Stato e istituzioni :: Primarie, bipolarismo e maggioritario

Malabarba-Cannavò : no alle primarie, sono un'americanata

Per la minoranza del Prc Sinistra Critica la priorità è costruire una mobilitazione sociale in autunno e non le primarie.

(7 Luglio 2005)

"Non condividiamo la scelta di procedere alle primarie perché costituisce l'ennesima americanizzazione della politica italiana". E' la posizione del coordinamento nazionale di Sinistra Critica-Prc, la minoranza interna di Rifondazione Comunista che fa capo al capogruppo del Prc al Senato Gigi Malabarba e al vicedirettore di Liberazione Salvatore Cannavò.

"In cambio di alcuni vantaggi tattici - si legge in una nota - le primarie lasciano il via libera alla sedimentazione del bipolarismo nel nostro paese e servono a confermare un sistema maggioritario che la sinistra di alternativa deve continuare a contrastare. Il progetto in corso, inoltre - continua la nota - contribuisce a legittimare ulteriormente, al di là di un serio confronto sui programmi, la direzione di Prodi e dei riformisti sull'insieme del centrosinistra ritagliando per Rifondazione il ruolo di ala sinistra della coalizione".

"Crediamo che la partecipazione e la democrazia diretta siano importantissime e costituiscano il sale della politica. Ma tale partecipazione e democrazia acquistano senso se vengono declinate assieme al conflitto sociale e alle lotte. Piuttosto che le primarie - continua Sinistra Critica - le forze della sinistra, ma anche del centrosinistra, dovrebbero impegnarsi in una ipotesi di mobilitazione sociale contro le politiche sociali ed economiche del governo Berlusconi che costituiscono il vero banco di prova dell'autunno".

"Per questo rimaniamo convinti - concludono - che al di là delle primarie il compito prioritario per Rifondazione comunista e per i movimenti sia quello di creare le condizioni di una grande manifestazione sociale per l'alternativa incentrata sui temi del salario, della lotta alla precarietà, della difesa dei diritti dei migranti e contro il razzismo, contro la guerra e le politiche che la sorreggono".

Roma, 28 giu.

(Apcom)