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Ma l’italia non è l’America

(22 Febbraio 2008)

Come S. Paolo, folgorato sulla via di Damasco, Walter Veltroni agisce con l’obiettivo di fare dell’Italia il 51° Stato degli USA. Non che già non sapessimo di essere una colonia del “grande impero”. Con tutte le basi americane e della Nato (che poi è la stessa cosa) sparse sul nostro territorio e la vocazione in parte convinta, in parte opportunistica, in parte per naturale predisposizione alla prostituzione di una classe politica che non sa stare senza un padrone, sarebbe difficile pensare a qualcosa di diverso. Solo che il “merito” di Veltroni più che di Silvio Berlusconi sta nel farsene un punto d’onore e di renderlo evidente copiandone in blocco il sistema politico.

Solo che Veltroni, a mio giudizio, fa i conti senza l’oste e rischia di condurre in Italia in una strada senza via d’uscita e di fare pagare al popolo (e per popolo intendo i lavoratori) costi molto alti.

Veltroni potrà anche raggiungere l’obiettivo di realizzare un sistema fondato su due grandi partiti - nella fattispecie il PD ed il PDL – che rappresentano gli stessi interessi (è già significativa la coincidenza programmatica tra i due partiti riconosciuta oramai dalla totalità degli opinionisti) che possano alternativamente ed indifferentemente governare il paese differenziandosi solo per lo stile e per il personale politico, ma spingere fino in fondo sul bipartitismo potrebbe portare a conseguenze difficilmente gestibili.

L’Italia non è l’America. Per storia, cultura e struttura organizzativa (sistema di pesi e contrappesi), la democrazia americana, prima di essere sancita dai codici è bene impiantata nelle coscienze individuali (anche se poi in nome di questa democrazia si compiono o si permettono crimini e misfatti). In Italia no. Il bipartitismo in Italia dove almeno da un ventennio si è agito proprio per indebolire il sistema delle garanzie – quello che ci sta proponendo Veltroni (con il consenso di Berlusconi) ha in sè il gene del “totalitarismo”. Le più recenti leggi sulla sicurezza, la criminalizzazione del dissenso (con casi di incarcerazione che hanno connotati più politici che giudiziari), costituiscono avvisaglie serie. E il totalitarismo porterà non solo alla naturale progressiva riduzione degli spazi di democrazia peraltro già in atto ma inevitabilmente genererà violenza perchè ci sarà sempre una parte di popolo(lo è stato anche nel periodo buio fascista nonostante la repressione, il codice Rocco tanto attuale quanto applicato) che si ribellerà. Perchè - ed anche su questo è difficile pensare ad analogie con l’America – è pura illusione che in Italia si possa indifferentemente stare dalla parte dei padroni e contemporaneamente degli operai, degli sfruttati e degli sfruttatori, di chi vive vita agiata e sprecona e chi non riesce a mangiare tutto il mese, di chi può pagarsi cliniche private all’estero per avere un bambino e chi deve rinunciare alla maternità perchè un regime bacchettone (di cui PDL e PD sono sostanzialmente paladini per non perdere il favore del Vaticano) lo impedisce. Non credo che avrà buon gioco il sindacalismo confederale sempre più vicino alle esperienze del sindacalismo corporativo dell’”ancien regime”

Nel contesto potrebbe aprirsi anche la partita dell’unità del paese, mai sopita e di recente evocata dalla Lega di Bossi ma che potrebbe covare sotto le ceneri di altre realtà Io mi auguro che il PD esca sconfitto da queste elezioni, più di quanto mi auguro possa esserlo il PDL perchè il progetto veltroniano costituisce un pericolo maggiore di quanto non sia quello berlusconiano (pur essendoci coincidenza tra i due). Se, ahimè, dovesse però succedere il contrario io credo che il tema dell’unità ovvero di possibili secessioni potrebbe imporsi . Dopo il Kossovo e l’atteggiamento assunto dall’Italia a riguardo, sarà davvero difficile negarne le basi di diritto internazionale….

In buona sostanza io vedo nel progetto di Walter Veltroni grandi rischi e pericoli che non si possono esorcizzare con la propaganda e l’immagine e nemmeno con la complicità di quella razza bastarda e prezzolata che gestisce l’informazione in Italia. Occorre che i comunisti si ritrovino, si riuniscano e diventino l’ avanguardia per riconquistare la democrazia ed il ruolo della classe lavoratrice perduti. Come è stato e con successo in passato!

Lucio Costa
(coordinamento per l'Unità dei Comunisti - Padova)

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