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Clamori dalla Colombia! Bollettino di informazione n°5/09

(30 Marzo 2009)

IL TERRORISMO DI STATO ASSASSINA MILITANTI DEL POLO DEMOCRATICO

Il Polo Democratico Alternativo (PDA), eterogenea coalizione di diversi partiti e movimenti democratici, progressisti e di centro-sinistra, ha denunciato una nuova escalation di attacchi e persecuzioni ai danni di propri militanti in diverse regioni del Paese.
Nella serata dello scorso lunedì 9 marzo, individui a bordo di una motocicletta hanno esploso diversi colpi di arma da fuoco che hanno ferito mortalmente José Pinzón Nuñez, dirigente locale del PDA. Questo brutale assassinio é avvenuto nel quartiere San Felipe di Barranquilla, importante città portuaria della costa caraibica colombiana, e fa di sua moglie l'ennesima vedova e delle sue due figlie le ennesime orfane. Tre giorni prima, il 6 marzo, era stato ucciso brutalmente a Cali Alvaro Miguel Rivera, difensore dei diritti umani e dirigente del Polo. Rivera era stato in passato minacciato già a Villavicencio, cosa che lo aveva obbligato a scappare da quella città.
Dopo i tentativi di loschi personaggi interni al Polo capeggiati da Gustavo Petro e Lucho Garzón, nel suo recente congresso, di dividerlo e di indurlo a stringere un alleanza elettorale coi liberali in vista delle elezioni presidenziali del 2010, ora s'intensificano le minacce e gli attentati contro i suoi esponenti più coerenti. Il terrorismo di Stato contro il PDA, certamente non definibile come un'organizzazione rivoluzionaria, dimostra che il regime colombiano non tollera soggetto alcuno che si pronunci in favore della soluzione politica del conflitto, di riforme democratiche e di rispetto integrale dei più elementari diritti umani.

TRUPPE COLOMBIANE IN AFGHANISTAN

Il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos, ha ricevuto la scorsa settimana il capo dello Stato Maggiore Congiunto degli USA, Michael Mullen, che aveva appena concluso un tour in America Latina, proprio alcuni giorni prima dell'istituzione del Consiglio di Difesa Sudamericano.
Il militare statunitense, dalla Colombia, ha annunciato che questo paese invierà truppe in Afghanistan. La notizia non è stata pubblicata da alcun quotidiano colombiano, ma viene riportata da "La Jornada" (Messico), e da "El nuevo Diario" (Nicaragua): a quanto pare i colombiani non hanno il diritto di essere informati sui movimenti delle truppe del proprio paese, e sulla collaborazione coi piani imperialisti statunitensi. Di fatto la decisione è stata presa dai vertici militari USA e assunta immediatamente dal governo colombiano, la cui politica estera si riduce al ratificare scelte altrui, alla faccia della sovranità e dell'indipendenza.
Mentre il ministro della difesa ed il presidente continuano nella reciproca delegittimazione (Santos vorrebbe candidarsi alle prossime presidenziali), gli Stati Uniti mantengono il proprio avamposto in Latinoamerica; il Presidente sarà stato informato di questa nuova missione?

GRAVE IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA IN COLOMBIA

Contrariamente a quanto dichiarato dal governo Uribe a cavallo tra l'anno scorso ed il 2009, l'economia colombiana non é assolutamente blindata rispetto alla crisi strutturale e sistemica che attraversa il mondo. Trattandosi di un paese dall'economia
essenzialmente dipendente ed esportatrice, la rigida contrazione della domanda internazionale dei suoi prodotti (materie prime, manufatti e prodotti agricoli su tutti), combinata con il calo dei prezzi degli stessi sul mercato mondiale, ha generato diversi fenomeni i cui effetti disastrosi, come sempre, l'oligarchia vuol scaricare sul popolo. Come riconosce l'ANDI (la confindustria colombiana), nel solo gennaio 2009 la produzione industriale é calata del 4,3%, le vendite totali del 5,9% e le vendite sul mercato interno del 4% (a causa del sempre più eroso potere d'acquisto dei colombiani), relativamente ai dati analoghi del gennaio 2008. Solo il 25% degli industriali interpellati dall'ANDI, nell'ambito di un recente sondaggio, ha aspettative di miglioramento in futuro prossimo.
Se nell'ultimo trimestre dell'anno scorso la produzione manifatturiera era calata del 10% rispetto allo stesso periodo del 2007, nel primo bimestre 2009 la produzione del settore del caffè (tradizionalmente molto importante per il PIL nazionale) é diminuita notevolmente (-30%), così come la sua esportazione (-20%). Parimenti, é in calo anche il valore complessivo delle rimesse (una delle principali fonti di entrate per l'economia nazionale) inviate dagli emigrati colombiani (-11,6% totale, e -13,8% solo dagli USA). Inoltre, come lo stesso Uribe ha dovuto -suo malgrado- riconoscere nel corso dell'ultima assemblea dei Governatori del Paese, l'indebitamento vertiginoso dello Stato, a causa della diminuzione del gettito tributario, ha elevato il deficit fiscale all'esorbitante cifra di 5 bilioni di pesos. Ciò invalida, implacabilmente, le promesse demagogiche dell'esecutivo uribista-paramilitare di mantenere l'economia attraverso un'espansione degli investimenti pubblici.
E mentre le alte sfere della Banca della Repubblica prevedono che il PIL crescerà nel 2009 soltanto di un punto percentuale (a fronte del 7,7% del 2007), il regime narco-terrorista colombiano perde anche l'ultimo dei risultati "positivi" (per i ricchi, non certamente per la stragrande maggioranza della popolazione) di cui si vantava, ossia quello di una sostenuta crescita macroeconomica.

LAVORATORI DELLA MULTINAZIONALE DRUMMOND IN SCIOPERO PER LA MORTE DI UN LORO COMPAGNO

Oltre 7000 lavoratori e lavoratrici della multinazionale statunitense del carbone Drummond, già tristemente nota per il finanziamento agli squadroni paramilitari in funzione antisindacale, sono scesi in sciopero per la morte di un loro giovane compagno, Dagoberto Clavijo, in quello che é stato l'ennesimo "incidente" sul lavoro. Dagoberto, che aveva iniziato a lavorare in miniera appena un mese fa, era stato messo a guidare i camion che "irrigano" le vie interne della miniera, grossi automezzi che richiedono una certa esperienza ed una certa formazione, che la Drummond non gli aveva dato.
Il sindacato Sintramienergética ha denunciato che la multinazionale non adotta le più basilari misure di sicurezza, cosa che espone i lavoratori a permanenti rischi e pericoli di incidenti, spesso letali. Inoltre, esige una pronta risposta del Ministero della Protezione Sociale, che si mostra indolente rispetto ai reclami dei lavoratori e supino di fronte ai diktat delle multinazionali, che saccheggiano le risorse strategiche del Paese e sfruttano la forza lavoro ed i territori colombiani a proprio piacimento. I lavoratori della Drummond, nonostante le persistenti minacce e le politiche di terrorismo di Stato contro il movimento operaio, mantengono bloccato il carico, scarico e trasporto del carbone nei porti di Loma, dipartimento del Cesar, e Ciénaga, dipartimento del Magdalena.

INAUGURATA A CARACAS LA SCUOLA CONTINENTALE DI FORMAZIONE "MANUEL MARULANDA VELEZ"

Nell'ambito della Giornata Internazionale della Resistenza Armata, con la presenza di riconosciuti intellettuali e dirigenti della sinistra latinoamericana, é stata inaugurata a Caracas la Scuola Continentale di Formazione intitolata al leggendario comandante guerrigliero delle FARC-EP, scomparso per cause naturali il 26 marzo del 2008.
L'economista e scrittore argentino Nestor Kohan, fondatore della "Cattedra Che Guevara", ha sottolineato l'importanza di inaugurare una scuola che rivendichi il carattere militante del pensiero marxista. Secondo Kohan, principale relatore del primo laboratorio sul tema "Materialismo, dialettica e filosofia della prassi", cui hanno partecipato oltre 250 persone venezuelane e non, una scuola intitolata a Marulanda rappresenta una nuova spinta del marxismo militante ed il superamento delle posizioni di Marx come oggetto del consumo universitario.
Carlos Casanueva, segretario internazionale della Coordinadora Continental Bolivariana, ha aperto i lavori salutando la vittoria del FMLN in Salvador ed evidenziando che la Scuola "Marulanda" costituisce uno spazio di discussione su come appoggiare e difendere le conquiste dei popoli latinoamericani, posto che l'imperialismo non sta con le mani in mano e cerca di smantellare la loro lotta.
Questo primo ciclo di lavori, laboratori e conferenze della Scuola "Manuel Marulanda Vélez", con analisi ed approfondimenti collettivi sul marxismo e sui temi attualmente centrali per i rivoluzionari, proseguirà fino al 25 marzo con la partecipazione di diversi leaders di consigli comunali ed organizzazioni popolari venezuelane, nonché esponenti di vari paesi latinoamericani.
Oltre a Nestor Kohan, sono presenti anche lo storico dirigente rivoluzionario dominicano, Narciso Isa Conde, l'ecuadoriano Dax Toscano, il membro venezuelano del Parlatino, Amilcar Figueroa, e Luís Millán, sempre venezuelano, tra gli altri.

SCONFITTA L'AMBASCIATA COLOMBIANA IN SVIZZERA!

Nei giorni scorsi, l'ambasciata colombiana a Berna ha ricevuto un contundente
schiaffone dalla giustizia svizzera. La sede diplo-paramilitare di Uribe nella Confederazione Elvetica aveva denunciato diversi rifugiati colombiani che avevano "osato" criticare, il 22 ottobre 2008, il vice-presidente Francisco Santos. Questi, in visita a Berna, era stato contestato da diversi colombiani e svizzeri durante una conferenza in cui aveva raccontato di una Colombia democratica e prospera, vincente nella "lotta al terrorismo" ed affidabile per gli investimenti stranieri. I presenti, fatta eccezione per una sparuta clac portata nell'occasione dall'ambasciata stessa, non avevano creduto ad una sola parola (leggi menzogna) proferita dal vice di Uribe. Un gruppo di oppositori aveva distribuito un video di sette minuti che, in modo coinciso ed al contempo argomentato, evidenzia le atrocità commesse dalla cosca della Casa de Nariño ai danni del popolo colombiano. Come sempre, la verità ferisce gli imbonitori-difensori del regime colombiano, che ha provato a far condannare chi coraggiosamente aveva distribuito e diffuso il video. Il processo, costato ai contribuenti colombiani oltre 100 milioni di pesos, é stato un flop su tutta la linea; il Pubblico Ministero Federale, infatti, ha rigettato l'istanza riconoscendo che le denuncie ed i fatti contenuti nel video corrispondono al vero, e sono inconfutabili poiché poggiano su fonti serie. L'accusa d'ingiuria, pertanto, è caduta immediatamente.
Anche questa volta, il tentativo extraterritoriale di Uribe di perseguitare gli oppositori é fallito. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia perché questo bieco tentativo non é il primo e non sarà certamente l'ultimo.

ORDINATO L'ARRESTO DI UN GOVERNATORE PER LEGAMI CON PARAMILITARI.

La magistratura colombiana ha ordinato la detenzione del governatore del dipartimento del Guaviare, Óscar López, per presunti legami con i paramilitari.
Secondo l'agenzia tedesca Dpa il capo dell'ente accusatore, Mario Iguarán, ha spiegato che "poiché si tratta di un governatore in carica, lo stesso Procuratore Generale ha sollecitato il presidente Álvaro Uribe Vélez affinché procedesse alla
sospensione dell'incarico". Il funzionario ha richiesto che si indaghino le connessioni del mandatario dipartimentale con la società di Esplorazione ed Esportazione Mineraria del Llano, della quale è azionista Pedro Guerrero, alias "Cuchillo", un noto narcotrafficante. "Il governatore è indagato per associazione a delinquere aggravata", secondo quanto afferma un comunicato della Procura, che precisa che contro López è stato emesso un ordine di detenzione preventiva senza il beneficio di scarcerazione. López è accusato di aver avuto legami col paramilitare Vicente Castaño, alias "El Profe" e con "Cuchillo", uno dei quattro signori della droga più ricercati in Colombia.
Ancora una volta si dimostra incontenibile lo scandalo della para-politica, e si palesano i vincoli tra i politici di tutti i livelli ed il paramilitarismo. Questa macabra simbiosi, tutt'altro che all'epilogo, rende ancor più illegittimo ed illegale il mafioso regime colombiano, e tutte le sue articolazioni di governo e di potere locali.

MINACCE PARAMILITARI AL CANALE EUROPEO "ARTE" ED ALLA TELEVISIONE SVIZZERA

Un articolo pubblicato sul giornale svizzero Le Courrier e firmato dal giornalista Benito Pérez, il 3 marzo scorso, ha reso noto che giornalisti europei sono stati vittime di minacce in Colombia da parte dei paramilitari. Alcuni giornalisti svizzeri, che si trovavano in Colombia per realizzare un documentario sull'impunità, sono stati minacciati di morte da un gruppo autodenominato "i veri colombiani", un chiaro riferimento alla concezione uribista secondo cui chi denuncia i crimini del terrorismo di Stato, starebbe in realtà "parlando male della Colombia" all'estero, diventando così un "traditore della patria". Il giornalista Juan Lozano (vincitore del premio al miglior documentario svizzero al festival 2008 "Visione del reale" di Nyon), ha denunciato che la troupe congiunta del canale ARTE e della TSR svizzera, da lui diretta, ha dovuto interrompere le riprese ed abbandonare precipitosamente la Colombia a causa delle minacce. I giornalisti europei, che hanno sperimentato sulla propria pelle il clima di caccia alle streghe nei confronti di chi informa in modo critico sulla realtà colombiana, hanno presentato una denuncia presso un tribunale di Ginevra, che ha aperto un'inchiesta. Diversi comunicatori sociali, giornalisti indipendenti e non allineati al regime (come William Parra, Freddy Muñoz, Carlos Lozano, Hollman Morris, Jorge Enrique Botero ed Alfredo Molano, tra gli altri) hanno sofferto e subiscono attualmente la persecuzione da parte dello Stato colombiano; a differenza dei pennivendoli dei grandi media dell'oligarchia come RCN, Caracol, El Tiempo, La W Radio, ecc., che si autocensurano o partecipano alla patetica stesura dei metaracconti sulla Colombia virtuale, fatta di "democrazia" (che non esiste) e di
"vittorie sensazionali" sul cosiddetto "terrorismo" (che sono solo pirriche), tanto per citare alcuni dei deliri onirici del guerrafondaio Uribe.

LE CIFRE RACCAPRICCIANTI DEL TERRORISMO DI STATO IN COLOMBIA

In base a dati recenti di diverse organizzazioni di difesa dei diritti umani e dei familiari delle vittime del terrorismo di Stato, nonché della stessa Fiscalia (la magistratura colombiana), i casi di "falso positivo" finora conclamati sono 1200. Migliaia di parenti, amici e vedovi/e piangono questa pratica assassina delle forze repressive del regime colombiano, che, dopo aver sequestrato con l'inganno o con la
forza giovani di tutto il Paese, averli portati altrove ed averli ammazzati a sangue freddo, li hanno vestiti con uniformi militari per poi presentarli come "guerriglieri abbattuti in combattimento" (sic!)
Mentre il ministro della guerra JM Santos ed il presidente paramilitare Uribe si affannano a dire che i "falsi positivi" sono semplicemente casi isolati di poche mele marce all'interno delle forze armate, addirittura lo stesso ex presidente Andrés Pastrana ha riconosciuto che i "falsi positivi" non potrebbero non essere definiti come "crimini di Stato".Sempre in base ai suddetti dati, negli ultimi dieci anni sono stati fatti sparire oltre 1500 sindacalisti, la maggior parte dei quali risulta desaparecida a partire dal 7 agosto 2002 (data dell'insediamento alla presidenza di Uribe Vélez).
Come se non bastasse, sono stati sequestrati dal terrorismo di Stato anche 22 leaders dei familiari delle vittime del paramilitarismo (politica dell'oligarchia ai interrotta, checché ne dica il governo che blatera di una fantomatica "smobilitazione" dei suoi squadroni della morte). La strategia di colpire in diversi modi i familiari delle vittime (che lo diventano a loro volta), al fine di zittirli e di mettere una museruola di piombo alle denunce contro il terrorismo di Stato, é diretta dalla cupola narco-mafiosa che é al governo e dalle sue forze militari, carnefici del popolo colombiano.

Associazione Nuova Colombia

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