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Serva dell'imperialismo

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(19 Marzo 2011) Enzo Apicella
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Clamori dalla Colombia! Bollettino di informazione n°04/09

(10 Marzo 2009)

SECONDO NOEL SAEZ INGRID BETANCOURT E' STATA "INGRATA"

Il diplomatico francese Noel Saez, che era stato incaricato dal governo del suo paese per partecipare alle mediazione che avrebbe dovuto portare alla liberazione della franco-colombiana, ha affermato che la donna, una volta in
libertà, non lo ha chiamato per ringraziarlo dei suoi sforzi, né tantomeno ha chiamato il suo omologo svizzero Jean-Pierre Gontard.

"Ho rischiato la vita per Ingrid Betancourt. Lei ha fatto il giro del mondo per ringraziare i grandi del pianeta, il papa, il presidente e altri, ma si è dimenticata di qualcuno, dei più piccoli, i più esposti, quelli che si sono assunti i rischi maggiori", ha dichiarato il diplomatico in occasione della conferenza stampa per la presentazione del suo ultimo libro.

Le negoziazioni erano avvenute in nome della Francia, la Spagna e la Svizzera, con l'obiettivo di ottenere un accordo umanitario per lo scambio dei prigionieri politici contro circa cinquecento guerriglieri incarcerati. Bogotà aveva messo fine alla missione dopo la liberazione della Betancourt, affermando che non aveva fiducia proprio nei mediatori.

Le parole di Saez dimostrano ancora una volta la natura opportunista di Ingrid Betancourt che, per nulla interessata alla soluzione del conflitto, ha intrapreso dopo la liberazione un tour mediatico per rilanciare una campagna politica che avrà, probabilmente, esiti molto deludenti.

FAMILIARI DELLE VITTIME: "I FALSI POSITIVI SONO CRIMINI DI STATO!"

Negli ultimi giorni diverse iniziative e mobilitazioni hanno avuto luogo in Colombia, specialmente a Bogotá, per denunciare l'impunità che avvolge la totalità dei casi di esecuzioni sommarie ed extragiudiziarie ai danni delle vittime
del terrorismo di Stato.

Questi crimini, commessi da effettivi delle forze armate e di polizia, colpiscono principalmente giovani minori di 35 anni appartenenti a settori popolari o marginali del devastato tessuto sociale colombiano. Come denunciato da diverse organizzazioni di difesa dei diritti umani, dal primo insediamento alla presidenza di Alvaro Uribe i casi di esecuzioni extragiudiziarie sono aumentati, e almeno 1122 persone sono state assassinate, mentre erano indifese e disarmate, per poi essere presentate come "terroristi abbattuti nel corso di scontri a fuoco".

Nonostante le dichiarazioni del guerrafondaio ministro della Difesa Juan Manuel Santos, secondo cui i "falsi positivi" sarebbero cessati alla fine del 2008, i familiari delle vittime -riunitisi a Bogotá il 5 e 6 marzo scorsi, e protagonisti di una manifestazione partecipata da migliaia di persone- affermano che questa modalità del terrorismo di Stato é più praticata che mai. Il regime antidemocratico e fascista di Uribe non solo occulta la verità circa la reale gravità di questo fenomeno, certamente di vecchia data, ma si beffa anche dei parenti delle vittime negando la responsabilità dello Stato quale artefice di questa drammatica carneficina, tentando senza successo di presentarla come un insieme sconnesso di "eccessi" o "errori" di pochi membri delle forze militari.

AUMENTA L'INTERVENTO MILITARE USA IN COLOMBIA
Dopo la recente visita del ministro della Difesa Juan Manuel Santos negli Stati Uniti, dove si é riunito con il Capo dello Stato Maggiore congiunto yankee, l'ammiraglio Michael Glenn Mullen, prendono forma gli accordi che segnano
un incremento ulteriore dell'intervento militare USA in Colombia. Da una parte, infatti, essi sanciscono la legalizzazione della possibilità per gli aerei militari statunitensi di usare le basi aeree colombiane senza limiti né richieste di autorizzazione; dall'altra, i due guerrafondai di professione (e vocazione) hanno concordato l'insediamento in Colombia di un numero non precisato di basi contro-insorgenti, definite pretestuosamente "basi antidroga", in cui si addestrerebbero anche militari di altri paesi come il Messico, in cui l'imperialismo statunitense sta sviluppano un piano militare interventista clonato dal Plan Colombia (il "Plan México"). Questo ulteriore passaggio fa seguito alle recenti dichiarazioni dell'amministrazione Obama secondo le quali, nell'ambito del Plan Colombia, lo stanziamento previsto per il 2009 in
termini di aiuti militari al regime narco-mafioso colombiano (oltre 500
milioni di $), sarà regolarmente erogato. La Colombia diventerebbe, in
questo modo, una vera e propria portaerei USA nella regione, nonché un
centro d'addestramento e pratica controinsorgente per militari di altri paesi (come Messico, Peru, ecc.) impegnati a reprimere a ferro e fuoco le proteste sociali e le aspirazioni popolari di cambiamento e giustizia sociale.

LA "SICUREZZA DEMOCRATICA" DI URIBE E' UN FIASCO!

Secondo quanto denunciato da Marleny Orjuela, presidentessa dell'Associazione dei Familiari dei membri della Forza Pubblica Detenuti e Liberati dai Gruppi Guerriglieri, ASFAMIPAZ, attualmente ci sarebbero circa 300 soldati e
poliziotti scomparsi nella selva, di cui i parenti non hanno notizie. A differenza di quanto afferma il governo Uribe, secondo cui l'insorgenza sarebbe alle corde nelle profondità della selva amazzonica colombiana, quotidianamente si presentano scontri tra le truppe del regime fascista di Bogotá e i guerriglieri. E contrariamente alle cifre ufficiali diffuse dal ministero della Difesa colombiano e riportate diligentemente ed acriticamente dai media dell'oligarchia, tutti i giorni muoiono o vengono gravemente feriti diversi effettivi del Plan Colombia/Plan Patriota. La denuncia di Marleny Orjuela, non la prima in questo senso, conferma quella che é ben più di una semplice supposizione: fosse comuni nella selva con i cadaveri sepolti di militari morti in combattimento, scavate dai loro commilitoni su ordine degli alti comandi per non dover rendere conto delle clamorose perdite in una guerra che lo Stato colombiano é sempre più lungi dal vincere.

DIRITTI SINDACALI IN COLOMBIA: GLI USA ED URIBE MENTONO!

Secondo il recente rapporto del Dipartimento di Stato USA, in Colombia vi sarebbero maggiori garanzie di rispetto dei diritti umani e sindacali in comparazione con gli anni scorsi. Basandosi principalmente sui dati diffusi dal
governo colombiano, il rapporto afferma che nel 2008 le uccisioni di sindacalisti sarebbero diminuite del 6,2%. La CUT (Centrale Unitaria dei Lavoratori colombiani), smentisce categoricamente queste cifre, denunciando che nel 2008 i sindacalisti assassinati sono stati ben 49, a fronte dei 39 uccisi dalla repressione nel 2007, e dunque con un incremento del 25%. Inoltre, la più importante confederazione dei lavoratori di questo paese andino-amazzonico sottolinea che i casi di tortura, detenzione arbitraria, sparizione e sfollamento forzato ai danni di militanti e dirigenti sindacali nel 2008 sono stati addirittura 564, ossia un 20% in più rispetto all'anno precedente.

Il governo Uribe, intrinsecamente bugiardo e manipolatore, ha avuto anche la sfacciataggine di asserire che dall'inizio del 2009 non un solo sindacalista era stato assassinato. La CUT, ancora una volta, lo smaschera denunciando che ad oggi le vittime sono già quattro. Per quanto vergognoso, non stupisce che l'imperialismo statunitense cerchi con tutti i mezzi di sdoganare il terrorismo dello Stato colombiano, organizzato e finanziato dagli USA stessi. E non é un caso che questo rapporto del Dipartimento di Stato, pieno di falsità sulla reale situazione di sterminio che vive da tempi non sospetti il movimento sindacale colombiano, sia diffuso in un momento in cui il regime uribista cerca disperatamente di convincere la nuova amministrazione nordamericana ad approvare il Trattato di Libero Commercio con la Colombia, bloccato a più riprese da decine e decine di congressisti democratici anche a causa della violazione sistematica dei diritti umani e sindacali in Colombia.

QUARANTACINQUE CONGRESSISTI DEMOCRATICI DEGLI STATI UNITI CHIEDONO CHE CONTINUI IL BLOCCO DEL TLC CON LA COLOMBIA

La richiesta è stata presentata in una lettera diretta al Presidente Barack Obama, nella quale i legislatori dicono che continueranno ad opporsi al trattato di libero commercio fino a che non cesseranno le violenze contro i
sindacati, le comunità afroamericane ed i gruppi indigeni.

Avvertono inoltre che continuano "le rivelazioni che vincolano il governo di Álvaro Uribe con i gruppi paramilitari" responsabili dell'assassinio di sindacalisti. Secondo loro, è fondamentale inviare al mondo il messaggio che gli Stati Uniti non tollereranno l'assassinio di persone che lavorano per i diritti umani basilari. "Ci opporremo a qualunque accordo di commercio con la Colombia finché non vedremo un considerevole periodo di tempo privo dell'estrema violenza contro i diritti umani di sindacalisti, afroamericani e indigeni"; i firmatari della lettera evidenziano anche che durante il 2008 sono state assassinate nel paese 43 lavoratori sindacalizzati, a riprova del fatto che il problema persiste ancora. La lettera è stata scritta in un momento cruciale, poiché si ritiene che Obama presenterà la settimana prossima l'agenda e la visione commerciale della sua amministrazione, e si oppone anche all'approvazione del TLC con Panamá, per via della pratica, nel suo sistema finanziario, del riciclaggio di dollari.

Così, a dispetto delle affermazioni del governo e dei media dell'oligarchia, che sbandierano risultati inesistenti, la realtà colombiana è osteggiata persino da alcuni congressisti statunitensi.

A GENNAIO, NEL SUD-EST DELLA COLOMBIA OLTRE CENTO MILITARI FUORI COMBATTIMENTO IN SOLI 15 GIORNI

Un bollettino di guerra del Blocco Orientale delle FARC-EP, fatto pervenire dal Network Radio Bolivariano "Voz de la Resistencia" all'Agenzia di Stampa Bolivariana (www.abpnoticias.com), rende noto che in aspri combattimenti
tra unità guerrigliere e militari del regime mafioso colombiano, avvenuti tra il 2 ed il 18 gennaio 2009, oltre cento soldati (tra morti e feriti gravi) sono stati messi fuori combattimento. In diversi punti della geografia sud-orientale della Colombia, parte centrale del famigerato e fallito Plan Patriota del Comando Sud del Pentagono, hanno avuto luogo 6 scontri, 9 combattimenti con compagnie intere e 35 attacchi da parte delle forze insorgenti, che hanno anche fatto detonare ben 83 campi minati. Il comunicato dello Stato Maggiore del Blocco Orientale, oltre a riconoscere 5 morti ed 8 feriti tra le proprie fila, informa anche che le truppe del regime uribista, in grande difficoltà, hanno ricevuto pesanti rinforzi, si sono trincerate in basi fortificate e sono state coadiuvate con massicci bombardamenti da parte dell'aviazione militare e di unità d'artiglieria. Mentre i combattimenti continuano quotidianamente in tutto il Paese, per il regime narco-paramilitare di Uribe é sempre più insostenibile affermare che in Colombia non esiste un conflitto sociale ed armato e sbarrare ogni porta alla soluzione politica dello stesso.

GIORNATA CONTINENTALE DI PROTESTA PER LE VITTIME DI SUCUMBÍOS (ECUADOR)

Preceduta da una sostenuta campagna di denuncia in tutta l'America Latina ed in altre latitudini del mondo, e dal saluto dell'Associazione dei Genitori e Parenti delle Vittime di Sucumbíos (Ecuador), questa giornata di
solidarietà é stata caratterizzata da diverse e multiformi iniziative e mobilitazioni in diversi stati del Messico, come Chiapas, Guadalajara, Guerrero, Morelos, Oaxaca y Puebla, ed in Argentina,
Australia, Canada, Cile, Ecuador, Stati Uniti, Francia, Italia, Uruguay e Venezuela.

Per tutto il 2008, l'Associazione si é battuta per denunciare il crimine di guerra commesso dal regime uribista e dagli USA in territorio ecuadoregno il primo marzo dello scorso anno, col bombardamento di un accampamento di pace delle FARC in cui morirono il Comandante Raúl Reyes, diversi guerriglieri e quattro studenti messicani, lí presenti per ricerche accademiche. I genitori, parenti e compagni di Fernando Franco, Verónica Velásquez, Soren Avilés, Juan Gonzáles e Lucia Morett (studentessa messicana sopravvissuta), hanno smascherato i tentativi del fascismo colombiano di bollare i caduti come "terroristi" e di calunniare e screditare Lucia Morett, che é una testimone oculare di quello che fu un vero e proprio massacro.

Appoggiata da diverse organizzazioni e personalitá del mondo intero, questa battaglia non si fermerá finché Uribe e la sua cosca di governo non saranno processati come criminali di guerra.

CRESCE LA DISOCCUPAZIONE IN COLOMBIA

Secondo fonti ufficiali, nella fattispecie del Dipartimento Nazionale di Statistica colombiano (DANE), in gennaio il tasso di disoccupazione é salito al 14,2%, a fronte del 13,1% nello stesso mese del 2008. Sempre secondo il
DANE, nelle tredici più importanti capitali di dipartimento (compresa Bogotá) il tasso di disoccupazione sarebbe ancora più elevato: 14,9%. Pur essendo sempre sottodimensionate le cifre del DANE, a capo del quale Uribe aveva tempo addietro piazzato un proprio accolito di fiducia (obbligando l'ex direttore a dimettersi in quanto reticente ad accettare che i suoi rapporti passassero il vaglio dell'esecutivo prima di essere pubblicati), lo Stato colombiano non può negare l'evidenza: non solo l'economia colombiana non e' "blindata" di fronte alla crisi strutturale planetaria, come invece i "guru" della finanza nazionale e dell'FMI avevano pomposamente dichiarato, ma il modello economico-sociale imposto a ferro e fuoco in Colombia, dall'oligarchia mafiosa che la governa, é insostenibile.

Associazione Nuova Colombia

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