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Clamori dalla Colombia! Bollettino di informazione n°03/09

(1 Marzo 2009)

AUTORIZZATA L'ESTRADIZIONE NEGLI USA DI MIGUEL ÁNGEL MEJÍA MÚNERA

Il governo Colombiano ha autorizzato l'estradizione negli Stati Uniti di Miguel Ángel Melchor Mejía Múnera, alias "El Mellizo", leader paramilitare creatore, col fratello Victor Manuel, del cartello della coca "Los Nevados". Fonti dell'INPEC, l'Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario, hanno informato che il 4 febbraio è stato reso operativo il trasferimento dal carcere di massima sicurezza di Còmbita, nella città di Boyacà, dove era recluso.

Mejìa Mùnera è stato catturato a Honda (Tolima) nel maggio del 2008, mentre viaggiava nascosto nel doppio fondo di un camion. Proprio in quel periodo avveniva l'estradizione di 14 capi paramilitari, fra i più sanguinari: Salvatore Mancuso (legato alla'Ndrangheta calabrese), Hernán Giraldo, Rodrigo Tovar Pupo "Jorge 40" e Manuel Torregrosa, estradizione che ha di fatto impedito il proseguire dei processi per crimini contro l'umanità.

Mejía Múnera aveva dichiarato che Sabas Pretelt de la Vega, attuale ambasciatore in Italia - il creatore della cosiddetta "legge salvaparamilitari" - in cambio della rielezione di Uribe, gli aveva assicurato che non avrebbe acconsentito all'estradizione negli Stati Uniti.

Tuttavia, il processo negli USA si basa esclusivamente sul reato di narcotraffico, e non prende in considerazione le accuse per le migliaia di crimini riconducibili alle Autodefensas Unidas de Colombia, cui appartenevano "Los Mellizos".

Quindi il governo, per evitare ulteriori dichiarazioni, fa sparire un pericoloso testimone, mentre le famiglie delle vittime chiedono giustizia per i loro morti. Ma dov'è la giustizia in Colombia?

CORREA:IN ECUADOR SIMPATIZZARE CON LE FARC NON E' REATO

La giustizia ecuadoriana ha arrestato José Ignacio Chauvín, ex sottosegretario del Governo, ipotizzando l'accusa di avere vincoli con una supposta banda che trafficherebbe cloridrato di cocaina con le FARC (sic). L'ex funzionario, che è recluso in carcere per le indagini, ha riconosciuto di aver incontrato Raùl Reyes, il comandante della guerriglia morto in marzo durante un attacco dell'Esercito colombiano in un accampamento temporaneo nella selva ecuadoriana.

Il Presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha affermato che simpatizzare o avere amici fra i membri delle FARC non è un delitto.

"Fino ad ora quel che sappiamo del signor Chauvín (....) è che era amico di Reyes e questo non è un crimine. E non lo è nemmeno simpatizzare con le FARC", ha affermato Correa.

Le riunioni di Chauvìn col comandante Reyes sarebbero avvenute per ragioni umanitarie; ed il governo ecuadoriano sosteneva queste operazioni insieme al Venezuela ed alcune organizzazioni internazionali.

Il funzionario accusato non ha specificato se i colloqui con Reyes sono avvenuti in territorio ecuadoriano, se si sono prodotti su mandato governativo e se il Presidente Correa era al corrente di questi incontri alla frontiera con la Colombia.

Dopo l'incursione militare del primo marzo, Quito ha rotto le relazioni diplomatiche con Bogotà, che a tutt'oggi non si sono riallacciate.

ESERCITO INFILTRA MINORI NELLA GUERRIGLIA

La politica di "sicurezza democratica" di Uribe continua nell'incentivare il coinvolgimento della popolazione civile nel conflitto in corso; compresi i minori. Nel caso specifico si tratta della giovane Angélica Martínez, la quale è stata convinta, dietro alle false promesse di due ufficiali dell'ottava Brigata Mobile dell'Esercito colombiano, ad infiltrarsi nella guerriglia, raccogliere informazioni e poi disertare. Il piano è stato immediatamente smascherato dall'insorgenza la quale, con un gesto umanitario, ha consegnato l'adolescente alla Croce Rossa Internazionale.

Questo episodio, che rappresenta una grave violazione al Diritto Umanitario Internazionale, mette in luce la macabra realtà di una guerra in cui lo Stato non esita a mandare al macello la popolazione civile, ingannandola con illusorie ricompense milionarie o un'idilliaca vita in paesi stranieri. Da parte sua, la guerriglia esorta le famiglie colombiane a non lasciarsi fuorviare dai militari e le invita a salvaguardare i propri figli.

NOMINATO ALTRO CRIMINALE COME AMBASCIATORE

È stato nominato per rappresentare la Colombia nella Repubblica Dominicana uno dei più pericolosi e criminali generali del paramilitare esercito di Uribe; si tratta di Mario Montoya, che è stato costretto a dimettersi poche settimane fa per lo scandalo dei "falsi positivi", la crudele pratica per la quale giovani appartenenti alle classi più povere vengono attirati dai militari con varie scuse e poi, una volta assassinati, vestiti come guerriglieri per ottenere ricompense e licenze premio. L'ex capo dell'esercito colombiano ora è stato riciclato nell'ambito diplomatico, proprio con la carica di ambasciatore.

Non è che l'ennesimo criminale che va ad ingrossare la lista dei diplomatici paramilitari, quale premio per il lavoro sporco compiuto per il regime. I governi di tutto il mondo devono adottare contromisure immediate per respingere le credenziali di personaggi come questo; se non lo fanno, si rendono complici di uno paese terrorista, narcotrafficante e paramilitare.

BILANCIO DELLE SPARIZIONI FORZATE DURANTE I MANDATI DI URIBE

Negli ultimi sette anni, sotto la Presidenza di Uribe, in Colombia sono state registrate circa 18.000 sparizioni forzate, 7.163 delle quali negli ultimi due anni.

Una nota della Commissione Nazionale per la Ricerca delle Persone Scomparse, informa infatti che le sparizioni sono drammaticamente aumentate fra il 1° gennaio 2007 ed il 21 ottobre 2008.

Il dato dell'aumento dipende da diversi fattori: le esecuzioni extragiudiziarie, i falsi positivi, il reclutamento forzato, la tratta di persone e una pressione invisibile ma molto rilevante verso le frontiere. Positiva, è la creazione della Commissione stessa, che tiene un registro dei "desaparecidos", e quindi fa emergere casi che sarebbero rimasti sconosciuti alla magistratura ed alla opinione pubblica.

"La situazione, vista nel complesso, mostra che c'è un deterioramento della sicurezza ed un aumento dell'intensità del conflitto", spiega Camilo González Posso, direttore di Indepaz, l'istituto degli studi per lo sviluppo e la pace.

Chiunque può essere vittima di sparizione, ma ci sono settori più vulnerabili: i membri di gruppi politici, i leader sindacali, delle comunità, indigeni, gli integranti o ex integranti di gruppi armati e alcuni commercianti. Secondo la Commissione, la parte di popolazione più vulnerabile è costituita da uomini fra i 20 e i 30 anni. "Precedentemente, le sparizioni forzate avevano molte relazioni con la militanza politica [...] afferma Yolima Quintero, rappresentante delle vittime a Medellìn-. Oggi sparisce chiunque: giovani, donne, adulti". Secondo le statistiche, su 100 desaparecidos sopravvivono solo dieci persone.

Anche questi dati confermano che dietro la tanto sbandierata "Sicurezza Democratica" si rivela il vero volto del governo colombiano: il terrorismo di Stato.

ONU E OEA ESIGONO CHE URIBE RISPETTI I DIRITTI UMANI

I relatori per la libertà di espressione delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) mettono in discussione le accuse del governo colombiano al giornalista Hollman Morris, direttore di "Contravìa".

Álvaro Uribe ha assicurato che il reporter è un "complice del terrorismo", per aver girato del materiale video nel corso delle operazioni di liberazione di prigionieri delle FARC. Cionostante, Frank La Rue (Onu) e Catalina Botero (Oea), hanno affermato di non essere a conoscenza di una sola prova che vincoli il giornalista colombiano con attività criminali, mentre sono d'accordo sul fatto che le accuse del governo colombiano "aumentano il rischio per la vita e l'integrità personale dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani". Il giornalista aveva subito, il 2 febbraio, un fermo illecito, per non aver consegnato all'esercito i video prodotti nella selva, ed è stato liberato solo dopo l'intervento del Defensor del Pueblo e della Polizia Judicial y de Investigación (DJIN) .

Le continue ingerenze del governo vogliono impedire la diffusione di notizie diverse da quelle che i media dell'oligarchia propagandano in continuazione. Come sempre, le voci libere vengono tacciate di terrorismo e contiguità con la guerriglia!

STATUNITENSI CRITICANO INGRID BETANCOURT

I tre mercenari statunitensi "liberati" durante l'operazione "jaque", narrano nel libro "Out of captivity" l'esperienza di oltre cinque anni di detenzione nella selva e la relazione con gli altri prigionieri, in particolare con Ingrid Betancourt. Parlano della rivalità, gelosie e tradimenti tra i prigionieri politici in mano delle FARC, descrivono il trattamento gelido con cui sono stati accolti dalla franco-colombiana e descrivono la sua attitudine come egoista e manipolatrice. In particolare Keith Stansell afferma che quando c'era Ingrid, l'ambiente tra i detenuti si deteriorava e che quest'ultima poteva passare dall'essere "una donna carismatica, un anfitrione cordiale o un'arpia".

Non stupiscono affatto le dichiarazioni dei tre "contratistas"; basti ricordare di come la sua amica e candidata alla vice presidenza Clara Rojas fu oggetto di assurde dichiarazioni da parte della Betancourt, la quale asseriva di aver salvato il piccolo Emmanel (il figlio nato dalla relazione della Rojas con un guerrigliero) un giorno che Clara, in un momento di follia, lo stava affogando in un fiume. Smentita dalla stessa Rojas, che tra l'altro dichiarò che se Ingrid si fosse presentata alle elezioni presidenziali non avrebbe votato per lei, ed ora che il fenomeno mass mediatico ed emotivo si sta esaurendo, viene alla luce il vero volto di colei che non è che una rappresentante della borghesia, e che non potrà contribuire in nessun modo alla Pace in Colombia.

Nuova Colombia

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