemico. La voce è stata infine smen­tita, ma quanto si è mosso sulle sponde e nei cieli del Mar Nero non incute otti­mi­smo, anzi.
E la zona della peni­sola è minac­ciata anche da quanto sta acca­dendo a Done­tsk, dove l’arresto avve­nuto gio­vedì, da parte dei ser­vizi di sicu­rezza ucraini, del lea­der dei filo russi Pavel Guba­rev, sem­bra abbia sca­te­nato nuovi disordini.La gior­nata è comin­ciata con due noti­zie pro­ve­nienti dalla Rus­sia: la prima riguarda il rico­no­sci­mento da parte della camera alta del par­la­mento mosco­vita del refe­ren­dum in Cri­mea del 16 marzo, spar­tiac­que che se ha accell­rato alcuni pro­cessi, vedi gli aiuti euro­pei all’Ucraina, dall’altro ha inne­scato nuove tensioni.Mosca dun­que ha dichia­rato uffi­cial­mente che accet­terà la Cri­mea se l’esito del refe­ren­dum del pros­simo 16 marzo sarà per la seces­sione della peni­sola dall’Ucraina.
Lo ha assi­cu­rato Valen­tina Mat­vienko, pre­si­dente della camera alta del par­la­mento russo, riba­dendo che il voto è in linea con la prassi inter­na­zio­nale e para­go­nan­dolo al refe­ren­dum per l’indipendenza scoz­zese. «Avranno gli stessi diritti di tutte le altre regioni russe», ha detto Mat­vienko, che ha incas­sato anche una mani­fe­sta­zione pro annes­sione nel cen­tro di Mosca.Putin dal canto suo gioca con l’ironia e il sar­ca­smo, ben sapendo che la mossa di Gaz­prom di chie­dere indie­tro i soldi e can­cel­lare lo sconto, pone l’Unione euro­pea in con­di­zioni ancora più gra­vose, rispetto all’impegno di sal­vare Kiev dalla ban­ca­rotta. «Non si tratta di una rac­colta delle terre sulla base di un pro­getto del Crem­lino, è un pro­cesso natu­rale di rac­colta di con­na­zio­nali intorno al loro cen­tro, alla loro patria sto­rica che è attraente, che suscita fidu­cia, e che può fun­gere da garante serio della loro sicu­rezza e di un loro futuro pro­spero», ha spe­ci­fi­cato Dmi­tri Peskov, il por­ta­voce di Putin, secondo cui le terre si pos­sono rac­co­gliere «secondo il prin­ci­pio della calamita».
E Mosca pare abbia fretta: la Duma russa adot­terà la legge che faci­lità l’annessione di ter­ri­tori «nel minor tempo pos­si­bile», forse già il 21, se l’esito del 16 sarà favo­re­vole. Lo ha anti­ci­pato il depu­tato Ser­gei Miro­nov, del par­tito Rus­sia Giu­sta, che la scorsa set­ti­mana ha defi­nito il dise­gno di legge con cui si san­ci­sce l’annessione di ter­ri­tori stra­nieri nella Fede­ra­zione russa sulla base del risul­tato di un refe­ren­dum o di una deci­sione votata dal Par­la­mento della regione interessata.Non la pen­sano così all’Onu: «il refe­re­dum è uno svi­luppo grave che com­plica» la pos­si­bi­lità di arri­vare a una solu­zione poli­tica della crisi, ha rife­rito il vice segre­ta­rio gene­rale delle Nazioni Unite Jan Elias­son.
Nel frat­tempo, sem­brano incom­bere le grandi mano­vre. Secondo quanto rife­rito dal mini­stro degli esteri ucraino Iev­ghen Pere­bii­nis, i mili­tari russi si sta­reb­bero pre­pa­rando a instal­lare in Cri­mea dei sistemi di difesa aerea. E gli Usa non sono stati a guar­dare: il cac­cia­tor­pe­di­niere Uss Trux­tum, ha attra­ver­sato il Bosforo pro­ve­niente dal Medi­ter­ra­neo e diretta verso il Mar Nero. Nei giorni scorsi anche due navi mili­tari russe ed una ucraina hanno attra­ver­sato lo Stretto per rien­trare nel Mar Nero. Fonti mili­tari Usa hanno indi­cato che la Trux­tum deve par­te­ci­pare a mano­vre pre­vi­ste da tempo con le forze navali di Roma­nia e Bulgaria.
La Tur­chia che dal canto suo ha uti­liz­zato i jet in rico­gni­zione: sei F16 si sono alzati in volo, pronti a inter­cet­tare un aereo di sor­ve­glianza russo che si avvi­ci­nava allo spa­zio aereo turco sul Mar Nero, secondo quanto rife­rito dalla stampa di Ankara, che da paese Nato, si è pro­nun­ciata per l’integrità ter­ri­to­riale e l’unità poli­tica dell’Ucraina.

Simone Pieranni, il manifesto

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